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Passa un'interminabile ora trascorsa tra le lacrime. Ringrazio mentalmente Samuel per non avermi fatto nessuna domanda sull'accaduto.
Si merita una spiegazione, ma non ora.
Mi hanno raggiunta anche le mie amiche e siamo tutti in attesa di notizie. Non riesco più ad aspettare.
Finalmente vedo un medico venire verso di noi.
Mi alzo immediatamente e lo raggiungo.
"È lei la figlia delle signora Jessica?" Mi chiede
"Sono io. Come sta?" Sento già le lacrime tornare a farmi visita.
"È fuori pericolo, però ha bisogno di sostegno da parte di uno psicologo. Sua madre soffre di depressione, come lei saprà, e ha tentato il suicidio. Ci occuperemo noi personalmente della ricerca di questa persona, se lei è d'accordo."
"S-si certo. Quindi starà bene?"
"Certamente. Dovrà però passare del tempo qui in ospedale per rimettersi completamente. Qui inizierà gli incontri con lo psicologo che proseguiranno poi a casa quando uscirà."
La felicità che sento quando afferma con sicurezza che mia madre starà bene è sconfinata.
"Posso vederla?"
"Prego signorina" mi risponde aprendo la porta della stanza dove si trova mia madre.
Entro nella stanza e la vedo lì. Stesa su quel letto, con una flebo al braccio. Sento i sensi di colpa tornare a farmi visita. Sento che è colpa mia se è lì in quel letto. Sento che è colpa mia se soffre di depressione.
Mi avvicino, mi siedo sulla sedia che si trova accanto a letto e le stringo forte la mano.
Apre immediatamente gli occhi e mi guarda, con gli occhi lucidi come i miei.
"Mamma" sussurro
"Emma, se puoi perdonami."
"Mamma... tu devi perdonarmi. Non ti ho aiutata abbastanza. Non ti sono stata accanto come avrei dovuto. Non posso vivere senza di te. Ti prego, ti prego non farlo mai più." Le dico fra le lacrime.
"Se tu mi aiuterai, riuscirò a superare tutto questo." Risponde scoppiando anche lei in un pianto disperato.
"Te lo prometto" sussurro
Ci abbracciamo così, fra le lacrime e ci dimostriamo quanto ci siamo mancate.
Supereremo anche questa. Sarà difficile, ma lo faremo. Insieme.
***
Esco dalla sua stanza e vedo che Samuel e le mie amiche sono ancora lì fuori. Sono rimasti ad aspettarmi.
Il medico mi ferma mentre mi dirigo verso di loro.
"Puoi tornare a casa a riposare, ci pensiamo noi a prenderci cura di tua madre. È tutto il giorno che sei qui."
"Grazie" rispondo
Tornerò da lei domani mattina presto. Non mi importa della scuola. Devo pensare a mia madre ora.
"Possiamo andare a casa. Sta bene ora" mi rivolgo alle mie amiche ed a Samuel.
Le mie amiche mi abbracciano per bene e mi salutano. Non dopo avermi chiesto una ventina di volte se volevo dormire da loro. Ho rifiutato perché so che loro domani non possono saltare scuola, conoscendo i genitori. Ci tengono alla loro condotta. Poi ho bisogno di stare a casa mia.
Sono finalmente a casa. Scendo dal motorino di Samuel che mi ha obbligata a tornare con lui.
"Grazie per tutto" gli dico
"Non devi ringraziarmi. Sono contento che tua madre stia bene."
Gli rispondo con un sorriso, so che lo pensa davvero.
"Sei sola in casa? Cioè... devi dormire sola?" È in imbarazzo, lo noto immediatamente. E lo sono anch'io, perché capisco cosa vuole dire con quella domanda.
"Mm, sì"
"Ecco, se hai... paura potrei dormire con te. Non nel tuo letto, insomma se tu non vuoi che stia nel tuo letto."
Non riesco a trattenere una risata.
Però ora che mi ci fa pensare ho sempre avuto paura di dormire a casa da sola. Soprattutto stanotte, dopo quello che è successo. Poi sembra che stia arrivando un temporale. Ed io ho estremamente paura dei tuoni.
"Sì, resta con me" rispondo infine con un sorriso.

Spazio autrice 🐼
Emma troverà il coraggio di rivelare a Samuel ciò che le è capitato?
Riuscirà a fidarsi di lui?
Lo scopriremo a breve... forse.

La mia cittàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora