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Non abbiamo più parlato di ciò che mi ha chiesto Samuel quella sera.
Ormai è passato un mese e la sua domanda è rimasta lì, impressa in quel momento.
Probabilmente l'ha detto davvero solo perché era ubriaco.
Pensavo che fosse davvero quello che voleva, quello che pensava.
So che siamo giovani ed un passo del genere ora forse è troppo, però io so di voler passare il resto della mia vita con lui. Ne sono sicura.
Quello che proviamo quando stiamo insieme è qualcosa di unico, qualcosa di speciale.
Quando stiamo insieme siamo in un universo tutto nostro, solo nostro.
Non ho paura di fare questo passo e mai l'avrò.

Questa notte ho fatto un sogno dal quale non volevo più svegliarmi. Ho sognato me e Samuel, il nostro futuro. Insieme.
Quando ho aperto gli occhi ho avuto paura, pensavo che tutto potesse finire tra noi due. Non sono più riuscita a chiudere occhio.
Dei baci umidi sul mio collo mi distolgono dai miei pensieri.
"Buongiorno piccola." Soffia Samuel, sul mio collo. "Già sveglia?"
Mi volto verso di lui e fisso i miei occhi nei suoi. "Sì, ho... ho fatto un sogno." Sussurro, mentre una lacrima solitaria scende sulla mia guancia.
"Ehi, perché piangi?" Chiede preoccupato, accarezzandomi la guancia.
"Era un bel sogno." Mormoro. "Piango perché ho paura che non rispecchi la realtà."
"Che hai sognato?"
"Noi due." Sussurro. "Insieme per sempre."
"Em, questa è la realtà. Noi staremo insieme per sempre." Rivela, con un piccolo sorriso sulle labbra.
"Non puoi saperlo. Noi..."
Non mi lascia finire. "È una promessa, piccola." Soffia sulle mie labbra.

*

"Allora, come va con Sam?" Chiede curiosa Federica.
È passata a casa a trovarmi, visto che Samuel è a lavoro, perché, testuali parole, così possiamo fare un po' di gossip.
"Bene." Rispondo subito, anche se il mio viso è celato di preoccupazione.
Non riesco a non avere paura di perderlo, nonostante la sua promessa.
"Sicura?" chiede confusa. "Non mi sembri convinta."
"Non lo so." Sbuffo sonoramente. "In questi giorni ho parecchi pensieri per la testa."
"Raccontami." Mi invita a parlare con un cenno del capo.
"Ho paura che finisca tra noi." Rivelo. "Siamo giovani e..." Passo una mano fra i capelli, frustrata. "Non potrei sopportare se finisse." Ammetto, a testa bassa.
"Non devi vergognarti di avere paura di perderlo, Em." Afferma. "È normale avere paura, però posso assicurararti che tra voi due non finirà. State troppo bene assieme e vi amate più di qualunque cosa al mondo. Per lui esisti solo tu, e vale lo stesso per te. Separati non ci potete stare."
Un sorriso sorge spontaneo sulle mie labbra.
"Forse hai ragione." Ammetto. "Mi preoccupo troppo, ma non posso farne a meno. Samuel è tutto quello che ho sempre voluto. È il mio migliore amico, ma anche il mio ragazzo. E..." Mi blocco, ripensando alla sua affermazione di un mese fa.
Sposami, ha detto. Probabilmente è quella singola parola ad avermi provocato tutto ciò.
"A cosa pensi?" Chiede, passandomi una mano davanti al volto.
"Ehm... Il giorno del matrimonio di mia madre, io e Samuel eravamo parecchio ubriachi e quando siamo tornati a casa lui mi ha detto una cosa..." È la prima persona a cui lo rivelo, ho avuto paura di dirlo a chiunque.
"Che ti ha detto?" Chiede curiosa.
"Sposami." Dico in un sussurro.
"Oh dio!" Esclama alzandosi dalla sedia. "Scherzi?"
"No, lo ha detto davvero."
"E poi? Ti ha dato un anello? Ne avete parlato? Wow, è stupendo! La mia amica si sposa." Dice saltellando qua e là per la casa.
"Non... non ne abbiamo più parlato, quindi probabilmente lo ha detto solo perché era ubriaco." Sussurro.
Si blocca immediatamente e spalanca gli occhi.
"Non ci credo!" Sbotta. "Lo uccido."
Scoppio in un risata.
La mia migliore amica è una pazza.
"Forse si è reso conto che non era il momento giusto." Affermo.
"O forse si è reso conto di voler morire." Continua imperterrita.
"Dai, Fe! Non c'è nulla di male nel ripensarci." Ammetto, anche se dentro di me lo stomaco si sta contorcendo.
Federica sbuffa sonoramente e si siede nuovamente sulla sedia.
"Spero per lui che torni sui suoi passi." Mormora, puntandomi un dito contro. "Tu gliene hai parlato?" Chiede infine.
"No, volevo aspettare che lo facesse lui." Borbotto, alzando gli occhi al cielo.
"E non lo ha fatto."
"No." Rispondo, scuotendo il capo.

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