Dopo aver pranzato e aver passato buona parte del pomeriggio a commiserarmi, cercando di capire le motivazioni per l'assenza ingiustificata di Samuel dalla mia vita, ho deciso di andare a casa sua.
Esco da casa mia come una furia sbattendo la porta e con poche falcate arrivo davanti casa di Samuel.
Suono immediatamente il campanello e attendo che qualcuno mi apra. Sicuramente la mia faccia fa trasparire il mio stato d'animo. Sono già pronta a sbraitare contro Samuel, peccato che ad aprirmi la porta è una ragazza. Chi diavolo è?
La ragazza ha un fisico mozzafiato, capelli biondo platino e occhi talmente azzurri che farebbero invidia a tutti.
"C-ciao, sto cercando Samuel." Balbetto.
"Oh, è uscito. Dovrebbe tornare tra poco. Sei una sua amica?" risponde con un sorriso stampato in faccia, che le toglierei volentieri.
"S-sì, sono Emma."
"Anna."
Anna, ha detto. Non posso crederci, mi stava evitando perché Anna è tornata da lui. Mi sento una stupida, anche solo per essere venuta a casa sua per cercarlo. Vorrei piangere, urlare, ma non posso mostrarmi debole davanti a questa ragazza. Non posso.
"Beh, allora io vado. Non dire nulla a Samuel, non dovevo dirgli niente di importante."
Cerco di trattenere i singhiozzi, ma non è così semplice. Mi sento tradita, presa in giro, umiliata.
"A presto, Emma."
Le sorrido, ma vorrei solo dirle che spero di non vederla mai più, come spero di non vedere mai più Samuel. Sono furiosa. Mi allontano da lì, con le lacrime che solcano le mie guance. In lontananza vedo Samuel, i nostri occhi si incrociano e gli basta quello per capire che so tutto. Per iniziare a correre nella mia direzione. A me basta un attimo per correre dentro casa mia, sbattere la porta e accasciarmi a terra, scossa dai singhiozzi. Mi ha spezzato il cuore, mi ha causato una profonda ferita e non so se sarò capace di curarla. Mi ha ferita l'unica persona che pensavo non l'avrebbe mai fatto. Sento il vuoto attanagliarmi, non c'è più nulla a riempirmi, non c'è più nulla. Sono già stata tradita una volta, ma non mi importava come mi importa di Samuel. Lui ha abbattuto i miei muri, mi ha fatta fidare di lui, mi ha aiutata a rialzarmi ed ora è stato lui a farmi crollare di nuovo, a farmi finire di nuovo nell'oscurità. Non dovevo fidarmi, non dovevo, ora è troppo tardi. Sono nella stessa posizione da non so quanto tempo, seduta con le ginocchia al petto vicino alla porta d'ingresso di casa mia. Non sento più nulla. Finché non vedo una figura entrare in casa mia.
"Emma, cosa ha fatto quello stronzo?"
E' Federica. Sa dove teniamo la copia delle chiavi quindi, sicuramente, vedendo che non aprivo è entrata con quelle.
In un secondo si siede accanto a me e mi cinge le spalle con un braccio, le lacrime non hanno smesso di solcare le mie guance. La guardo e vedo che le lacrime rischiano di uscire anche dai suoi occhi. E mi sento ancora peggio, perché so che quando sto male io sta male anche lei con me. Cerca di prendersi anche le mie sofferenze, anche se non sono sue e non le spettano. Vuole sempre farmi stare meglio.
"Anna è a casa sua." Sussurro con la voce che vuole neanche uscirmi.
"Cosa? Che significa?" sbraita.
"Significa che sicuramente sono tornati insieme." Dico tra i singhiozzi.
"Giuro che lo ammazzo, non doveva farlo." Urla con una faccia buffissima.
Un sorriso spontaneo esce dalle mie labbra, fra le lacrime. Solo lei riesce a farmi ridere in un momento del genere. Per questo è la mia migliore amica.
"Almeno hai fatto un sorriso." Sorride a suo volta.
"Mi passerà." Sussurro.
"Non ho mai conosciuto qualcuno forte quanto te, non so come fai a volte. Io al posto tuo non ce l'avrei fatta, Em." Sussurra abbracciandomi.
"E' anche merito tuo, senza di te non ce l'avrei mai fatta. Grazie, Fe."SAMUEL'S POV
Sto tornando a casa dopo essere uscito per delle commissioni con mio padre. Siamo quasi vicino casa, quando vedo Emma dirigersi come una furia verso casa sua.
Si volta e mi guarda dritto negli occhi. Io vedo solo i suoi occhi pieni di lacrime e sento una fitta trapassarmi il petto. Sa tutto, ha scoperto tutto. Corro, corro verso di lei, ma Emma aumenta solo il passo ed entra in casa sua, sbattendo la porta.
Cazzo. Sono un completo idiota. L'ho evitata, invece di dirle la verità, cioè la vera motivazione per cui Anna è qui. Dovevo dirle come stavano le cose, ma ho preferito non rispondere alle sue chiamate ed ai suoi messaggi, ho preferito non farmi vedere.
Sento una morsa al metto e gli occhi pizzicarmi. Non posso piangere, mi ripeto nella testa, ma perdere Emma è una cosa che non volevo e che non voglio. Lei è diversa da tutte le altre ragazze, lei ha un dolore dentro più grande di lei. E sapere che sono la causa di altro dolore per lei, mi distrugge. Mi si spezza il cuore.
"Samuel, devi dirle la verità." È mio padre a interrompere il flusso dei miei pensieri.
"Anna non vuole che lo dica a nessuno, lo sai anche tu."
"Così perderai l'unica cosa bella che ti è capitata, dopo la morte di tua madre. Non lasciarla scappare, riprenditela!"
Sento un tuffo al cuore al sentire queste parole. Ha ragione, eccome se ne ha. "Grazie, papà"
Così inizio a bussare contro la porta di casa di Emma.
"Emma apri questa dannata porta!" Sbraito.
Continuo così per un tempo infinito, sbattendo le nocche contro la porta, senza ricevere nessuna risposta.
Alla fine mi arrendo e a passi lenti torno a casa mia, sconfitto.
E realizzo che stavolta l'ho persa per davvero.Spazio autrice 🐼
Le lacrime 😭
Quale segreto nasconde Anna?
Samuel ha davvero perso Emma?
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😘😘😘
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La mia città
RomanceEmma è all'ultimo anno di liceo, nella città che odia più di tutto. Questa città le ha portato via ciò che aveva di più caro. Questa città l'ha portata a non fidarsi di nessuno, se non delle uniche persone che le sono rimaste accanto, le sue miglio...