Capitolo 19

1.6K 139 64
                                    

Stavano ridendo. Le mani di Nolan avevano iniziato ad armeggiare con la maglietta di Liam, mentre quest'ultimo stringeva i capelli del biondo tra le dita. Come potevano non essersi accorti della sua presenza?

Rabbia, tristezza, delusione, gelosia.
Un grosso miscuglio di emozioni iniziò a prendere possesso del corpo di Theo. Non si accasciò a terra, non iniziò a piangere, semplicemente si scagliò contro i due. Afferrò Nolan per il colletto, sbattendolo contro al muro mentre iniziava a picchiarlo pesantemente.

Non udì la voce di Liam, nemmeno quella della sua vittima, sentì solo un forte dolore alle mani. Vide sangue, sangue che però non apparteneva a Nolan, bensì a lui. La sua vista era offuscata, strane immagini gli balenarono davanti, era tutto tremendamente confuso.
Eppure, quelle sensazioni non lo abbandonarono, continuarono imperterrite a fargli picchiare Nolan, a farlo ruggire, a tirare fuori le zanne e graffiare il ragazzo che si trovava davanti.

Come poteva Liam avergli fatto una cosa simile? Non erano forse legati dell'imprinting? Non erano forse innamorati? Theo non riusciva a spiegarsi troppe cose, mancavano molti pezzi al puzzle. Si erano sentiti quella mattina, Liam non gli aveva mentito. Anzi, era geloso di Alex e poteva ben percepirlo. Eppure li aveva visti, si stavano baciando! Era vero, il suo Liam lo aveva tradito. Non ci aveva messo molto a dimenticarsi di lui, a non farsi prendere dai sensi di colpa, dal fatto che loro due stavano insieme.
Forse era colpa sua, in fondo: Theo lo aveva abbandonato per sei mesi, senza dargli alcuna spiegazione. Lo aveva fatto stare malissimo e non si era ancora del tutto perdonato per quello.
Eppure, la vista delle sue labbra unite a quelle di Nolan gli aveva fatto perdere completamente il lume della ragione.

Poi accadde qualcosa di strano, fu come risvegliarsi da un sogno: due braccia familiari lo strinsero, lo allontanarono da una strana macchia bianca e rossa, sentì una voce, delle grida, poi un ruggito. Fu quello a farlo rinsavire. Theo si ritrovò seduto a terra, la schiena contro al frigorifero, Liam con gli occhi luminosi, i vestiti strappati e del sangue sul volto. Era forse stato lui a fargli qualcosa? In effetti, aveva le mani completamente insanguinate, ma l'odore non mentiva: era solo sangue suo. Di Nolan nessuna traccia.
C'era solo una macchia rossa sul muro e sul pavimento, ma niente Nolan.

<<Cos'è successo?>> domandò allora Theo, aggrappandosi a Liam, avendo paura che potesse di nuovo vederlo tra le braccia di Nolan.
<<Quando sono uscito da lavoro... Degli uomini mi hanno preso, mi hanno steso e rinchiuso in uno scantinato fuori città. Sono riuscito a scappare perché ho sentito che stavi male e, quando sono arrivato qui, stavi ruggendo e prendendo a pugni il muro. Theo, che cosa ti ricordi?>> gli chiese Liam, guardandolo negli occhi. Questi ultimi erano terrorizzati, terribilmente tristi.
<<Io... Sono andato fuori come da programma e, quando sono tornato, non c'eri. Allora mi sono preoccupato e ho iniziato a chiamarti e ad invitarti dei messaggi. Poi ho sentito la porta aprirsi e... C'eri tu con Nolan e vi stavate baciando. M-mi sono arrabbiato e ho iniziato a picchiare Nolan. Ma lui qui non c'è>> farneticò Theo, più confuso che mai. Liam lo abbracciò, accarezzandogli i capelli e afferrando una delle sue mani, prendendo il suo dolore; questo avviò il processo di guarigione della chimera.

