Settima puntata [2/5]

6.3K 346 101
                                        

Dopo poco era sopraggiunto il vero interesse delle sue ricerche, perché quello che lo corrodeva dentro era un dubbio: Jade era sincera con lui in ogni cosa? Carter non le si era avvicinato con le intenzioni più oneste di quel mondo, ma aveva imparato ad apprezzarla e quindi, per dimostrarle la propria gratitudine, l'aveva ripagata con la più totale sincerità; il dubbio che lei non avesse agito allo stesso modo lo dilaniava.

Purtroppo c'era un unico modo per scoprire la verità, e c'era solo una persona in grado di raccontargliela.

L'essere umano che si aggirava attorno alla piscina alla ricerca di Jade, che aveva notato sul terrazzino della camera insieme alle altre ragazze.

Scott era a sua disposizione, solo e con le difese abbassate, ma Carter era in dubbio se porgli o meno la domanda, questo perché non era sicuro di voler conoscere la verità.

«Scott, ciao. Le ragazze sono di sopra» iniziò Carter incerto, non era sicuro di come agire, né di volerlo davvero fare. «Una specie di pigiama party anticipato.»

Erano le undici del mattino, ma per loro, ancora con i pigiami addosso o un abbigliamento più casalingo che da spiaggia, sembrava davvero la sera di una festa per sole donne dove gli interessi principali erano gli smalti, i capelli e i gossip.

Scott gli sorrise in segno di gratitudine. «Vedo, grazie. Meglio restarne fuori, vero?»

«Decisamente, non si sa mai dove possa finire il Tampax di riserva!»

A Carter piaceva parlare di cose da donna con una certa confidenza, erano piccoli comportamenti che aveva imparato nello stare a contatto con le sue amiche, consigli pervenuti da donne e di cui lui aveva fatto tesoro, così aveva scoperto i mille utilizzi alternativi – collegati a una vendetta – di un Tampax.

«Posso farti una domanda?»

E ancora non era sicuro di esplorare sul serio quel percorso. Si trovava bene in quella situazione e lo spaventava l'idea di dover cambiare, ma c'era quel bisogno di conoscere il più possibile il pensiero di Jade che lo tormentava e non lo faceva sentire sereno.

Scott parve sorpreso da quella domanda, ma accettò lo stesso la proposta di Carter.

«Certo! Anche se dovrei essere io a farne più di una a te. Chiederti qualche trucco da usare con le ragazze. Sei peggio di una calamita, ma non c'è bisogno che te lo dica io.»

Vedeva la bellezza di Carter, solo uno particolarmente stupido e invidioso avrebbe potuto negare una cosa simile; ma era anche convinto che il cantante non sarebbe stato meno affascinante se l'aspetto fosse stato diverso e meno gradevole. Era proprio la sua persona ad attrarre tanto: i suoi modi di fare, il modo con cui si approcciava agli altri e di vivere la vita; era una cosa innata che non dipendeva dal suo aspetto fisico e che nessuno avrebbe potuto levargli, anche perché aveva imparato ad affinare le proprie armi con l'esperienza, quindi risultava letale.

«È colpa soltanto dello sguardo magnetico, giuro!» Rispose Carter divertito. Scott non era male come voleva credere, e lo sapeva benissimo, ma c'erano troppi conflitti di interesse tra loro. Eppure era conscio che temerlo voleva dire considerarlo alla propria altezza, o che lui era alla sua portata, e la cosa non gli andava proprio giù. «Volevo chiederti...»

Il momento della verità. Aveva bisogno di qualche secondo per capire se continuare o meno e, in caso, come intavolare il discorso per farsi capire senza approfondire troppo l'argomento dando modo di far intendere quanto poco sapesse e quanto invece Scott fosse avvantaggiato.

Stava per aprire bocca, incerto, ma qualcosa glielo impedì.

«Ragazzi, è ora di farsi trovare fuori di casa, dovete fare la sfida!» Uno della produzione li richiamò, all'appello mancavano solo loro e pochi altri ritardatari, dovevano dirigersi in spiaggia.

MatchedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora