Capitolo 3

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Non avevo dormito tutta la notte è la testa mi martellava, mi sentivo come se mi avessero preso a pugni. Pensai tutta la notte a mio fratello a quello che avrei tanto voluto dire; ovunque sarai e qualunque cosa tu stia facendo, fermati per un momento e ascolta il tuo cuore e mentre lo farai, pensa a me, ai tuoi genitori, perché dovunque sarò io farò lo stesso. Lascia che il tuo cuore ti conduca da me. Lentamente aprì gli occhi e guardai il soffitto, feci un respiro profondo per tranquillizzarmi ma le lacrime iniziarono a scendere ancora dai miei occhi come acqua da una spugna. Mi sentivo uno spazio vuoto, tra i pensieri.

«Ti odio!» Urlo, rivolta ai pensieri.

Vorrei che questa storia fosse diversa. Vorrei che si svolgesse a un livello più elevato. Vorrei che mi facesse apparire più positiva, meno esigente. Vorrei che parlasse d'amore, di quanto è bella la vita, o anche di amicizia, di valori, di felicità. Forse parla anche di questo, ma in una forma diversa, fatta di bisbigli, di segreti, di parole non dette, di movimenti sotterranei e misteriosi. Mentre mi ero persa nei pensieri, sento delle braccia che mi avvolgono. Sento quel calore famigliare, il suo profumo, le sue mani morbide che mi accarezzano. Ero così immersa nel mio mondo che non mi sono accorta che qualcuno è entrato dalla porta della mia camera.

«Andrà tutto bene.» Mi sento dire da Jack, quasi in un bisbiglio mentre mi stringeva forte tra le sue braccia.

Mi volto verso di lui e mi distendo sul suo petto, come se fosse l'unico posto dove avrei voluto restare per sempre. Jack mi accarezza i capelli, come fossi una bambina che vuole essere coccolata.

«So che in questi momenti ogni parola sembra detta senza avere senso,» si fermò per un istante mi prese il viso tra le mani, voltandolo verso di lui. I suoi occhi penetrarono nei miei. «ma voglio semplicemente dirti, che io ti sarò sempre accanto. Non sei da sola ad affrontare questo schifo di mondo.»

Mi sentì sollevata da quelle parole. Quante volte ho pensato di essere da sola. C'è mia sorella, o la mia famiglia, ma questo non mi bastava. Sapere che c'è anche lui mi fa sentire meglio. Ho gli occhi lucidi, e guardandolo scopro che anche i suoi sono bagnati. Lo bacio. Lo bacio così forte da farmi mancare il respiro. Sentirlo in questo modo, mi dava la sensazione che se crollo, lui lo farà con me.

«Ti amo» Gli sussurro, con quel poco d'aria che mi era rimasta.

«Ti amo anche io, mia piccola Rose.»

«Pensi che tutto questo finirà prima o poi?» Gli chiesi, ritornando nella posizione di prima, appoggiata sul suo petto.

«Penso che finirà e ci sarà un bel finale.» Sorrise.

Ricordo quando ho conosciuto Jack, avevo sedici anni. Tra noi c'è stato subito amore, solo che io ci ho messo tempo a capirlo. Jack non ha mai smesso di cercarmi, ed io in fondo cercavo lui. Ho fatto tanti sbagli nei suoi confronti e me ne pento, ma forse doveva andare così. Ora sono due anni che stiamo insieme, ed io ogni giorno mi sento innamorata come se fosse la prima volta. Ho un carattere molto particolare, non facile da sopportare. Non so come, Jack riesce a tenermi il passo. Mi comprende, sempre. Sono molto grata per tutto quello che fa per me. Sono fiera di lui, per la persona che è e che era.

«Non voglio partire» sussurro piangendo.

«Non voglio neanche io.» Mi stringe a sé, più forte, come se fosse l'ultimo abbraccio. «Ma devi andare. Devi darti delle risposte. Ti aspetteranno tante sorprese, che siano belle o brutte. Ma finalmente capirai. Riuscirai a completare il puzzle.»

«E se non volessi delle risposte?» Le nostre dita s'incrociarono.

«Per tutta la vita rimarrai con il rimpianto di non averle cercate.» Si sistema accanto a me, sul mio letto per guardarmi negli occhi.

Non so decifrare se siano tristi, spaventati, confusi. So che questa partenza, anche se sarà breve, gli fa male e farà male anche a me.

«Sii forte, comunque vadano le cose. Io ti aspetto!» Prese una breve pausa mentre mi accarezzò la guancia. «Tu sarai con me.»

«Lo so.» Mi rannicchiai contro il suo petto mentre mi stringeva nelle sue braccia, le lacrime iniziarono a scendere veloci dai miei occhi. Avrei voluto farle smettere, ma non sapevo come si faceva.

«Sei la persona più simile ad un angelo che io abbia mai incontrato» Con tenerezza mi abbracciò forte. Rimanemmo cosi per un po' desiderando che quel momento durasse per sempre.

Ti ritroveròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora