Sesta puntata [4/5]

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Durante la fuga d'amore i ragazzi rimasti in casa si dedicarono alla costruzione di un gioco simile a Taboo, dove ognuno scriveva una parola qualsiasi e prima doveva farla indovinare con altre parole, poi mimarla. Un modo come un altro per passare il tempo e per incrementare la loro sintonia.

Si scoprì, dunque, che Jade e Scott erano una grande squadra, cosa che fece storcere il naso di Carter, ma si era anche scoperto che il cantante aveva grande feeling con Leighton. Simon si era accaparrato Olivia prima del tempo e Carter non aveva potuto farci nulla.

Se all'inizio il gioco non l'aveva coinvolto, complice l'alchimia tra gli altri due, Leighton era riuscita a renderlo partecipe e a divertirlo tanto da stuzzicare la sua competitività, lato che aveva messo da parte sin dalla prima settimana, soprattutto durante le prove, perché non voleva trovarsi nella condizione di vincere un'altra fuga d'amore ed entrare nella cabina della verità, era sicuro che se gli fosse capitata un'altra occasione di poter essere scelto, i ragazzi l'avrebbero sfruttata a loro vantaggio.

Nonostante ormai avessero stabilito legami con le diverse ragazze, avevano il terrore che Carter potesse essere ancora considerato l'uomo più ambito della casa. Non solo vedevano quanto fosse bello, ma era anche pieno di talenti e abile con le donne, tutte caratteristiche che tendevano a offuscare gli altri ragazzi, cosa di cui erano gelosi, anche se ormai avevano instaurato rapporti alquanto intimi con qualche ragazza.

Olivia, conscia del terreno che Leighton stava guadagnando con Carter, cercava ogni volta di infilarsi e azzerare la distanza che vedeva formarsi tra lei e il cantante, il quale apprezzava tutte quelle attenzioni e lo sforzo profuso. Di solito, quelle che facevano di tutto per conquistare la sua dedizione, erano disposte a ogni cosa per lui per paura di vedere sfumare quello che avevano conquistato con molta fatica, non rendendosi conto che in realtà Carter non l'avevano mai avuto.

Eppure con Olivia era diverso, c'era qualcosa di scaltro in lei che gli aveva fatto capire che era conscia di quell'equilibrio precario, e che non avrebbe fatto di tutto per averlo – almeno pubblicamente – per mantenere la sua dignità.

A Carter piaceva proprio perché pensava che sotto certi punti di vista fossero simili, al punto da poter essere compatibili.

Erano calcolatori, egoisti ma caparbi, pronti a ottenere quello che volevano, ed erano qualità che non era facile trovare in una donna.

Però sia a Leighton che a Olivia mancava qualcosa agli occhi di Carter. Era come se non riuscisse ad andare fino in fondo, come se fossero ottime nella teoria, ma poi in pratica ci fosse qualcosa che non andava.

Guardò prima una e poi l'altra, e fu ricambiato una volta con lussuria e l'altra con rispetto ed eleganza, ma niente di quello che avrebbe voluto trovare nello sguardo della persona che avrebbe voluto amare, perché ormai era chiaro: anche se Carter era poco convinto riguardo la storia dell'anima gemella scelta a tavolino, era lì per fare un tentativo e ormai aveva capito di volerci provare davvero, non solo per fare un favore alla madre. La verità era che aveva bisogno di credere che qualcosa di bello oltre alla musica e alla recitazione fosse possibile pure per lui. Aveva voglia di sentirsi di nuovo umano.

Fissò Jade, concentrata sul gioco, mentre si passava l'indice e il medio sul labbro inferiore, un gesto che faceva quando era concentrata o a disagio. Lo sguardo di Carter, però, la richiamò e lo ricambiò con una sincerità disarmante. Smise di muovere le dita sulla bocca, quasi quel piccolo gesto le avesse fatto dimenticare l'imbarazzo per un attimo, e gli sorrise genuina, un sorriso così solare che ricordava un riverbero che colpiva l'acqua cristallina.

Carter le sorrise di rimando, felice di aver fatto tanto nel suo piccolo, e di essere stato proprio lui a renderla a proprio agio. Fu contento di quel breve scambio perché si sentì a casa, quell'atmosfera intima in cui poteva lasciarsi andare per quello che era, come se ci fossero le persone di sempre, a cui voleva bene, a circondarlo.

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