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SAMUEL'S POV
Cerco di metabolizzare tutte le cose che mi ha detto. Sto male.
Sto male a sapere cosa ha passato e cosa sta passando.
Sto male se penso a quanto ha sofferto e soffre ancora adesso.
Vorrei dire qualcosa per farla sentire meglio, ma qualunque cosa sarebbe inutile.
Suo padre, la persona che dovrebbe amare e prendersi cura della propria famiglia più di tutti, picchiava sua madre. Si drogava. Beveva. Le faceva soffrire. Le fa soffrire tuttora.
Non riesco a capirlo. Non riesco a concepire una cosa del genere.
Un padre non dovrebbe fare quello che ha fatto il suo.
Se penso che i suoi famigliari, i suoi parenti, pensano che sia colpa loro, mi sento ancora peggio.
Dovrebbero sapere cosa ha fatto quell'uomo ad Emma e sua madre.
Devono sapere.
Provo una rabbia immensa, ma cerco di trattenermi.
Termina la sua frase con "ho anche". Così decido di incoraggiarla a dirmi cos'altro c'è da sapere. Cos'altro ha passato. Suppongo che sarà una cosa che mi farà stare ancora peggio di come sto ora.
"Hai anche?" Chiedo in un sussuro.
Cerca di trattenere quelle lacrime che ormai sgorgano senza freno dai suoi occhi. Poi inizia a parlare.
"Non sono andata al suo funerale. Non potevo. Non dopo quello che tutti pensavano, che la colpa fosse nostra. Neanche mia madre ha avuto la forza di andarci, però lei è andata spesso a trovarlo qui, al cimitero. Io no. Non sono mai andata a trovarlo, non me la sentivo. Non ce la facevo. Non dopo ciò che aveva fatto a mia madre. Si è ammalata per colpa sua. Di depressione. Non mangiava. Dormiva sempre, era sempre a letto. Non si curava più. Ho cercato di aiutarla. Ho cercato di convincerla a vedere uno psicologo, ma non ci sono riuscita. Non voleva. Mi urlava contro ogni volta che provavo a cacciare l'argomento. Così mi sono arresa. Non ce la facevo più." Si ferma per riprendere fiato, poi continua.
"Non volevo più vivere. Per me era troppo difficile. Non uscivo più, non studiavo, non volevo andare a scuola. Così ho fatto anch'io quello che ha fatto mia madre. Circa un mese dopo la morte di mio padre. Ho... ho tentato il suicidio." Mormora a testa bassa.
Alza la manica della maglia che indossa e mi mostra il suo braccio.
Una cicatrice di un taglio. Profondo.
"Mi ha trovata Federica, la mia migliore amica. Era venuta a casa mia per studiare insieme. Mi ha salvato la vita. Un minuto in più è sarei..."
Non riesce a continuare la frase, ma io ho già capito. Sarebbe morta.
Sono sconvolto.
Ha fatto tutto questo per colpa di suo padre, dei suoi parenti, di questa vita ingiusta che ha vissuto. Quanto ha sofferto.
Sento una fitta al petto quando dice queste parole. Mi sento morire.
"Ora... ora penserai che sono pazza, come tutti quelli della nostra scuola." Sussurra.
"Cosa? Pazza? Non lo penserei mai. Loro non sanno cosa hai passato. Sono solo degli idioti. E tu non puoi credergli. Non puoi credere a loro.
La tua vita è così piena di sofferenza. Io lo capisco il tuo gesto. Non posso capire cosa hai passato, perché io non ho passato le stesse cose, però capisco quanto tu sia stata male. Capisco che volevi farla finita. Volevi solo smettere di soffrire.
Sappi solo una cosa: ora che ci sono io, non ti permetterò mai più di fare una cosa del genere. Ti proteggerò. Da tutti. Ti aiuterò ad andare avanti. Te lo prometto." Dico sicuro.
Lei ha bisogno di qualcuno che la protegga. Quel qualcuno sono io.
"Non ti abbandonerò. A meno che non sia tu a chiedermelo." Continuo.
"Grazie" sorride.
"Non devi ringraziarmi, io voglio farlo." Sorrido anch'io. "Ora andiamo via da qui."
"Andiamo" dice prendendomi la mano.
Si è aperta con me, mi ha raccontato tutto ciò che le è successo. Si è fidata.
Non posso fare altro che esserne felice, però sto così male a sapere tutto ciò. È così piccola ed ha sofferto così tanto. Non se lo meritava. Non lei.
Arriviamo al mio motorino, però non le passo subito il casco, come ogni volta, bensì l'abbraccio. È un abbraccio vero, sincero. Un abbraccio di conforto. Voglio farla stare meglio, voglio che stia meglio.
Alza il viso e mi guarda negli occhi. Quegli occhi. Si avvicina e mi stampa un bacio sulle labbra.
"Non te ne andare." Sussurra sulle mie labbra.
"Non me ne vado." Sussurro in risposta.

Spazio autrice 🐼
Nuovo capitolo!
Stavolta è Samuel e parlare.
Ora sapete tutta la storia di Emma.
Che ne pensate?
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😘😘😘

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