Passo la mattinata con mia madre in ospedale. Sta meglio. Ha avuto il suo primo incontro con lo psicologo e mi ha raccontato che è andato abbastanza bene. È riuscita a confidarsi ed a raccontare cose che non è mai riuscita a dire. Lo psicologo mi ha detto le stesse cose e mi ha rassicurata.
Ho costretto Samuel ad andare a scuola, nonostante ha insistito molto per accompagnarmi lui in ospedale.
Ora mi sto dirigendo a casa mia per pranzare. Ho deciso però di passare prima a scuola, per salutare Samuel all'uscita. Sento già la sua mancanza.
Arrivo fuori la scuola. La campanella suonerà tra poco. Mi posiziono dietro un albero, per non farmi vedere e sorprenderlo.
La campanella suona e vedo la massa di studenti dirigersi di corsa fuori dall'edificio. Cerco Samuel con gli occhi. Ho già uno stupito sorriso stampato sul volto.
Sorriso che scompare appena lo vedo uscire da scuola in compagnia di Tatiana. L'odiosa Tatiana. La ragazza che mi tortura da due anni.
Lei dice qualcosa e lui ride. Ride con lei. Ride di qualcosa che ha detto.
Mi sento umiliata.
Tatiana mi odia e so cosa sta cercando di fare. Allontanare Samuel da me.
Vuole conquistarlo per farmi stare male. E lui sta cadendo nelle sua trappola. Magari gli ha anche raccontato cosa mi è accaduto. Magari ora sa tutto e si allontanerà da me.
Ora più di prima penso di volerlo tenere lontano da me. Non posso fidarmi. Non voglio stare male ancora.
Scappo via da lì e correndo raggiungo casa mia.
Mi è anche passata la fame, quindi decido di chiudermi in camera mia.
Decido di provare a studiare, ma troppi pensieri occupano la mia mente.
Mi sono fidata. Mi sono lasciata andare. Come al solito ho sbagliato.
Il suono del campanello blocca il flusso dei miei pensieri.
Mi avvio alla porta chiedendomi chi possa essere.
Apro la porta ed è Samuel.
"Cosa ci fai qui?" Sputo acida.
"Sono venuto a salutarti, mi mancavi. Cosa ti prende?"
"Eri già in ottima compagnia a scuola" continuo.
"Come? Eri a scuola?" Chiede confuso.
"Oh, sì. Ero passata per farti una sorpresa, ma mi sono sorpresa da sola, visto che eri con Tatiana."
"Qual è il problema? È nella mia classe e stavamo solo parlando un po'."
Cosa? Parlando un po'? Con Tatiana? È completamente pazzo. Lei non parla con i ragazzi, ci va a letto. Soprattutto vuole lui perché sa che è mio amico. Forse non amico. Non so cosa siamo, mettiamola così.
Sono infuriata. Faccio per chiudere la porta, ma lui la blocca.
Ed entra in casa.
"Sei gelosa per caso?" Mi chiede con un sorrisetto che mi fa solo infuriare.
"Gelosa? No, ti sbagli. Semplicemente non sai cosa mi ha fatto e mi fa passare Tatiana. Ho passato le pene dell'inferno. Mi ha presa in giro, mi ha umiliata, mi ha fatta piangere, mi ha fatta crollare. È una persona orribile. E tu stavi parlando con lei!" Quasi urlo.
"Cazzo, Em. Come facevo a saperlo? Tu non mi parli di cosa hai passato. Non mi parli di cosa ti è successo. Non mi parli di nulla." Sta urlando anche lui.
"Beh, mi dispiace se per me non è così facile. Mi dispiace, davvero. Immagino, però, che ora Tatiana ti avrà detto tutto."
"Davvero credi che l'avrei ascoltata? Io voglio saperlo da te, solo ed esclusivamente da te. Non dagli altri." È furioso. E forse ha ragione. Ho esagerato. Sono io che non gli racconto nulla e lui non sa nulla del mio passato. Come poteva sapere di Tatiana?
Non rispondo. L'ho pensato e non posso mentirgli. Stavo provando a fidarmi, poi la mia paura è tornata a farmi visita. Non riesco a fidarmi di nessuno.
"Bene." dice e se ne va sbattendo la porta.
Io crollo a terra, con la consapevolezza che la persona orribile forse sono io. Forse sono io che faccio del male alle persone.Spazio autrice 🐼
Cosa ne pensate del capitolo?
Emma ha sbagliato a comportarsi così?
La sua paura di soffrire e di fidarsi, la sta facendo allontanare anche da Samuel.
Riuscirà a fidarsi? Riuscirà a riavvicinarsi a lui?
E Samuel la perdonerà?
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La mia città
RomanceEmma è all'ultimo anno di liceo, nella città che odia più di tutto. Questa città le ha portato via ciò che aveva di più caro. Questa città l'ha portata a non fidarsi di nessuno, se non delle uniche persone che le sono rimaste accanto, le sue miglio...