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Un bacio non è la fine del mondo, giusto? Non sto facendo un torto a nessuno, se non a me stessa. Come al solito mi sto mettendo in situazioni che, già in partenza, non ho la più pallida idea di come possano essere gestite.

Ma, se non altro, questa volta non ne soffrirà nessuno, se non io. Ed è questa consapevolezza è liberatoria, mi toglie un peso dalle spalle. Perché non mi fa paura affrontare le conseguenze dei miei gesti, ma è il pensiero che le mie azioni possano ritorcersi contro un'altra persona a spaventarmi. E ora so di non star correndo questo rischio, e, giuro, ci si sente bene da morire.

Posso davvero pensare che il bacio mi abbia un po' fatto girare la testa senza sentirmi troppo in colpa. Perché questo è un periodo dedicato alle mie esclusive priorità, giusto? In più, le persone intorno a me non fanno altro che dirmi che dovrei pensare di più a ciò che voglio per me stessa. E allora è ciò che farò.

Ho lasciato che Justin mi baciasse perché è stato quello che ho desiderato in quel preciso istante. Non mentirò, è stato una sensazione nuova, non paragonabile a niente di quello che ho sempre sentito baciando Clayton. Forse perché i suoi baci li conosco come il palmo della mia mano, e quelli di Justin mi inebriano proprio perché hanno il sapore di una novità (destinata a rimanere tale, intendiamoci). Ad ogni modo, qualunque sia la ragione, è inutile girarci intorno: mi attrae come una falena viene attirata dalla fiamma. Ma la mia fortuna è quella di essere abbastanza razionale da capire che sarei incredibilmente stupida se decidessi di fidarmi totalmente di lui.

"A giudicare dalla tua aria spensierata, immagino che tu non sia a conoscenza di niente." Asserisce Justin, indietreggiando di qualche passo mentre la sua espressione diventa incredibilmente seria. Questo cambio repentino di umore mi rende un po' scettica. Un minuto fa ci siamo baciati e lui mi ha guardata in un modo in cui, per quanto io non sappia descriverlo, mi ha fatto sentire al sicuro, pur non correndo alcun pericolo. Ma ora è chiaro che sia in procinto di darmi un brutta notizia.
E se non fosse che mi incuriosisce il grado di gravità di ciò che deve comunicarmi, lo fermerei e mi terrei stretto il mio buon umore.

"Non posso credere che sia proprio io a doverti comunicare una cosa del genere." Borbotta, rilasciando un sospiro esasperato.
"Spara." Dico, incrociando le braccia al petto.
"Clayton è partito per Tokyo questa mattina e credo che non tornerà per un bel po'." Butta fuori, prendendo a guardarmi come se fossi un piccolo fenomeno da baraccone. Evidentemente sta aspettando una reazione da parte mia, ma quando mi vede scoppiare a ridere, mi appare piuttosto chiaro il fatto che nella sua testa si aspettasse qualcosa di completamente diverso.

"Ne sono a conoscenza." Ribatto, cercando di soffocare le risate. "Ne abbiamo parlato due giorni fa, come due persone adulte. Lavoriamo insieme, ricordi?"
"E l'hai lasciato andare?" Mi chiede, grattandosi la testa con fare confuso. "Lo sai che non tornerà più, vero? Mi ha detto che vi siete presi una pausa, ma qualcosa mi dice che durerà per sempre."
"Tornerà." Replico, accarezzandogli lievemente la guancia. Oserei pensare che abbia un aspetto "dolce" quando è così confuso. "Ma tornerà soltanto per risolvere un paio di questioni in sospeso. Lui è convinto che questa pausa farà bene alla nostra relazione. Ma ti dico io come andrà a finire: vivrà per un po' a Tokyo, se ne innamorerà perdutamente, tanto che si chiederà se quello sia il suo posto, e poi tornerà soltanto per dire addio a New York e a tutto quello che si sta lasciando dietro."
"E perché tu sei così felice?" Prosegue in un tono di scherno, e io non posso che scoppiare a ridere nuovamente. "Pensavo che questa notizia ti avrebbe scossa almeno un po'. Forse, la fiamma si è spenta?"
"Sono felice perché mi rendo conto che ora che ci siamo presi una pausa che, per la cronaca, presto si trasformerà in una vera e propria fine, entrambi stiamo vivendo la vita così come abbiamo sempre voluto viverla." Gli spiego, dando voce ai miei pensieri. Ultimamente ho il coraggio di ammettere la verità con me stessa soltanto in sua presenza. "Vuoi sapere una piccola verità? Sono anni che sogno di vivere da sola, in un posticino riservato solo e soltanto a me. Senza Clayton e senza nessun'altra persona. Finalmente ho avuto il coraggio di trasformarlo in realtà. E Clayton sogna di andare a vivere in qualche grande città orientale da praticamente tutta la vita. E ora lo sta facendo. Quindi, non posso che essere felice per entrambi."
"Continuerai ad amarlo anche ora che è lontano?" Replica in un tono quasi impercettibile, rendendomi interdetta per qualche secondo. Non mi sono mai fatta questa domanda, e non me la sono mai nemmeno sentita rivolgere. Semplicemente i miei pensieri non hanno mai neanche sfiorato quella direzione, ed è strano che sia proprio Justin a farmici riflettere. Anzi, non riesco proprio a capire perché lui si faccia sorgere questi dubbi nella testa. È proprio un mistero.

