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Lo vedo.
Mio fratello.
Inerme.
Per terra circondato di sangue.
Non si muove.
Non parla.
Non respira.
Cado in ginocchio davanti al suo corpo inerme.
È solo colpa mia se è morto!
Dovevo esserci io al suo posto!
Lui nonha colpe!
È stata solo colpa mia!
Me l'aveva detto!
L'aveva ripetuto molteplici volte!
Io non l'ho mai ascoltato!
Neanche una volta!
Anche se sapevo avesse ragione non l'ho mai ascoltato!
E ora per colpa mia lui ci ha rimesso!
Lui che non ha mai fatto niente!
Lui...mio fratello...la mia ancora...il mio tutto...la mia vita...la mia ragione di vita...tutto il mio mondo.
Non posso perderlo!
Non me lo perdonerei mai!
Inizio a premere sulla ferita cercando di fermare l'emoragia o almeno rallentare l'uscita del sangue.
Con una mano prendo il telefono e chiamo il 911.
Arrivano...
Lo caricano su una spece di barella e andiamo in ospedale.
È sdraiato su quel maledetto lettino...inerme...pieno di fili...come se senza di essi non potrebbe vivere....e per il momento èproprio cosi...senza essi il suo cuore smetterebbe di battere.
Per un periodo non precisato sarà in queste condizioni se riesce a superare la notte ce la può fare.
Ma i dottori non ci sperano...dicono che è troppo grave e che è quasi impossibile superi la notte.
Entro nella sua stanza...è lì...sdraiato inerme...senza muovere un muscolo...con la carnagione molto più pallida del solito.
Mi avvicino al lettino sul quale è steso e gli stringo la mano...gelida...l'unica parola che mi viene in mente toccandolo la sua mano.
Ègelida.
Come se fosse morto.
E probabilmente lo è visto quelli che hanno detto i dottori.
Mi scende una lacrima solitaria.
La lacrima cade sulla mano del mio fratellino.
Della persona a cui tengo più al mondo.
La sua mano per qualche secondo stringe la mia come per incoraggiarmi e in quel momento scoppio a piangere sorridendo.
Deve riuscire a superare la notte!
Si sta riprendendo!
Ce la può fare!
Ce la deve fare!
In quel momento sento un mugolio e girandomi verso mio fratello vedo che è sveglio...è vivo...ce l'ha fatta! Non ha superato la notte ma si è ripreso! Quindi è vivo! E non rischia la morte? Ecco la domanda che mi si forma nel cervello
"Ti voglio bene!" dice mio fratello stringendomi la mano con tono dolorante
"Nonti sforzare! Devi usare tutte le energie possibili per non abbandonarmi! Non puoi lasciarmi sola! Ho bisogno di te!" gli sussurro
"Non hai bisogno di me! Sei in gamba! Hai solo bisogno di trovare una persona che rimpiazzi il posto che lascerò il dopo oggi" dice bisbigliando.
Non sarà un quarantenne ma è intelligente! Ha capito tutto! Ma non gli permetterò di abbandonarmi!
"Non ho bisogno di rimpiazzarti! Tu sei il migliore! E poi se non ce la farai non ti rimpiazzerò mai!" gli dico
"Fallo! Rimpiazzami! Per la tua felicità fallo! La tua felicità equivale alla mia ricordalo sempre! E sappi che sono sempre stato fiero di te! Ti ho sempre voluto bene! Non ho mai pensato tu fossi un disastro. Pure quando hai bruciato la cucina per la prima volta. Ne quando l'hai bruciata la seconda, pensavo solo che tu fossi determinata e avessi un coraggio immenso!
Che non avessi mai paura.
Che fossi in gamba.
Intelligente.
Fortunata.
Che tu fossi perfetta.
È quello che ho sempre pensato e lo penserò sempre! Anche dopo la mia morte! Qualunque cosa tu faccia...anche se la fai sbagliata!
Sappi che non mi hai mai deluso!
Non lo hai mai fato e mai lo farai.
Mi hai dato la forza di migliorarmi per quello che ero.
Per quel poco che ero.
Per quel disastro che ero.
Per quel casino di cui mamma e papà non andavano mai fieri..." a quel punto lo interruppi
"Mamma e papà sono sempre stati fueri di te! Più di quanto lo fossero di me! Sei tu quello che ha reso la mia vita migliore.
Che mi sollevava l'umore qualunque cosa accadesse.
Anche dopo la morte della zia tu sei riuscito a farmi sorridere.
Ho sempre cercato di essere meglio di cosi solo per te!
Solo per darti un buon esempio e una vita migliore della mia.
Nonostante tu fossi sempre stato perfetto.
Io? La pecora nera della famiglia.
Tu? Quella bianca....la più splendente.
Quella che tutti vogliono ma mai avranno.
Quella che non sbaglia mai.
Quella che non diventerà mai di un bianco sporco ma rimarrà sempre di quel bianco splendente.
Mentre io diventerò solo più nera.
Più sporca.
Più odiata.
Quella che nessuno vuole.
Quella che neanche un macellaio sceglie.
Quella di cui nessi o ha bisogno.
Quella inutile.
Quella di troppo.
Quella che fa ricadere le colpe su quella bianca senza volere sporcandosi solo di più perché quella bianca è perfetta e qualunque cosa faccia diventa perfetta anch'essa.
È questo che siamo.
L'opposto!
Tu la perfezione.
Io? Il completo opposto.
Il disastro!" finisco io di parlare
"Non sei mai stata un disastro.
Mi gai sempre fatto scegliere la strada giusta grazie ai tupi errori, ai tuoi giusti passi, a qualunque cosa facessi.
Ho sempre sognato di essere come te!
Senza dover nascondermi!
Senza dover fingere di essere quello che sono.
Senza dover scappare dalla verità.
Ho sempre pensato tu fossi quella perfetta! Non io...io sono solo la pecora di passaggio che finisce per prima dal macellaio perché avrebbe potuto essere meglio..." lo interrompo nuovamente
"Tu sei il meglio! Non hai mai sbagliato a fare un solo passo.
Prima ragionavi e poi facevi un passo e così per tutti gli altri.
Io invece nonn ragionavo facendo si che inciampassi e cadessi.
Siamo i due poli opposti.
Con la differenza che i due poli sono uguali o quasi noi totalmente il contrario.
Tu sei la spiaggia pulita con l'acqa perfetta, con gelatai, con asdrai perfetti, belli e comodi.
Io vece sono la spiaggia sporca, con l'acqua verde, senza nessun venditore, con asdrai marci, scomodi, sporchi e brutti.
Tu la perfezione io l'imperfezione." finisco di parlare io
"Sei perfetta così come sei, non ti nascondere mai, ti ho sempre stimata, ho sempre voluto essere come te e ti ho smepre voluto un mondo di bene e queste cose le farò sempre, in auelunqir momento ler qualunque cosa!" lo abbraccio stringendolo forte a me e stessa cosa fa lui
"Ti ho sempre voluto bene" dice a fin di vita e dopo questo uno straziante biiiiiiiii risuona per la stanza.
Scoppio a piangere disperata.
Dovevo dirgli che gli volevo bene anch'io, che il mio tutto, il mio modo, il mio sole, la mia luna, le mie stelle, il mio universo e invece non ho fatto niente, lo ho solo stretto fote a me consapevole di quello che stava per succedere.

Mi sveglio di soprassalto ripercorrendo quel giorno...

DIVERSA DAL MONDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora