33- Justin

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Ignorando il suo sguardo apparentemente contrariato, la sollevo da terra e mi avvio lentamente verso la mia stanza da letto. È davvero decisa a conservare la sua aria da gattina arrabbiata, a giudicare dallo sforzo che compie per non lasciar scivolare via la sua espressione seria.
Ma so che non è veramente infastidita dalla sgradevole visita di Hailey. O meglio, forse lo è stata in un primo momento, ma ha ripreso le redini delle sue emozioni non appena quella strega dai capelli biondi se n'è andata.

Non che abbia creato chissà quale danno. Anche se, ci potrei scommettere, il suo intento è stato proprio quello di seminare discordia, considerando che senz'ombra di dubbio era a conoscenza della presenza di Jen in casa. D'altra parte, fa parte del suo lavoro monitorizzare ogni mio movimento, cosa che mi porta a pensare che sicuramente sa anche con esattezza quale sia il preciso istante in cui Jen ha messo piede qui.

Per qualche strana ragione, mi sembra determinata a distruggere ciò che io sto facendo una fatica immane a costruire. Forse questa volta non è riuscita nel suo intento, ma posso dire che la prossima volta avrò la stessa fortuna?
Temo di no, e per questa ragione dovrò assicurarmi io stesso che non apra la bocca prima che arrivi il momento più adatto per mettere le carte in tavola.

"Oh, guarda un po'! Non sono ancora le sei. "Asserisco con fin troppo entusiasmo, dopo aver lanciato uno sguardo veloce all'orologio, posandola delicatamente sul letto sfatto.
"Manca esattamente un quarto d'ora." Ribatte, guardandomi come se mi fosse spuntata una seconda testa. "Spiegami cosa cambia."
"Abbiamo un quarto d'ora in più." Proseguo indisturbato, analizzando apertamente la sua figura, mentre io me ne resto impallato, in piedi, accanto al letto per qualche altro secondo.
Dio se mi piace la visione che ho di lei in questo momento! Quanto sarebbe bello potermela godere ad ogni risveglio, per sempre?

"Per fare cosa, Justin?" Mi chiede ancora, alzando un sopracciglio.
Credo che nella sua testa stia prendendo avvento la stessa idea che, ora come ora, prevale nella mia. Ma non sono sicuro che lei stia utilizzando la giusta prospettiva per analizzare la situazione. Anzi, sono convinto che stia ancora aspettando il momento in cui io mi butterò su di lei e userò ogni mezzo per riuscire a convincerla a fare sesso, anche a patto di sacrificare la sua dignità e portarla a comportarsi in un modo che non le è mai appartenuto.
Ma se potesse guardare dal mio punto di vista, vedrebbe che, in realtà, sto aspettando il momento giusto. Quel momento in cui non ci sarà il bisogno di ricorrere a giochetti sleali per ottenere ciò che, mi auguro, entrambi desidereremo.

"Per passare ancora un po' di tempo insieme, solo questo." Rispondo, stendendomi accanto a lei. Tuttavia, per quanto vicini, i nostri corpi non si toccano affatto e immagino che questo la renda piuttosto perplessa. Deve ancora imparare a conoscermi, e intendo conoscere il vero me, non quella sottospecie di teppista che lei pensa di aver inquadrato.
"Mhh." Borbotta in un modo che mi appare abbastanza contrariato, riuscendo a cogliermi di sorpresa.
"Perché ho l'impressione che la mia risposta non ti sia piaciuta?" Le chiedo, sdraiandomi su un fianco ed appoggiandomi su un gomito, in modo da poter analizzare la sua espressione.
"Perché è così." Ribatte senza tanti giri di parole, mettendosi in posizione seduta. "Sono qui sul tuo letto, con addosso soltanto la tua dannata maglia e nemmeno provi a toccarmi? Cosa c'è di sbagliato in te?"
"Sei seria?" Replico, scoppiando a ridere.
"Beh, sono contenta, se non altro, che tu mi stia trovando divertente." Dice, a sua volta, alzando gli occhi al cielo.
Tra una risata e l'altra, mi rendo conto che, se fino ad adesso il suo umore non era tempestoso, la mia incapacità di smettere di ridere come un idiota la sta facendo innervosire parecchio. Il che è comunque abbastanza strano, a dire il vero. Stento a credere che sia arrabbiata perché non intendo metterle pressione. O forse c'è qualcosa che mi sfugge e mi impedisce di afferrare la vera ragione che la porta a guardarmi come se stesse pregando qualche divinità di farmi evaporare in questo preciso istante.

