Seconda puntata [2/5]

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Ciò che era successo a Jade aveva animato davvero la situazione in casa: le ragazze coccolavano Mark, preda dei sensi di colpa per aver fatto del male - seppur involontariamente - a una donna, la sfida era stata spostata e fatta in modo che Jade non fosse fuori dalla strategia, ma in modo che non partecipasse ad alcuna attività che potesse nuocerle; infine, la scoperta di quel tatuaggio aveva imbastito un grosso argomento a riguardo.

Prima che Jade se ne andasse, alla domanda di Mark a Scott, aveva indicato con la testa Carter che, non capendo la situazione, non aveva chiesto ulteriori dettagli.

Dopo che fu caricata sull'ambulanza gli altri concorrenti della villa si ritrovarono tutti in salotto, ancora scossi per l'accaduto e non più così vogliosi di rientrare in piscina, dove erano cadute gocce del sangue della ragazza, cosa che avrebbe ricordato loro la brutta esperienza.

Si ritrovarono dunque sui divani, i ragazzi a consolare le ragazze e tutti a cercare di distrarsi da quello successo poco prima.

«Mi dispiace, non volevo» continuava a ripetere Mark, atterrito per l'increscioso inconveniente.

«Lo sappiamo e lo sa anche Jade, sta' tranquillo.» Larissa gli accarezzava la schiena per cercare di calmarlo, anche se non sembrava possibile.

«Vedrai che tornerà prima di quanto immagini e avrà solo qualche graffio, niente di serio.» Lo rassicurò CJ. Tutti gli altri annuirono, convinti che avesse ragione.

«Carter...» intervenne Scott per stemperare gli animi.

«Sì?» si girò verso di lui, incuriosito dal fatto che gli stesse rivolgendo la parola.

«Quanti tatuaggi hai?» gli chiese diretto. «E, soprattutto, quali?»

Carter si grattò scettico la tempia. Sapeva che Scott era tatuatore - per quanto non lo desse a vedere dato che non ne aveva poi molti - però gli sembrava strano che fosse colto dalla deformazione professionale proprio in quel momento. Capiva il bisogno di distrarre la casa, ma focalizzare l'attenzione su di lui non era la mossa giusta, almeno per il diretto interessato.

«Dunque... ne ho undici.» Sperò che come risposta bastasse, ma Scott sembrava pensarla diversamente.

«Quanti di questi sono collegati alla tua band?» Il tatuatore era pensieroso, tanto da soppesare bene le proprie parole prima di pronunciarle. «So che può sembrarti inopportuna come domanda, ma dopo ti prometto che ti spiegherò il perché.»

Seppur contrario, Carter cominciò a elencare quelli richiesti. «Riferiti ai Glory ne ho cinque. La frase di una canzone nell'interno del bicipite, la copertina del terzo album sul costato, una lucchetto sul polpaccio, le iniziali degli altri del gruppo in un labirinto disegnato sulla schiena e il simbolo della band, una croce formata da frecce, alla base della nuca.»

Li aveva mostrati tutti mentre li elencava, finendo così per porre l'attenzione sull'inizio della colonna vertebrale, al di sotto dei capelli, cosa che fece sospirare tutti, tranne Mia.

«Hanno un forte significato, per me.» Tentò di giustificarsi. Non sapeva come interpretare le diverse reazioni dei coinquilini e il silenzio carico di tensione non lo aiutava a distendere i nervi.

Essere al centro dell'attenzione senza capirne i motivi iniziava a irritarlo, era difficile sviare le occhiate avide e smarrite di altre diciotto persone, la cosa iniziava a innervosirlo, e lui era bravo a dissimulare la propria irrequietezza, detestava dunque dimostrare di non avere autocontrollo.

«Come abbiamo fatto a non accorgercene prima?» domandò Annah senza rivolgersi a qualcuno in particolare.

«Potrei sapere anche io, di grazia, di cosa state parlando dato che sembra riguardarmi?»

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