<<Lo so che queste parole possono sembrarti strane, ma credo che ti abbiano drogato. So anche che niente di tutto ciò ha effetto su noi lupi mannari, ma credo che qualcuno abbia trovato il modo di farle funzionare. E per "qualcuno" intendo la Monroe>> sussurrò Liam, accarezzando una delle guance del suo ragazzo. Detestava vederlo così sconvolto, non sembrava nemmeno Theo. Era confuso, frastornato, quasi si fosse appena risvegliato da un coma durato degli anni.
Gli ricordò molto di quella sera, quando dormirono insieme per la prima volta; Theo aveva avuto un incubo e aveva chiesto a Liam di restare con lui per la notte. Si erano abbracciati, tenuti per mano e, probabilmente, fu in quel momento che scattò l'imprinting.
Aveva senso, pensò Liam.

<<Come e chi mi ha drogato? Sono stato a lavoro tutto il giorno, ho preso un caffè solo questa mattina al bar e alla macchinetta in pausa pranzo. Insomma, mi sono stati entrambi fatti davanti agli occhi. Oltretutto, non penso che una persona comune sappia come droga...>> disse Theo, non finendo nemmeno la frase.
Liam lo esortò a continuare, ma la chimera sembrava essere caduta in uno stato di trance. Il beta temette che potesse in qualche modo scatenarsi di nuovo, ma la suddetta droga non c'entrava stavolta: Theo rifletteva, semplicemente. Quella rughe sulla fronte caratterizzavano i momenti in cui era assorto nei suoi pensieri; Liam lo capì quasi subito.

Nessuno dei suoi colleghi poteva avergli messo qualcosa nel caffè. Erano uomini  normali, non lupi mannari che magari lo volevano morto. Erano sinceramente sconcertati quando batté Bob e, ad ogni modo, una droga non avrebbe potuto far effetto dopo così tante ore. Dopo il lavoro era andato nel locale assieme ad Alex e aveva bevuto un paio di birre, niente di strano come drink o intrugli. L'alcol non aveva comunque effetto su di lui.
Chi era andato a prendere le birre?
Theo si sforzò di ricordare; ripercorse mentalmente tutta la serata, cercando di focalizzare la persona che aveva preso da bere a tutti.
Theo era entrato nel locale, si era seduto al tavolo di Alex e dei suoi amici. Si era presentato, aveva mangiato un po' di patatine, poi era partita la musica.
Poi ecco quella voce, Alisha era una bassa ragazza brasiliana con un profondo spacco tra gli incisivi ed una ben riconoscibile voce nasale, particolarmente fastidiosa a detta di Theo.
<<Alex ha portato da bere, un applauso!>> aveva gridato Alisha. Erano partiti cori e schiamazzi, chi sgomitava per accaparrarsi una birra, in mezzo a quel mucchio. Theo fece per prendere una delle rimaste sul tavolo, ma delle rosse e lunghe unghie gli pararono la visuale.
Aveva rigraziato Alex e si era messo a bere.
Alle scuole superiori ti mettono in guardia su quello che é il mondo delle discoteche e dei locali. Vige sempre una regola importante: mai accettare da bere senza aver visto l'apertura della bottiglia o la preparazione del cocktail davanti agli occhi.

Erano già passati alcuni minuti da quando Liam aveva udito la voce di Theo l'ultima volta. Cercò quindi di attirare nuovamente la sua attenzione, per capire se gli fosse venuto in mente qualcosa. Quelle parole bastarono per fargli capire che il suo ragazzo avevo ben chiaro chi fosse stato a drogarlo:
<<Brutta figlia di puttana>>.

Angolo autrice
Ma buonasera. Eh eh, cornuti non li faccio, andate tranquilli. Incasinati, costantemente in pericolo, malati o con istinti suicidi. Quello sì, drama is life.
Ma mai cervi. Sì, io ce l'ho con le bionde. E non sono razzista, anzi! Io sono bionda, lol. Naturale (come Jace :3), amo le bionde.
E aspettate di sapere cosa succede dopo! Penso che mi verrete a cercare. Eh vbb, farvi venire i complessi mentali é il mio lavoro. All the love xxx,
-A

Complicated |Thiam|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora