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Pov's sascha

La porta si aprì, e davanti a me c'è un uomo, sulla quarantina, robusto, alto quanto me, capelli castani e occhi azzurri
È vestito con una giacca nera, camicia azzurra e pantaloni neri.
Era mio padre, ormai non lo vedo da anni, ho perso i contatti con lui dopo un litigio

Avevo 10 anni l'ultima volta che l'ho visto, i miei in quel periodo litigavano spesso, mio padre tornava a casa spesso ubriaco e mia madre non lo sopportava, arrivavano a picchiarsi violentemente, ogni volta finiva così, quasi tutti i giorni.
Allora un giorno io presi e scappai di casa, non avevo una destinazione, l'importante per me era andare il più lontano possibile da lì, non ero come tutti i demoni, io non volevo uccidere nessuno, e ancora non avevo ucciso nessuno.
Mi ero rifugiato in una casetta su di un lago, sono andato nel mondo degli umani a rubare qualche vestito, e periodicamente rubavo anche il cibo, e vivevo lì, nessuno sapeva dove abitassi, c'ero solo io, la casa, il lago, e i pesci.
Fino a quando non incontrai Stefano

Vidi Giuseppe avanzare e attraversa mio padre, e la sagoma scompare in una nuvola di fumo

"Che stai guardando?"
Disse guardandomi in modo strano.
Scuoto la testa ed entro in casa
Era una casa gigantesca, all'entrata c'era una scala che ti porta al piano superiore, un corridoio che porta ad una stanza gigante.
Attraverso il corridoio e mi ritrovo davanti ad un soggiorno a dir poco mastodontico.
Due divani attaccati, che formano una L, una TV enorme attaccata alla parete, una biblioteca su tutta una parete, piena di libri antichi, sicuramente alcuni sono dei grimori, che contrasta con tutto il resto, pareti bianche, 2 poltrone bianche, e dei quadri attaccati alla parete.

Mi avvicinai verso uno dei quadri, è un ritratto.

Lo guardo, sapevo che lui è nascosto là dentro, ma voglio andare a controllare la libreria.

La libreria è piena di libri vecchi, scritti in altre lingue, e probabilmente in altri secoli, visto che i maghi non possono morire

Vado da Giuseppe, che è nella cucina

"Che stai facendo?"
Gli chiedo guardandolo mentre apre dei cassetti.

"Cerco delle tracce che mi dicano che sia stato qui di recente"
Dice richiudendo il cassetto, vuoto.

"È qui, più vicino di quello che pensi"
Dico andando al piano di sopra, dove ci sono quattro stanze da letto, tutti matrimoniali, di cui uno col baldacchino, tutti col bagno in camera.

Torno di sotto e mi avvicinai di nuovo a quel ritratto, mettendo il braccio dentro, lo afferro e lo tiro fuori

"bene bene, chi abbiamo qui?"
Domanda alzandosi

"Magnus Bane"










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