SAMUEL'S POV
Mi sveglio con un respiro caldo che mi solletica il collo. Le nostre gambe sono intrecciate, come noi due.
Due cuori intrecciati che non possono stare distanti.
Con la mano le sfioro il fianco.
Questa ragazza mi sta cambiando completamente. È entrata nella mia vita come un uragano e non voglio che ne esca. Lei ha sconvolto la mia vita. Con quel sorriso. Con quegli occhi magnetici. Con quelle labbra rosee.
Con lei ho paura. Ieri quando l'ho vista ballare con quel ragazzo, sono impazzito completamente. Ero furioso. Non riuscivo più a contenermi.
Ieri sera ho capito, che non voglio vederla con nessun altro che non sia io. Mi farebbe uscire fuori di testa, come è già successo.
Devo tenerla con me, renderla felice.
Prima però deve superare del tutto ciò che ha passato. Ho un'idea e devo parlarne con lei. Voglio che tutti i suoi parenti sappiano la verità. Voglio che sappiano che Emma e sua madre sono innocenti, che sono le sole vittime di ciò che è successo.
Un movimento mi fa trasalire dai miei pensieri. I suoi grandi occhi mi fissano intensamente.
"Buongiorno" sussurra con la voce ancora impastata dal sonno.
"Buongiorno" rispondo dandole un bacio sui capelli.
Sentiamo bussare alla porta, suppongo sia mio padre. Menomale che ho chiuso a chiave la porta.
"Samuel, svegliati! Io sto uscendo, ho delle cosa da fare. Credo che non tornerò per pranzo."
Appunto. Cosa deve fare di domenica mio padre? Chissà.
"Va bene, a dopo!" Rispondo
"A dopo! Ciao anche a te, Emma."
Io ed Emma ci guardiamo con gli occhi sbarrati. Ci avrà sentito quando siamo tornati ieri notte.
"Ciao." Risponde timidamente Emma.
Sento i passi di mio padre farsi sempre più lontani e poi la porta sbattere. È uscito.
"Beh, siamo soli." Affermo.
"Eh, sì" risponde lei con un sorrisetto.
"Mi dai il bacio del buongiorno?" Chiedo.
Ridacchia e si avvicina al mio viso.
Poi preme le sue labbra sulle mie.
Le sue labbra sono il paradiso per me.
Il bacio diventa sempre più travolgente.
Mi sposto sopra di lei, tenendomi con le braccia per non schiacciarla.
Lascio per un attimo le sue labbra e inizio a lasciare piccoli baci sul suo collo. Un sospiro esce involontario dalle sue labbra.
Le sue mani sono arpionate alla mia schiena.
Mi riapproprio delle sue labbra e un turbinio di emozioni mi travolgono.
Con nessuno ho provato quello che provo con lei. È così bello. Unico.
Ora è lei che si appresta a baciarmi il collo, con quelle sue labbra fantastiche. Non resisto più. Voglio farla mia, ma non voglio correre. Non voglio affrettare le cose.
"Ti voglio." mi sussurra lei come se mi leggesse nel pensiero.
Mi ci vuole una fatica immane per dirle quello che sto per dire.
"Piccola, anche io ti voglio, però non affrettiamo le cose."
"S-sì hai ragione... Scusa... Cioè... Non avrei dovuto dirlo" balbetta coprendosi il viso con le mani.
So che è diventata rossa.
"Ehi" dico spostandole le mani "Non imbarazzarti."
Le lascio un bacio sulle labbra.
"Ti voglio, Em. Non immagini quanto, ma abbiamo tempo." Affermo sicuro.
Mi sorride. Ha le labbra arrossate per i nostri baci. Ed è bellissima.
La cosa più bella che abbia mai visto.
EMMA'S POV
Siamo in cucina di Samuel a fare colazione. Sto sorseggiando il mio caffelatte, mentre lui immerge i biscotti nella sua tazza.
Ripenso a cosa gli ho detto prima e mi sento ancora in imbarazzo. Non ho mai detto a nessuno una cosa del genere, ma con lui provo delle cose mai provate. Riesco a dire cose che non direi mai a nessuno.
Mi rende una persona diversa, ma in senso positivo.
"Em, posso dirti una cosa?" Rompe il silenzio Samuel.
"Dimmi"
"Senti, ecco... io... penso che dovresti dire ai tuoi parenti tutta la verità su tuo padre. Solo così potrai andare veramente avanti." Afferma balbettando.
"Samuel..."
Non potrei mai. Non posso.
Non mi crederanno mai e magari la situazione potrebbe peggiorare.
Mia madre sta meglio da poco e non posso permettermi una sua ricaduta.
"Emma, pensaci. Ti libererai. Così invece sei ancora incatenata a ciò che hai passato, perché loro continuano a dirti che la colpa è la tua e di tua madre. Devi liberare anche lei da questo peso, che provi anche tu." Dice tutto d'un fiato.
"Non posso. Non mi crederebbero mai. Poi dopo tutti questi anni. Peggiorerebbe solo le cose."
"Questo lo credi tu! Cazzo, come puoi vivere con questo peso? Come può anche tua madre viverci?" Sbraita.
"Ci ho vissuto fino ad ora, posso continuare a farlo." Rispondo secca.
"Ti rendi conto che è una cosa terribile? Lo capisci? Potresti cambiare la tua vita in meglio. Sarai libera." Continua lui.
"No, Samuel. Non sarò mai libera. Mai. Il mio passato sarà sempre parte di me, non posso cancellarlo e non posso essere libera." Sbaito.
"Invece puoi."
"Smettila! Tu non puoi capire, non puoi!" Urlo con la voce che mi trema. Le lacrime cercano di uscire fuori.
Prendo le mie cose e velocemente mi dirigo fuori da casa sua.
Cerca di seguirmi, ma lo blocco subito.
"Non seguirmi." Dico con tono freddo.
Alza le mani in segno di resa e se ne torna in cucina, mente io esco fuori da casa sbattendo la porta.
Lui non può capire, continuo a ripetere nella mie mente.
Questo dolore non può essere cancellato. Dirlo ai miei parenti farà semplicemente sanguinare di nuovo questa ferita.
Ed io non posso permettermelo.
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La mia città
RomanceEmma è all'ultimo anno di liceo, nella città che odia più di tutto. Questa città le ha portato via ciò che aveva di più caro. Questa città l'ha portata a non fidarsi di nessuno, se non delle uniche persone che le sono rimaste accanto, le sue miglio...