Chiusi gli occhi cominciando a contare le pecorelle per arrivare a dormire, ma niente. Apri gli occhi stanchi e guardai il soffitto cercando qualcosa da fare. Mi sentivo snervata. Con le mani andai alla ricerca del mio cellulare tra le lenzuola, sul mobile accanto al letto e sotto al cuscino. Quando finalmente lo trovai lo accesi. La luce accecante dello schermo mi fece venire il mal di testa. Presi gli occhiali che avevo appoggiato sul comodino e li indossai. C'erano cinque chiamate perse di Jack. Mi alzai di scatto preoccupata mettendomi seduta, composi il numero e lo chiamai sperando che stesse sveglio.
«Fra dieci minuti ti passo a prendere.» Impose con voce divertita.
Rimasi con gli occhi spalancati e mentre stavo per rifiutare la proposta staccò la chiamata. Non ero molto contenta all'idea di uscire di casa alle tre di notte e nello stato in cui mi trovavo, ma non avevo scelta. O almeno volevo non avere scelta. Mi alzai dal letto di fretta per andare in bagno a farmi una doccia fredda. In dieci minuti ero già in camera d'avanti allo specchio sistemandomi la gonna ad alta vita. Lasciai i capelli sciolti e mi truccai il necessario mettendo solo un po' di eyeliner.
«Chiudi gli occhi.» Trasalii dallo spavento. Avevo dimenticato che Jack aveva le chiavi di casa, era entrato senza far rumore e si era approfittato della mia distrazione per entrare in camera.
Guardai la nostra immagine riflessa nello specchio. Dio, era bellissimo. Aveva indossato la giacca nera che mi piaceva tanto. Amavo questo stile elegante e indossato da lui era stupendo.
«Chiudi gli occhi.» Sussurra Jack nel mio orecchio.
Obbedì ai suoi ordini. Mi mise qualcosa davanti agli occhi, presumo che sia una benda. Non capivo cosa stesse facendo eppure mi piaceva. Percepivo il suo corpo troppo vicino al mio, avevo le spalle appoggiate al suo petto è le gambe incollate alle sue, un brivido che attraversò in un attimo tutto il mio corpo mi fece sussultare, Jack si accorse della reazione dovuta al suo contatto e di proposito si avvicina di più.
«Ti faccio questo effetto, mia piccola Rose?» Sussurra nell'incavo del mio collo. «Non ti ho neanche toccato» continuò.
Mi posò le mani sui fianchi molto lentamente e mi voltò verso di lui. Non riuscivo a pronunciare una parola, percepivo il suo sguardo che analizzava il mio corpo bloccato. Iniziò a muoversi con il bacino contro il mio, muovendo le mani come se cercassero qualcosa in particolare. Mi sentivo le guance in fiamme e in quel momento smisi di pensare. Jack mi baciò sotto il collo, passando la mano sul mio viso.
«Adesso ti porto via con me.» Prese la mia mano e mi trascina fuori dalla camera.
«Dove stiamo andando?» Domando cercando di mantenere il passo.
«Fidati di me.»
Camminava frettolosamente ma senza far rumore. Senti la porta di casa chiudersi e il rumore dello sportello della macchina aprirsi.
«Attenta alla testa» mise la sua mano sulla mia testa per non farmi urtare, mi sistemai comoda sul sedile. Non capisco cosa stesse succedendo ma non mi importava perché avevo bisogno di staccare un po' la spina.
«Tu sei pazzo» Gli urlai ridendo, appena sentì che si era seduto al posto di guida.
«Molto pazzo.»
Il vento che entrava dal finestrino aperto mi diede un leggero sollievo dal peso di mio fratello e di tutte le conseguenze che ci sarebbero state. Jack era capace di farmi dimenticare tutti i pensieri che mi frullano per la testa, in quel momento la mia mente si era completamente svuotata. Era diventato la mia medicina, quella che toglie i mali molto rapidamente. Avrei tanto voluto curiosare, ma per farlo mi sarei dovuta aiutare con le mani per spostare la benda, cosa che non potevo assolutamente fare. Si sarebbe accorto anche di un minimo movimento con le dita. Mentre cerco di escogitare qualche piano, sento il motore spegnersi.
«Siamo arrivati» annuncia.
Avevo un po' di ansia, forse era dovuto al fatto che Jack non era il tipo di ragazzo che faceva le sorprese.
«Hey piccola, vuoi rimanere in macchina?» Si diverte mentre mi prende la mano per aiutarmi a scendere dall'auto.
