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Innanzitutto volevo invitarvi a leggere la mia nuova storia: "Tra miliardi di persone"
Detto ciò, buona lettura! ❤

"Sei bellissima." Afferma mia madre, visibilmente commossa, sull'uscio della mia camera.
Sono davanti allo specchio, con il vestito che ho comprato ieri, e devo ammettere che sto davvero bene, mi sento bene.
Mi volto verso mia madre e le sorrido, mentre si avvicina a me a passi svelti.
"Sei cresciuta così tanto!" Esclama, abbracciandomi. "Hai già diciotto anni, stento a crederci."
Già, non sembra vero neanche a me. Il tempo passa così in fretta che non riesco a stare al passo.
Il telefono squilla sul mio comodino, è un messaggio da parte di Samuel.
Sono fuori casa tua. Scendi, piccola.
Sorrido come ebete e scendo di corsa le scale per dirigermi alla porta, dopo aver, ovviamente, salutato mia madre.
Spalanco la porta e Samuel e lì davanti ed è bellissimo.
Indossa dei pantaloni neri ed una camicia bianca, i suoi ricci sono perfettamente ordinati e sul suo viso si fa largo un sorriso stupendo.
"Devo metterti questa." Afferma, mostrandomi un foulard.
"Cosa? Vuoi bendarmi?" Domando con gli occhi sbarrati.
"Sì, piccola." Sussurra avvicinandosi a me. "Fidati di me."
Mi fido.
Mi copre gli occhi con il foulard, che lega dietro la mia testa e non vedo praticamente nulla.
Afferra subito la mia mano e mi dice di seguirlo.
"Non farmi cadere!" Esclamo spaventata.
"Non lo permetterei mai."
E così dopo avermi fatto girare in lungo e in largo per tipo cinque minuti, arriviamo a destinazione.
Sento il rumore di una porta aprirsi e poi chiudersi dietro di me.
La benda vola via e parte un coro di auguri.
"Oh mio dio!" Esclamo, con le mano sulla bocca. "Grazie."
Siamo nel salotto di Samuel e c'è praticamente buona parte dei miei compagni di scuola, le mie amiche, Christian e c'è anche Tatiana.
Che cavolo ci fa qui?
Le mie amiche mi rinchiudono in un abbraccio di gruppo.
"Auguri, Em" gridano in coro, mentre continuano a stritolarmi nel loro abbraccio.
Passo la mezz'ora successiva ad abbracciare e ringraziare tutti per gli auguri, finché non arriva il turno di Tatiana.
Si avvicina a me a testa bassa. "Auguri." Mormora.
"Grazie."
"Senti... volevo dirti che mi dispiace per... per come ti ho trattata in questi anni. Non conoscevo la verità, ma ora che la so, mi sento davvero un idiota." Passa una mano fra i suoi capelli.
"Spero tu possa perdonarmi, nonostante tutto quello che ho fatto. S-scusa."
Quasi non mi sembra vero. Vedo che sta facendo parecchia difficoltà a chiedermi scusa, però l'ha fatto e lo apprezzo davvero.
"Tutti commettiamo degli errori." Dico con un sorriso.
"Sei troppo buona, Emma." Risponde Tatiana con un sorriso sghembo.
Così si allontana da me. Non credo di essere troppo buona, semplicemente preferisco non odiare le persone. Mi ha chiesto perdono ed il perdono è quello che le ho concesso.
"Com'è andata?" Chiede Samuel, mentre mi circonda i fianchi con il braccio. "Ti ho vista parlare con Tatiana."
"Bene, mi ha chiesto scusa." Sorrido.
"È un miracolo." Ridacchia, prima di premere le sue labbra sulle mie in un bacio dolce e delicato.
All'improvviso mi sento tirare per il braccio. "Smettetela voi due!" Esclama Camille con una faccia schifata. "Vieni a ballare."
Non mi da neanche il tempo di replicare che sono già sulla pista da ballo.
"Tieni." Vanessa mi passa un cocktail, che trangugio in un secondo.
Ci dimeniamo nella pista, mentre i cocktail continuano ad arrivarmi in mano e sento già la testa più leggera.
"Per caso ti stai ubriacando?" Samuel sussurra al mio orecchio, mentre mi afferra da dietro per i fianchi a mi fa voltare verso di lui. Inteccio subito le braccia intorno al suo collo e gli stampo un bacio sulle labbra.
"Forse."
Inizio a ballare in modo sensuale, per quanto possa esserlo visto il mio scarso talento nel ballo, mentre Samuel sorride scuotendo il capo.
"Se continui così ti porto in camera." Sussurra con voce maliziosa ed il mio corpo è scosso da un fremito.
"Fallo." Rispondo prontamente, mentre Samuel spalanca gli occhi sorpreso.
L'alcol mi rende più audace.
Non se lo fa ripetere, afferra la mia mano e mi trascina verso le scale.
Peccato che nel tragitto incontriamo una Federica completamente ubriaca.
"D-dove pensate d-di... an... andare voi due?" Biascica.
"Quanto hai bevuto?" Chiedo ridacchiando.
"Pochiss... pochissimo!" Esclama.
"Immagino." Alzo gli occhi al cielo. "Christian dov'è?"
"Non lo... so." Mormora.
"Trovo io Christian." Afferma Samuel, mimando con le labbra un 'non finisce qui.'
"Viene Fe, andiamo in cucina. Hai bisogno di acqua." Affermo, trascinandola verso la cucina.
Prendo un bicchiere di plastica e ci verso dentro dell'acqua.
"Bevi." Ordino porgendole il bicchiere.
Esegue subito, senza fare storie.
Per fortuna.
Dopo qualche minuto Samuel e Christian fanno capolino in cucina.
"Fe, ma dov'eri?" Domanda Christian.
"Da qualche parte... in questa casa." Risponde subito lei.
Ridacchio, è troppo buffa da ubriaca.
Senza che possa rendermene conto, Samuel ha afferrato di nuovo la mia mano e mi sta portando al piano di sopra.
"Hai fretta?" Chiedo, mordendomi il labbro.
"Non immagini quanta." Risponde con un sorrisetto.
Giungiamo in camera sua, apre la porta e la richiude a chiave alle sue spalle, dopo che siamo entrati.
In un secondo le sue labbra sono sulle mie, mentre il mio cuore rischia di uscirmi dal petto e le gambe di cedermi.
Mi solleva per le cosce ed allaccio subito le gambe intorno ai suoi fianchi, mentre le mie mani sono intrecciate dietro il suo collo.
"Sei bellissima." Soffia sulle mie labbra, prima di riprendere a baciarmi, con più foga, con più passione.
Le nostre lingue si incontrano e si incrociano, mentre lui si appropria di tutti miei gemiti.
Mi adagia lentamente sul letto e si sdraia su di me, ogni parte del mio corpo freme per lui. Ogni contatto delle sue mani con la mia pelle mi provoca brividi in tutto il corpo.
Quando i vestiti non sono più un ostacolo ci perdiamo nel nostro universo, nella perfezione dei nostri corpi uniti in uno solo.

La mia cittàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora