Siamo seduti al tavolo da pranzo della mia cucina. Io accanto a Samuel e di fronte a noi, mia madre e il padre di Samuel. Inutile dire che l'imbarazzo e la tensione regnano in questo tavolo.
Mangio la pasta al ragù a testa bassa. Samuel fa lo stesso mentre mi manda occhiate fugaci.
I nostri genitori ci fissano, come se fossero in attesa di qualcosa.
Continuo così finché il mio piatto non è vuoto, quindi devo per forza alzare lo sguardo.
Decido di rompere il silenzio.
"È tutto buonissimo, mamma." Sorrido.
"Oh, grazie tesoro. Claudio mi ha aiutato a cucinare." Risponde mia madre, sorridendo al padre di Samuel.
"Sì, sono d'accordo. È tutto molto buono." Mi appoggia Samuel.
Sia mia madre che Claudio, sorridono in risposta.
Alzo lo sguardo verso mia madre e vedo che mi fissa con una faccia strana. Vorrei capire cose le passa per la mente.
"Quindi... voi due state insieme?" Chiede poi mia madre.
Ora capisco cosa aveva. Santo cielo.
Quasi sputo l'acqua che stavo bevendo e inizio a tossire.
Samuel mi guarda preoccupato e poi risponde.
"Ci stiamo frequentando" Sorride.
Sono un po' delusa dalla sua risposta, ma lo capisco.
"Solo frequentando? Avete dormito insieme ieri notte." Dice poi mia madre, riducendo gli occhi a due fessure.
O mio dio. Ora ricordo di averle mentito, dicendole che avrei dormito da Federica. Sono spacciata.
Inizio a sudare freddo e non so che rispondere. Samuel ha una faccia, che farebbe invidia ad un morto.
"Almeno spero che avete dormito." Continua ad infierire mia madre. Vorrei solo scomparire in questo momento.
Samuel inizia a tossicchiare, così gli lancio un'occhiataccia.
"Mamma!" Sono in evidente imbarazzo. "Abbiamo solo dormito insieme." Rispondo evidenziando il "solo". Ma perché tutte a me?
"Avanti, Jessica. Non metterli in imbarazzo. Sono giovani!" Cerca di aiutarci Claudio, ma ormai la situazione è persa.
Conosco mia madre e so che non finisce qui per lei. Prima che succedesse tutto quello che è capitato con mio padre, lei era sempre così. Ogni volta che un ragazzo mi si avvicinava, impazziva. La sua giustificazione era che sono la sua unica figlia e, per carità, la capisco, però ora sono più matura ed è anche giusto che frequenti qualcuno.
"Sarà anche così, ma è pur sempre mia figlia." Risponde acida mia madre.
Sta per inizia la terza guerra mondiale. Qualcuno mi aiuti.
"Certo, ma mio figlio è un bravo ragazzo. Stai tranquilla, Jessica." Cerca di rassicurarla Claudio.
Mi giro verso Samuel e ha un'espressione sconcertata. Gli prendo la mano da sotto il tavolo per tranquillizzarlo.
Mia madre è fatta così, è il primo ragazzo che le faccio conoscere e sicuramente il fatto che abbiamo dormito insieme non le va giù.
Punta i suoi occhi azzurri nei miei e mi sorride, mentre mi accarezza la mano con le dita. Una serie di brividi mi percorre tutto il corpo. Solo questo contatto con lui, riesce a provocarmi queste sensazioni.
"Ok, sono tranquilla." Dice finalmente mia madre "Però state attenti, usate sem-
"Mamma, smettila!" La blocco immediatamente, prima che la conversazione prenda una piega parecchio imbarazzante.
Mi alzo dal tavolo ed inizio a sparecchiare. Almeno questa conversazione finirà, spero.
Porto i piatti in cucina e li metto nel lavello.
Sento dei passi dietro di me, mi giro e trovo mia madre ad osservarmi.
"Scusa tesoro, ma, sai, è il tuo primo ragazzo e non so come dovrei reagire. Non voglio che tu soffra per un uomo, come ho sofferto io. Non voglio vederti crollare. Voglio solo che tu sia felice."
Lo so che ha paura che io possa soffrire. Che qualcuno possa spezzarmi il cuore. Che magari possa ricadere nell'oscurità di quel periodo.
"Non scusarti. Sii solo felice per me. Ho sofferto tanto, troppo ed ora mi merito di essere felice. Con Samuel lo sono, mamma." Sorriso, anche se le lacrime scendono senza controllo dalla mie guance. Non so nemmeno io perché sto piangendo, probabilmente perché dopo tutto quello che ho passato, ora mi sento bene, per davvero. Certo, ho sempre paura che questo possa finire da un giorno all'altro, ma ora mi vivo il momento.
"Se tu sei felice, lo sono anche io, lo sai. Ti voglio bene tesoro." Sussurra mia madre, mentre mi stringe nel suo abbraccio rassicurante.
"Ti voglio bene anche io." Sussurro, mentre ricambio il suo abbraccio.
Inutile dire che mia madre è tutto per me. La mia roccia. Dopo tutto quello che passato, si sta rialzando più forte di prima e so quanto è dura.
Dopo la mia caduta, dopo il mio tentato suicidio, ci sono voluti anni per riprendermi. La mia psicologa mi ha ascoltata per quasi un anno e mezzo e mi ha aiutata a rialzarmi. A ripartire da zero ed è quello che sono riuscita a fare. Anche se ci è voluta tantissima fatica.
Ed ora l'unica cosa che voglio è essere felice. Voglio vivere come una semplice ragazza della mia età. Voglio uscire, andare a ballare, avere un ragazzo, voglio avere un futuro. Un futuro felice, senza il mio passato, senza sofferenze così grandi.
"Ho portato il resto dei piatti. Ora devo andare, grazie mille per l'ospitalità." Claudio interrompe il momento tra me e mia madre.
"Oh, figurati. A presto." Risponde mia madre.
"Penso che andrò anch'io." Afferma Samuel spuntando in cucina.
"Ciao Samuel." Sorride mia madre.
"Ti accompagno alla porta." Dico camminando verso di lui.
Siamo davanti alla porta, la apro e usciamo fuori. Suo padre ci fissa da casa sua, quindi mi sento in imbarazzo a fare qualunque cosa e non possiamo neanche parlare di ciò che è successo oggi a pranzo.
"Ciao Em. Ci vediamo domani a scuola." Sorride.
Vedo Claudio rientrare in casa.
"A domani, Samuel." Poso una mano sulla sua guancia, avvicinando il suo viso al mio e gli stampo un bacio sulle labbra.
Si allontana da me ed io rientro in casa con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Mia madre mi fissa con una smorfia maliziosa, così torno immediatamente seria.
"Smettila subito, mamma." Dico acida, dirigendomi verso la mia camera.
Come devo fare con lei?
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La mia città
RomanceEmma è all'ultimo anno di liceo, nella città che odia più di tutto. Questa città le ha portato via ciò che aveva di più caro. Questa città l'ha portata a non fidarsi di nessuno, se non delle uniche persone che le sono rimaste accanto, le sue miglio...