Camminammo circa una decina di minuti, o almeno così mi era sembrato, ad un certo punto Jack mi fermò con un gesto della mano, si pose dietro di me, Sentivo il suo fiato nell'incavo del mio collo. Quel gesto mi faceva dannatamente impazzire. Con un gesto delle mani, mi tolse la benda. Istintivamente rimasi ancora con gli occhi chiusi, pensando al brivido che stava ancora percorrendo il mio corpo.
«Rose, puoi aprire gli occhi.»
Lo sentì sorridere. Aprì gli occhi, richiudendoli e aprendoli più di una volta. I battiti del mio cuore iniziano ad accelerare, facendo sì che trattenessi il respiro. Avevo di fronte a me un panorama mai visto prima. Eravamo su una terrazza, dove si vedeva tutto il paese, doveva essere un diciottesimo piano o forse qualcosa in più. Come avevo fatto a non rendermi conto che avevamo preso un ascensore? Odio l'effetto che mi faceva Jack, era capace di drogarmi. Mi concentrai sul panorama guardando le case, da quest'altezza si vedono molto piccole e le luci in città davano quel tocco di magia. Sembra un presepe vivente. Il piccolo paese anche se pieno di caus, quella notte dal diciottesimo piano, sembrava che tutto taceva, ed era bellissimo. Anche il cielo dava il suo tocco speciale, stasera era limpido, non c'è una nuvola ma soltanto stelle. La luna era la protagonista in questa notte magica.
«È bello, vero?»
«Jack, è pazzesco».
Mi voltai verso di lui per guardarlo. Ed era lui la cosa più bella che io abbia mai visto nella mia vita.
«C'è un'altra cosa che devi vedere.» Disse, trascinandomi dentro alla camera.
Aveva preparato tutto nei dettagli, le luci erano spente è le candele per terra intorno a tutta la stanza erano accese. Mentre nell'angolo, vicino a delle vetrate, c'era un tavolo con dei fiori e dello spumante. Mentre cercavo di capire cosa stava succedendo Jack mi abbracciò da dietro intrecciando le sue mani nelle mie. Non avrei voluto essere in nessun altro posto se non qui accanto a lui.
«Festeggiamo?» Ride, mentre lascia le mie mani per avvicinarsi al tavolo con lo spumante.
«Che cosa festeggiamo?» Gli chiesi.
«È un periodo brutto questo che stai attraversando, anche se non ne parli io lo so, perché lo leggo nei tuoi occhi. Volevo dedicarti del tempo, una serata tutta per noi, solo io e te.»
Si avvicina per sfiorarmi la guancia, intanto i suoi occhi erano fissi nei miei. Jack entrava e usciva dalla mia vita, senza che io me ne accorgevo. L'amore che provavo per lui, il forte legame, mi annebbiava la mente, il cuore e la vista.
Non riuscì nient'altro che pronunciare: «Scusami»
«Di cosa?» Mi chiese corrugando la fronte.
«Per tutte quelle volte che sono stata odiosa nei tuoi confronti...» Confessai cercando di guardare altrove.
Jack si rilassò, me ne accorsi dai lineamenti del suo volto. Forse si aspettava qualcosa di opposto. Jack non era come me, io mi aspettavo sempre del bene dalle persone. D'improvviso il suo volto cambiò, divenne sereno, Mi guardò intensamente negli occhi, mi desiderava tanto. Mi voleva. Come io volevo lui ora, domani, dopodomani e per sempre. Mi imbarazzai dal modo in cui riusciva a tenere fermo il suo sguardo nel mio. Non ci pensai molto perché mi buttai completamente sulle sue labbra, baciandolo con passione. Erano grandi e morbide. Jack non aspettò altro, perché mi attirò a sé con forza, andai a urtare contro il suo petto, ma non mi feci male. In un istante mi ritrovai sul letto, nuda. Il desiderio che avevamo l'una dell'altro ci annienta e ci fa volare allo stesso tempo. L'amore. L'amore è pieno di tutto. È pieno di passione, di vita, di dolore e di felicità. L'amore è tutto per l'essere umano.
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Ti ritroverò
FanfictionRose è una ragazza di 25 anni affascinata dalla vita è innamorata perdutamente di Jack. Un ragazzo che aveva fatto di tutto per conquistarla. Vive in una piccola cittadina in Italia insieme alla sua famiglia. Rose Ha una vita semplice quasi noiosa...