Erano passati sei mesi.
Sei mesi da quando Liam aveva baciato Theo per l'ultima volta, da quando aveva udito la sua voce, da quando lo aveva visto.
Nessuna informazione, un indizio, un segno, il silenzio totale.
E Liam stava sempre più male.Non si era iscritto al college, aveva rinunciato a tutto, anche a vivere. Si era rinchiuso in casa circa tre mesi dopo la dipartita di Theo, avendo capito che lui non sarebbe mai tornato. Aveva passato l'estate a dare una mano a Scott nell' aiutare dei lupi mannari cacciati dai seguaci di Monroe, cercava di distrarsi in qualche modo, di pensare a tutto, tranne che a lui. La cosa divenne però insostenibile, era davvero troppo triste.
Smise di mangiare, di dormire, di lavarsi, se ne stava rinchiuso nel suo piccolo appartamento fuori New York, al buio e fissando il vuoto. Di tanto in tanto Mason e altri membri del branco andavano a trovarlo, lo costringevano a darsi una ripulita e gli sistemavano casa, cercavano di farlo mangiare. Era diventato il fantasma di quello era stato Liam Dunbar. Tutti avevano provato a cercare Theo e a rintracciarlo, ma sembrava essersi volatilizzato. Non aveva lasciato tracce da Beacon Hills, luogo ormai lontano chilometri da New York.Deaton era andato a visitare Liam una delle prime settimane del suo isolamento, ottenendo una diagnosi che ormai tutti avevano capito: disturbo depressivo, comunemente conosciuto come depressione.
Scott suggerì di controllare costantemente il beta, in modo da evitare che facesse sciocchezze, ma venne rassicurato dal veterinario con parole che a tutti sembrarono estremamente folli:
<<Non tenterà il suicidio. Sa che se morisse, Theo starebbe male e potrebbe a sua volta prendere questa decisione>>.
Provarono di tutto, dalle grida alle minacce, dall'utilizzo di psicofarmaci al potere da Alpha di Scott, ma niente da fare. La cura di Liam sarebbe stata la stessa che gli aveva causato il male: Theo Raeken.Glielo aveva promesso, avevo giurato che non se ne sarebbe più andato. Ma era scappato, come faceva sempre, lo aveva abbandonato e non ne capiva il motivo. Perché lo aveva fatto? Perché non tornava? Non sentiva quanto stava male?
Liam lo credeva cambiato, era sicuro che fosse diventato un altro ragazzo, pensava che lo amasse. Evidentemente l'amore non era abbastanza. Si sentiva così in colpa per i suoi amici, si odiava nel vederli stare male a causa sua, ma non riusciva a farne a meno. Non trovava la forza di alzarsi, non trovava più un motivo per continuare a sorridere, ad andare avanti.<<Scusa>> sussurrò una sera Liam con voce roca, visto che non diceva una parola da giorni. Mason, seduto su una poltrona a leggere un libro, alzò la testa e lo guardò con aria sconvolta: davvero aveva parlato? Non sentiva la voce del suo migliore amico da quella che gli sembrava un'eternità.
<<Per cosa?>> chiese allora Mason, andando a sedersi sul materasso, guardando gli occhi spenti del beta, una volta di un meraviglioso azzurro. In quel momento il loro colore era più simile ad un indaco sbiadito.
<<Per... Tutto. Non dovete stare con me e smettere di vivere per colpa mia>> continuò lui, guardando il soffitto bianco.
<<Tu faresti lo stesso per me, per noi. E sai che puoi sempre rialzarti, stiamo cercando di aiutarti a farlo>> rispose Mason, prendendo una delle mani di Liam nella sua. Era come tenere degli ossicini tra le dita, quel ragazzino stava perdendo troppo peso. Liam sospirò, non avendo nient'altro da aggiungere; ne avevano già parlato, sapeva che se solo avesse voluto, avrebbe continuato a vivere. Era proprio quello il punto: Liam non voleva continuare a vivere.
Non senza sapere perché Theo lo aveva abbandonato, non senza rivederlo, non senza le sue labbra, la sua voce, le sue braccia e i suoi occhi. Non senza di lui.Nelle rare volte che riusciva ad addormentarsi, sognava. Una volta sognò che Theo gli veniva incontro e lo abbracciava, iniziando subito a piangere:
<<Ti prego, scusami. Non avrei voluto lasciarti, ma ho dovuto, ti avrebbero fatto del male. Ci sto provando, sto cercando di risolvere tutto, ma é difficile. Ti amo, ti amerò sempre>>.
Poi il sognò finì e Liam si svegliò, iniziando a piangere. Non prese in considerazione l'idea che i suoi sogni potessero avere una motivazione, era covinto di averlo perso per sempre e che la sua mente lavorasse di fantasia.lI suoi sogni furono simili per cinque mesi, poi iniziarono a cambiare.
Lui e Theo erano sdraiati sotto ad un albero e si abbracciavano.
<<Sta andando bene. Ci sto riuscendo, anche se le cose vanno a rilento. Ma staremo bene, anche noi avremo un lieto fine. Mi manchi>>.
Fu dopo quel sogno che Liam capì: Theo era riuscito a capire come collegarli, come entrare nella sua testa e farlo sognare. Quelle parole non erano frutto della su immaginazione, erano reali, Theo davvero stava facendo qualcosa e non poteva tornare. Ma non sapeva come avrebbe fatto a trovarlo, ammettendo che la chimera volesse essere trovata.
La mattina dopo chiamò Scott e gli spiegò i suoi sogni, cosa che lo fece sia allarmare che gioire. Convocarono Deaton, magari lui sapeva come usare l'imprinting per rintracciare la chimera attraverso quei sogni.
Lo avrebbe ritrovato, avrebbe rivisto Theo.Angolo autrice
Ed eccoci qua. Bentornati a tutti e scusate se é un po' corto. Questo é il secondo volume della mia storia sui Thiam e niente, spero di riuscire ad intrattenervi e ad appasionarvi come ho fatto nel primo, se non di più.
Pace e amore xxx,
-A
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Complicated |Thiam|
FanfictionSEGUITO DELLA STORIA FAITH |THIAM| Theo é scappato. Alla fine ha fatto esattamente ciò che tutti si aspettavano da lui. Beh, tutti tranne Liam. La sua sofferenza e delusione vanno oltre qualsiasi cosa il branco tenti di fare per tirarlo su di morale...