"Jen, solo qualche minuto fa sembravi abbastanza volenterosa di tornare a casa." Le faccio notare, beccandomi uno sguardo di fuoco da parte sua.
"Non stai capendo quale sia il punto." Mi rimprovera, puntandomi il dito contro. "Prima ero infastidita perché quella Hailey, o come diavolo si chiama, si è presentata a casa tua, e ora sono infastidita perché mi rendo conto che ci hai fatto sesso un sacco di volte, mentre io devo praticamente chiederti di farlo. C'è qualcosa che non va."
"Quindi, sei gelosa?" Ipotizzo, inarcando un sopracciglio. Segretamente ne sono incredibilmente contento a questo pensiero. D'altronde, non si può essere gelosi se non si prova assolutamente niente, vero? Forse non prova nemmeno metà di ciò che io provo per lei, ma qualcosa, in un angolino remoto del cuore e della sua testa, c'è. Non so dire esattamente quale sia l'intensità di tale sentimento, ma mi rassicura il semplice fatto di aver imboccato la strada giusta per arrivare al suo cuore. Forse come strada sarà lunga e forse non arriverò mai alla destinazione, ma sicuramente questa è la meta più bella che io abbia mai scelto.

"Dirò a Hailey di passare più spesso." Ci scherzo su, afferrandola delicatamente per il polso, per poi intimarle di stendersi accanto a me. Dopodiché, in un batter d'occhio, sono sopra di lei e riprendo a baciarla sul collo, in un punto poco sotto la mandibola, che ho ormai capito sia il suo punto debole.
"Non sono più in vena." Mi dice, sforzandosi di spingermi per il petto. Ma il linguaggio del suo corpo è in netto contrasto con le sue parole. La sua schiena si sta inarcando ogni volta che la mia lingua entra in contatto con quel suo lembo di pelle e il suo petto si alza e si abbassa sempre più velocemente.
"Certo, sei proprio complicata." Constato divertito, alzando la testa quel poco che basta per guardarla negli occhi. "Ma questa è una delle tante cose che ti rendono bella da farmi sentire male."
"Baciami." Replica semplicemente, con gli occhi che le luccicano di una luce mai vista. E io di certo non me lo faccio ripetere una seconda volta, un po' perché se fosse per me la bacerei ogni secondo di ogni minuto, e un po' perché mi sembra di aver aspettato un'infinità prima di sentirmelo chiedere.

E poi, dopo averle baciato le labbra fino allo sfinimento, proseguo lentamente con ogni centimetro del suo corpo minuto.
Il cuore mi batte all'impazzata. Martella contro il petto come se chiedesse il permesso di uscire e il rumore che ne consegue mi sembra quasi assordante. Così come lo sono i pensieri che ritraggono noi due, quella volta in macchina, quando l'ho fatta ubriacare e ho infilato la mano nelle sue mutandine. Mi fa male ricordarlo.

Istintivamente, inizio a lottare contro il mio subconscio, cercando di concentrarmi sul presente. Ora è tutto diverso, mi dico. Non ho dovuto riempirla di alcol per averla nel mio letto. È perfettamente lucida e consapevole di ciò che sta facendo, eppure non sembra avere la più piccola intenzione di tirarsi indietro. Quasi non mi pare vero.

Ad ogni modo, il mio nervosismo sta raggiungendo livelli inimmaginabili. La mano mi trema visibilmente mentre allungo il bacio per tirare fuori un profilattico dal cassettino del comò, e Jen ridacchia divertita. Evidentemente non sa che miscuglio di emozioni devo sopportare in questo momento.

Mi sento come se fosse la mia prima volta, solo che non sono più un ragazzino impacciato e m'importa di più della persona che mi ritrovo tra le braccia. La quantità di domande e paranoie e domande che mi sto facendo, comunque, è la stessa. Però, questa è una conseguenza dell'aver aspettato più di quanto abbia mai aspettato per un'altra ragazza in tutta la mia vita.

E ora che sta succedendo, ora che i nostri corpi si stanno fondendo fino a diventare uno solo, posso dire di non aver aspettato invano. Anzi, rifarei tutto da capo e aspetterei ancora. Cazzo se sopporterei di nuovo tutta l'attesa!

"Con te è tutto diverso." Le sussurro nell'orecchio, evitando di guardarla negli occhi.
"Diverso?" Proferisce, con il respiro spezzato. Tra un mugolio e l'altro, le sue mani viaggiano sul mio petto e i miei muscoli guizzano sotto il suo tocco. Avrà mai una vaga idea di come ogni fibra del mio essere sia ormai alla sua mercé?
"Più bello." Rispondo senza pensarci troppo. "Più giusto."

N.a.
Come ben potete capire, per ora le cose vanno a gonfie vele...per ora😈

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