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Non riuscivo a capire cosa era andato storto, se la gravidanza era stata normale e le analisi e le visite positive. Avevano rapito mio fratello, era l'unica soluzione plausibile a questo punto. Questo mi dava la certezza che mio fratello non fosse morto. Non so cosa sia successo a quel bambino, ma sono certa che lo scopriremo. Ho bisogno che mia madre possa vivere con la coscienza tranquilla. Soffre perchè non sa la verità. Io e mia sorella avremmo lottato per mia madre. Avremmo rischiato, lo avremmo trovato e portato a casa, da lei. Se davvero mio fratello non era morto alla nascita, adesso doveva avere una vita e magari non voleva sapere quello che avevamo da raccontargli, ma avremmo trovato un modo per farci ascoltare. Il mio lato negativo mi diceva che non c'era soluzione. Nessuna soluzione era efficace in un caso del genere. Mi chiesi se non mi stessi lasciando coinvolgere nell'ossesione di mia madre. Ma questo non era vero, era un inganno creato dalla mia mente, dagli sguardi delle persone che sapevano di questa storia, mi facevano pensare. Molti ripetevano che sarebbe stato meglio non entrare in questo vortice di storia, ma non potevamo far finta di niente e, a dire la verità, noi già c'eravamo in questo vortice, io fin da quando ero una bambina. Spevo sempre di più su questa storia. Se mio fratello era vivo, l'avremmo trovato. La Rose che era dietro di me, quella di prima, colei che non si ribellava e non era visibile, iniziava ad agire.

Sarah mi guarda 《Mia madre non è stata in questo ospedale nel '76?》 Chiede, incredula.

La segretaria rimane colpita da quella domanda, prende fiato e risponde. 《No. Come mai vi servono le cartelle cliniche?》interpella.

Mi si strinse lo stomaco. Non potevamo dirle il motivo per cui cercavamo la cartella clinica, erameglio che per ora non lo sapessero. Cerco gli occhi di Sarah. Quando li trovo, capisco che sta per dire una bugia. 《Mia madre si trova in ospedale in Italia e i medici hanno bisogno di tutte le sue cartelle cliniche. Sta davvero male.》

Esamino la segretaria. Cambia espressione del viso immedesimandosi nella sofferenza di mia madre. Lei non sa che non è vero. Anche il suo tono di voce cambia. 《Mi dispiace per quello che sta succedendo a vostra madre》Si alza dalla sedia per prendere le mani di mia sorella 《Ma non ci risulta che vostra madre sia stata qui, nel nostro ospedale, nel '76》Dichiara.

Tutto quello che sentivo lo assorbivo passivamente, come se la mia mente fosse di spugna. Improvvisamente iniziai ad avvertire un dolore terrificante, di quelli che ti lacerano l'anima. Non avevo appreso che la vita fosse così dura, fino ad adesso. Avrei voluto prendere a morsi la vita e non lasciarne niente. Non respiravo più, mi sentivo opprimere. Ed ora? Come si mettevano le cose?

Quelle parole, le ultime parole, avevano cancellato quei pochi sentimenti d'amore che mi erano rimasti. Adesso mi sentivo un gigante che andava verso il passato, distruggendo ogni ricordo. Mi chiesi come avesse fatto mia madre per quarant'anni a sopravvivere, ma mi diedi anche una risposta: l'intuizione di una madre è quasi sempre un dato certo. E lei, probabilmente, è sopravvissuta con la speranza che fosse vivo o molto probabilmente con la certezza, e ora posso dire che aveva ragione.

Improvvisamente venne la dottoressa del reparto. Una donna affascinate. Indossava un completo rosa che le donava. Stava ferma d'avanti a noi come una guerriera. Manteneva delle cartelle sotto il braccio ascoltando la segretaria che le spiegava tutto.

Ci guardò con un sorriso e ci disse:《Mi faccia mandare un fax dal dottore che sta curando vostra madre in Italia, poi manderò le cartelle cliniche. 》disse diretta senza lasciar trapelare nessuna espressione del viso, tipico dei dottori quando devono darti una notizia, bella o brutta che sia.

Non riuscivo a capire se il suo modo di fare era perché si era creata un personaggio o se era realmente se stessa.

Non parlammo. È davvero brutto quando c'è quel silenzio imbarazzante, aspetti che parli per prima qualcun altro. E fu così che la dottoressa fece il primo passo, lasciandoci il suo numero di telefono. Subito dopo andò via, lasciando una scia di profumo dolce, alla fragranza di vaniglia. La guardai allontanarsi, sconvolta.

Ti ritroveròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora