Il fine settimana arriva in fretta ed è già sabato.
Inutile dire che ho passato questi tre giorni, rinchiusa in casa a deprimermi. Sono uscita soltanto per andare a scuola, poi tornavo immediatamente a casa. Insomma sono stati tre giorni d'inferno.
Ora però sono intenta a prepararmi per la festa. Voglio andarci per svagarmi un po' e per liberare la mente dal vorticare dei miei pensieri.
Poi le mie amiche non mi avrebbero mai permesso di restare in casa, quindi ho dovuto per forza accettare.
Ho deciso di indossare un vestito nero un po' svasato, acquistato da mia madre, con degli stivaletti, anch'essi neri. Ho deciso di acconciare i capelli con un chignon ed ho applicato un po' di trucco, giusto per essere più presentabile ed eliminare le orribili occhiaie che mi sono procurata.Il suono del campanello mi fa capire che le mie amiche sono arrivate. Scendo di corsa le scale, saluto mia madre ed esco di casa.
Abbiamo deciso di andare a piedi perché il luogo della festa è qui vicino e abbiamo intenzione di bere qualcosa.
Federica mi saluta sghignazzando. "Ehi, bellezza!"
Vanessa, Serena, Camille e Cristina mi salutano dopo di lei.
"Ciao, ragazze."
Mentre camminiamo Federica si avvicina al mio orecchio "Vuoi fare colpo stasera per caso?" Sussurra con una smorfia maliziosa.
"Direi di no, Fe. Per un po' con i ragazzi ho chiuso."
"Oh, andiamo! Non dire così." Risponde con una faccia da cucciolo.
"Smettila!" Affermo irritata, alzando gli occhi al cielo.
Dopo poco siamo di fronte al luogo della festa, cioè una villa gigante, suppongo che sia dell'amico di Christian. È pieno di gente, soprattutto ubriaca. Si prospetta proprio una bella serata.
"Andiamo a bere qualcosa?" suggerisco, incamminandomi verso la cucina.
Le mie amiche annuiscono e mi seguono. Quando arriviamo in cucina, chiediamo al ragazzo, che si occupa di fare i cocktail, qualcosa di buono da bere. Ci prepara dei semplici vodka lemon, pieni di alcool.
Bevo il cocktail in pochi sorsi e ne ordino subito un altro.
Voglio dimenticare questa settimana orribile e soprattutto voglio divertirmi un po'. Mi passa subito il cocktail, che finisco altrettanto velocemente.
Sento già la testa più leggera e inizio a ridere senza un vero motivo.
"Ehi, vacci piano!" È Federica a parlare, cerca sempre di controllarmi, però stasera tutto quello che voglio è divertirmi.
Non faccio in tempo a rispondere che Christian fa la sua comparsa accanto a noi.
"Emma, sei venuta!" Dice sorridendo.
Sorrido anch'io. "Sì, ho portato anche le mie amiche."
Subito Christian si presenta alle mie amiche e vedo che si sofferma più del dovuto su Federica. Credo che la mia amica abbia fatto conquiste.
Vanessa, Serena, Camille e Cristina vanno a ballare, gli piace scatenarsi in pista, mentre Federica e Christian sono intenti a parlare fra di loro. Decido di lasciarli soli. "Ehi, vado al bagno." Faccio una sorrisetto malizioso a Federica e mi allontano da lì per cercare il bagno, anche se in realtà non devo andarci.
Vado al piano di sopra di questa immensa casa e ci sono talmente tante porte che non so quale cavolo sia il bagno, così decido di lasciar perdere. Sto per tornare al piano di sotto, quando sento qualcuno chiamarmi. Mi volto ed è Anna. Non posso crederci.
"Ciao, Anna." Rispondo, cercando di restare calma.
"Senti, so che fra te e Samuel c'è qualcosa, quindi ti consiglierei di andare via da questa festa perché lui è qui con me." Afferma con quel sorriso falso, che le strapperei volentieri.
"Non capisco quale sia il tuo problema."
Scoppia in una chiassosa risata "Oh, il mio problema sei tu, Emma. Devi stare lontana da lui, hai capito?"
"Non mi faccio dare ordini da nessuno, Anna." Affermo sicura.
Sicuramente non mi farò mettere i piedi in testa dalla prima bionda ossigenata che passa.
"Lui ama me, mettitelo in testa. Tu per lui sei solo un passatempo. Ora che sono tornata, tu sarai solo un lontano ricordo." Risponde soddisfatta delle sue parole.
Parole che mi colpiscono il cuore, già ferito. Sento come se mi fosse stata sferrata una pugnalata al cuore e le lacrime rischiano di uscire dai miei occhi.SAMUEL'S POV
Sono venuto a questa stupida festa solo perché Anna mi ha costretto, ora non so neanche dove diavolo sia.
Sto girando in lungo e in largo per la casa e di lei non c'è nessuna traccia.
Sto salendo le scale che portano al piano superiore, sento delle voci ovattate a causa della musica. Quando sono più vicino riconosco la voce di Anna.
"Lui ama me, mettitelo in testa. Tu per lui sei solo un passatempo. Ora che sono tornata, tu sarai solo un lontano ricordo."
Sta parlando con Emma, lì in piedi di fronte a lei. Il suo corpo trema e so che sta cercando di trattenere le lacrime.
Sento la rabbia crescermi dentro per le parole dette da Anna. Sono una bugia, una bugia più grande di lei.
"Emma." La chiamo avvicinandomi.
Sbarra gli occhi appena mi vede e nei suoi occhi color nocciola, vedo solo tanta rabbia verso di me.
"Avanti, Samuel, dille anche tu come stanno le cose." Sorride soddisfatta Anna, perché lei sa che io non potrei mai rompere una promessa, sa quanto ci tengo.
"Cazzo, Anna." Sbraito verso di lei.
Con un scatto Emma si allontana da noi e corre verso le scale. Il mio cuore mi dice di seguirla, quindi lo faccio, nonostante le urla fastidiose di Anna.
La raggiungo con poche falcate, le prendo il polso e la trascino fuori da quella casa con me. Devo parlarle.
"Lasciami, Samuel!" Sbraita, cercando di liberarsi dalla mia presa.
Appena raggiungiamo l'esterno della casa, il freddo di novembre colpisce il corpo di Emma, che si riempie subito di brividi.
"Tieni." Le dico, porgendole il mio giubbotto di pelle nero.
"Non lo voglio." Risponde piccata.
"Prendilo!" Ordino, mettendole il giubbotto sulle spalle.
Non parla più, siamo in silenzio da qualche minuto, così decido di romperlo.
"Quelle cose che ti ha detto Anna non sono vere."
"Ah, no? Allora cosa ci fa in casa tua?" Chiede con ironia.
"Non posso dirtelo, ho promesso, ma non è quello che pensi tu."
"Come posso crederti, Samuel? Mi hai evitata, ignorata ed ora mi dici che non è come penso io? Che Anna ha mentito?"
"Hai ragione, sono un idiota, non dovevo evitarti, ma non potevo e non posso dirti la reale motivazione del suo ritorno. Però fidati, lei ha mentito. Io non l'amo più e l'ho capito in questi giorni che è stata a casa mia. Non ho fatto altro che pensare a te, a quanto mi mancavi e quando ti ho visto con quel ragazzo avrei voluto ammazzarlo." Mi avvicino a lei e le prendo le mani. "Quando potrò ti dirò tutto, te lo prometto."
Mi lascia subito le mani e si allontana di un passo. Il mio cuore si spezza in quell'istante, in cui capisco che si sta allontanando da me. Per colpa mia.
"Non fare promesse che non puoi mantenere, Samuel" Sussurra con un filo di voce.
"Non voglio perderti, Emma."
"Forse... è già successo."
Con quelle parole si allontana da me, lasciandomi ad annegare nel mio dolore. Quelle parole riecheggiano all'infinito nella mia testa.
Forse... è già successo.
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La mia città
RomanceEmma è all'ultimo anno di liceo, nella città che odia più di tutto. Questa città le ha portato via ciò che aveva di più caro. Questa città l'ha portata a non fidarsi di nessuno, se non delle uniche persone che le sono rimaste accanto, le sue miglio...