"Sicuramente mi mancherà ogni giorno." Rispondo invece, non riuscendo a trovare nessun'altra risposta che abbia un senso compiuto.
"Non hai risposto alla mia domanda." Mi fa notare, inarcando un sopracciglio. "Se lo amassi ancora come all'inizio della vostra relazione, non credi che faresti più fatica ad accettare questa situazione?"
"Dove vuoi andare a parare?" Gli chiedo, senza tanti giri di parole.
"Sto cercando di capire se ammetterai mai di non amarlo più." Asserisce, facendo di nuovo qualche passo nella mia direzione.
"E cosa ci guadagneresti se io lo ammettessi?" Proseguo, notando come la conversazione si stia notevolmente allontanando dall'argomento "Clayton", facendoci avventurare in terre a noi sconosciute.
"Se tu lo ammettessi..." Inizia, e capto all'istante la lentezza con cui il suo viso si sta avvicinando al mio. "Potrei forse iniziare a cercare di farti capire che hai ancora davanti a te un sacco di opzioni. E io sono tra quelle opzioni, Jen. Lo sono già da un po'."

Forse un po' per non darmi il tempo di controbattere alla sua affermazione o forse perché lo desidera veramente, copre ancora le me labbra con le sue, baciandomi finché mi sembra mi manchi il fiato. Non che questo mi faccia in qualche modo passare per la testa l'idea di staccarmi. Nossignore, è l'ultimo tra i miei pensieri. Se non fossimo umani e non ci fosse il bisogno di fermarci e riprendere il respiro, giurerei che nessuno di noi due potrebbe mai trovare il coraggio di staccarsi.

"Mettiamo le cose ben in chiaro." Proferisco in tono scherzoso, portandomi istintivamente un mano sul petto per cercare di placare i battiti impazziti del mio cuore. "Mi sono appena trasformata in una donna indipendente che non ha bisogno di un uomo accanto per essere felice. E non ho intenzione di cambiare niente di tutto questo. Non voglio più relazioni o qualsiasi altro rapporto che potrebbe sviarmi dalla strada appena intrapresa. Lo capisci, vero?"
"Questo status di donna indipendente ti rende ancora più sexy." Mi prende in giro, schioccandomi un bacio sulla fronte. "Ma che ne dici se prendiamo le cose come vengono? Non mettere le mani avanti già in partenza, Jen. Se ti va di baciarmi, baciami. Se ti va di vedermi, cercami. Se ti va di passare la notte insieme a me, accetta il pensiero che non sia poi così male svegliarti accanto a qualcuno che non sia Clayton. E quando niente di ciò entrerà nei tuoi piani, io ti aspetterò pazientemente. Credimi, puoi mantenere la tua indipendenza senza sforzarti di allontanarmi."
"Nessuno mi ha mai detto niente del genere." Mi lascio sfuggire, mentre analizzo questa luce diversa che ho appena scorto in lui. Ne sono ammaliata. In qualche angolino remoto della mia testa c'è ancora una vocina che mi avverte che questa potrebbe essere una grande presa in giro. Ma, francamente, vorrei con tutto il cuore che fosse vero. Non so se questo, in qualche modo, mi stia rendendo una povera illusa, però non posso fare a meno di sperare che la mia mente non mi stia giocando un brutto scherzo, anche se continuo a impormi di non fidarmi di lui.

"Forse le persone che hai intorno non ti hanno ancora capita granché." Suppone in tono scherzoso, ma dal suo sguardo mi rendo conto che sia piuttosto serio. "Andiamo a festeggiare i tuoi passi avanti. E poi vedremo quello che succederà, okay? Giuro che non farò niente di quello che potrebbe andare contro i tuoi desideri."
"Okay." Acconsento semplicemente, prendendo alla sprovvista persino me stessa.

Al che lui mi lancia un sorriso luminoso, per poi inarcare un sopracciglio con fare provocatorio, limitandosi a guardarmi senza la più piccola intenzione di fare il seguente passo. Per un po' seguo il suo esempio, chiedendomi segretamente perché improvvisamente si sia trasformato in una statua di ghiaccio. Ma presto mi ritornano in mente le sue parole, proferite poco fa, e capisco che sta a me mostrargli cosa ho in mente.

E così, piano piano, con gesti un po' incerti, mi alzo leggermente sulle punte dei piedi e gli poso un piccolo bacio sulle labbra. È il mio primo bacio destinato a qualcun altro che non sia Clayton da un paio d'anni da queste parti, senza sentire il bisogno di autoincolparmi fino all'inverosimile.

N.a.
C'è aria di cambiamento...😉😉

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