Ormai è passata un'ora da quando me ne sto qui, accanto a Jen, a bere quantità industriali di caffè che rischiano di farmi passare una notte in bianco, mentre lei fissa incessantemente quel pezzo di carta su cui custodisce i suoi buoni propositi.
Il mio braccio sinistro è ancora parzialmente intorpidito, ma il dolore alla spalla continua ad essere forte come quando ho sentito il metallo della pallottola conficcarsi nella carne. Ci sono determinati momenti in cui il malessere fisico è talmente potente che sento semplicemente il bisogno di stendermi su un letto e chiudere gli occhi, per poi riaprirgli soltanto quando non avrò più l'impulso di piegarmi su me stesso per il dolore.
Ma non posso andarmene. Non finché Jen è qui, avvolta in uno strato di apatia che nasconde malamente lo stato di smarrimento che regna nella sua testa.
Io lo vedo che è a pezzi, anche se forse lei sta ancora cercando di decifrare i suoi pensieri ingarbugliati. E giuro che, se potessi, l'aiuterei ad analizzarli uno ad uno finché quel cipiglio, dovuto alla confusione, abbandonerebbe la sua fronte. Ma per fare ciò , dovrei avere accesso anche ai suoi pensieri più intimi...e Dio solo sa quanto io sia lontano dal guadagnarmi la sua fiducia al punto che sarebbe disposta ad affidarmi le sue paure."Non so se..." Proferisce all'improvviso, puntando il suo sguardo vitreo su di me. "Non so se dovrei passare da Clayton per prendere un paio di cose, per poi stare per un po' da Ally, o tornare a casa. Quale pensi sia l'opzione migliore?"
Ed ecco che il motivo della sua tristezza viene a galla, dopo un'intera ora passata a fare mille ipotesi su cosa la stia affliggendo. Si sono lasciati. Clayton e Jen si sono davvero lasciati, e io non so se cantare vittoria o dispiacermi per lo stato di incertezza e irrequietezza in cui si sta lasciando cadere.
Perché, solo guardandola, mi viene da pensare che, attualmente, sia in caduta libera e l'unica cosa che posso fare per aiutarla è renderle l'impatto il meno doloroso possibile."Oppure, come terza opzione, potresti passare la notte insieme a me." Le propongo in tono scherzoso, guadagnadomi una breve risata da parte sua.
"Non se ne parla." Ribatte in tono solenne, conservando un luccichio divertito in quelle sue iridi azzurre che mi fanno perdere la cognizione del tempo.
"In questo caso, direi che sarebbe più saggio evitare di vedere Clayton." Ribatto seriamente, senza un grammo di malizia nella voce. "Almeno per questa sera."
"Tu che parli di saggezza..." Proferisce, deridendomi bonariamente. "Ma hai ragione."È la prima volta che sta seriamente prendendo in considerazione un mio consiglio. D'altra parte, non le ho mai detto niente che fosse finalizzato soltanto a vederla star bene, e di questo me ne pento amaramente, pur sapendo di non aver mai avuto un'altra scelta. Ma ora posso almeno tentare di ribaltare la situazione, indirizzandola sulla strada giusta.
Se spettasse a me la scelta, sarei pronto a fare molto di più. Prenderei il posto di Clayton senza pensarci due volte, e le farei vedere che il mondo non finisce quando un amore giunge al termine. Perché, in fondo, se solo aprisse gli occhi, capirebbe che c'è già un'altra persona disposta ad amarla altrettanto, o persino di più.
Ma Jen è imprigionata nell'unico mondo che pensa possa mai renderla felice, quello costruito insieme a Clayton."Ti va di parlarne?" Le chiedo, pur sentendo un piccola vocina nella testa che mi intima di tenere la bocca chiusa. Non muoio dalla voglia di sentir dire un sacco di cose meravigliose su Clayton, ma se questo la farà sentire meglio, mi farò carico di questa tortura psicologica.
"Vuoi davvero che io ti parli di me e Clayton?" Replica, inarcando un sopracciglio in segno di diffidenza. Probabilmente mi ha letto nel pensiero, captando la mia reticenza nell'ascoltare qualunque cosa che, ancora una volta, farebbe salire la mia frustrazione alle stelle.
"Parlami di qualunque cosa." Rispondo senza mezzi termini. "Mi basta sentirti parlare."
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Phoenix
Fanfiction"So di aver sbagliato tutto, Jen. Ho lasciato che combattessi da sola le tue battaglie e, più delle volte, io stesso ho aggiunto un sacco di peso sulle tue spalle esili. Ogni volta, mi sono limitato a guardarti rinascere dalle tue stesse ceneri. Ti...