È passato precisamente un mese da quella imbarazzante domenica.
Siamo già a novembre e sta iniziando a fare freddo. Odio il freddo, soprattutto perché ho sempre le mani congelate e non so mai come riscaldarle. Per non parlare di tutto il resto del corpo, però bisogna sopravvivere.
Il mese passato è stato bellissimo, a parte tutti i compiti e le interrogazioni. Ho studiato come una pazza e devo dire che i risultati si sono fatti vedere. Mia madre ne è felicissima.
L'ho trascorso anche in compagnia di Samuel. Siamo usciti insieme ogni tanto, quando non ero intenta a studiare. Ci siamo divertiti parecchio. L'ho costretto a vedere film strappalacrime, nonostante le sue costanti lamentele. Lui invece mi ha costretta a giocare con la Playstation, a degli stupidi giochi di sparatorie. Inutile dire che non sono capace.
Abbiamo anche cercato di coccolarci e baciarci ogni tanto, con scarsi risultati, visto che mia madre era sempre appostata davanti la porta della mia camera. Mi ha costretta a tenerla aperta, Samuel ha sbuffato per un'ora intera quando gliel'ho detto.
Sono stata anche con le mie amiche. Siamo andate parecchie volte al bar a bere la cioccolata calda. Siamo state in biblioteca a studiare insieme ed è stato molto più divertente che studiare da sola. Siamo addirittura andate al bowling, inutile dire le figuracce che abbiamo fatto.
Ho passato del tempo anche con mia madre, che mi ha costretta a fare shopping. Secondo lei il mio armadio era pieno di cose terribili e da uomo, quindi "lo ha reso un po' più femminile", testuali parole.
Insomma è stato un mese assurdo, fatto soprattutto da risate e divertimento. Era da tanto che non ridevo così. Mi sono sentita felice e appagata.Ora sono a scuola, Federica sonnecchia al mio fianco, mentre la professoressa di matematica spiega delle cose incomprensibili. È l'ultima ora, quindi è inutile dire che sono stanca e non sto capendo più nulla.
Penso solamente che all'uscita vedrò Samuel. In questo mese ci siamo uniti ancora più di prima. Non ci vediamo dall'altro ieri e già mi manca. È da pazzi, ma è così.
Quando finalmente suona la campanella, saluto Federica e corro fuori dalla scuola.
Mi fermo quando arrivo in giardino ed aspetto che arrivi Samuel.
Passano dieci minuti e di lui neanche l'ombra. Non capisco dove sia, così decido di chiamarlo al cellulare, però non mi risponde.
Forse non è venuto a scuola. Decido di tornare a casa visto che sto morendo di fame.Dopo pranzo mi lancio sul letto, prendo il cellulare e vedo che non c'è nessuna notifica. Samuel non mi ha richiamata e non mi ha inviato nessun messaggio. La tentazione di andare a casa sua è tanta, però decido di lasciar perdere. Non voglio assillarlo.
Passo il resto della giornata a studiare per il compito di domani, finché non arriva l'ora di cena. Mi dirigo in cucina e il buon profumo del cibo invade le mie narici. Mia madre è alla prese con i fornelli.
"Che hai cucinato?"
"Il pollo con le patate." Risponde mia madre.
"Ti adoro, mamma"
Divoro il mio piatto e sono estremamente soddisfatta. Mia madre è sempre stata bravissima a cucinare, però quando stava male non lo faceva più. Ora che sta meglio è sempre ai fornelli.Dopo aver visto un film in compagnia di mia madre, decido di tornare in camera mia, perché domani devo svegliarmi presto e sono già stanca.
Mi infilo il pigiama e poi mi butto nel mio amato letto. Controllo il cellulare un'ultima volta, dopo aver impostato la sveglia e ancora non c'è traccia di Samuel. Dov'è finito?I due giorni seguenti passano in fretta. Samuel non si è fatto vivo, non ha risposto ai miei messaggi ed alle mie chiamate. Sono addirittura andata a casa sua per vedere se stava bene. Mi ha aperto suo padre e mi ha detto che era malato, però mi sembrava una vera e propria bugia.
Se era solo malato, mi avrebbe risposto al cellulare, invece non l'ha fatto. Voglio sapere qual è il problema e che cos'è successo.
I miei pensieri vengono interrotti, quando sbatto con qualcosa.
"Stai attenta!" Sbraita il tipo che ho investito.
Alzo gli occhi e vedo che è un ragazzo.
Abbastanza alto, infatti ho sbattuto contro il suo petto, i capelli corti color cioccolato e gli occhi del medesimo colore. Credo di averlo già visto in giro, ma non ne sono sicura.
"Scusami, non ti avevo visto."
"Ci credo, avevi la testa fra le nuvole."
Beh, sì in teoria è vero. Faccio un sorrisetto innocente e lo guardo di sottecchi. Devo essere buffa, perché lui scoppia a ridere.
"Non riesco ad essere arrabbiato se mi guardi con quella faccia. Comunque sono Christian."
Ridacchio. "Emma."
"Credo che andrò a casa." Continuo.
"Vengo con te, tanto passiamo per la stessa strada. Ti vedo sempre quando torni a casa."
Oh, ecco dove lo avevo visto. Lo avevo notato anch'io.
"Va bene"
Parliamo del più e del meno, soprattutto della scuola. Mi ha anche invitata ad una festa che organizza un suo amico questo sabato. Ha detto che sarà divertente e che posso portare chi voglio. Credo che le mie amiche ne saranno entusiaste.
Quando siamo quasi a casa mia, mi soffermo ad osservare casa di Samuel.
Le finestre di camera sua sono chiuse, come le tende. Sono preoccupata, non capisco cosa gli prende.
"Emma, io vado! Ci vediamo sabato." Mi saluta Christian.
"Ciao, Christian."
Dopo averlo salutato, do un ultimo sguardo alla casa di Samuel ed entro in casa mia.SAMUEL'S POV
Vedo Emma attraverso la finestra, è in compagnia di un ragazzo. Provo un senso di gelosia e sento la rabbia crescermi dentro.
"Sam, è pronto il pranzo." La sua voce mi fa distogliere lo sguardo da quello che sto vedendo e da quello che provo in questo momento.
"Arrivo, Anna."Spazio autrice 🐼
Nuovo capitolo pieno di colpi di scena! 😱😱😱
Cosa ci fa Anna a casa di Samuel?
Cosa farà Emma quando lo scoprirà?
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La mia città
RomanceEmma è all'ultimo anno di liceo, nella città che odia più di tutto. Questa città le ha portato via ciò che aveva di più caro. Questa città l'ha portata a non fidarsi di nessuno, se non delle uniche persone che le sono rimaste accanto, le sue miglio...