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Pov's Stefano

Non so quanto tempo siamo restati abbracciati nel pavimento, un tempo indefinito, sia perché non abbiamo un orologio per calcolarlo sia perché sembra che non scorra, si è congelato e noi siamo gli unici immuni a questa condizione.

Ci stacchiamo in fretta quando sentiamo il rumore della chiave che apre la porta di questa cella.

La luce esterna illumina la stanza, ci copriamo gli occhi con un braccio per qualche secondo, giusto per abituarci.

La stanza non è tanto grande, è fatta tutta in pietra, sembra come le gattabuie che si vedono nei documentari storici quando mostrano dei castelli medioevali, solo che al posto delle sbarre c'è una porta enorme di ferro.

Davanti alla porta c'è Brian che ha le braccia incrociate nel petto, con un ghigno sul volto.

Noi ci alziamo e lui ci guarda per qualche secondo con i suoi occhi scuri, che risaltano rispetto alla sua carnagione chiara, e che si abbinano perfettamente con i suoi capelli castano scuro.

"Il capo vuole parlare con te Stefano"
Dice con una voce fredda, impassibile, guardandomi negli occhi.

Io annuisco in risposta e guardo Sascha, lo abbraccio per qualche secondo, lo guardo negli occhi e con il suo sguardo mi dice di andare da Brian.

Io gli sorrido ed esco dalla stanza, Brian chiude la porta dietro di me e poi mi raggiunge, sempre con un ghigno sul volto.

"Saresti dovuto andare in un'altra cella, ma ho convinto gli altri a farti mettere in quella di Sascha, considerala una ricompensa per le informazioni che ci hai dato"
Mi dice con un tono neutrale, ma non freddo come prima, quando si gira a guardarmi io gli sorrido, non voglio ringraziarlo perché mi aveva minacciato qualche giorno fa dicendomi che lo avrebbe ucciso, però se ha veramente fatto ciò che ha detto ne sono grato.

Avevo bisogno di vederlo, penso che un altro giorno senza sapere come stesse sarei piano piano impazzito.

I corridoi sono tutti fatti di pietra, sembrava essere veramente in un castello medioevale, c'erano dei quadri nelle pareti, forse anche fin troppi.

Brian si ferma davanti a una porta e la apre, mi fa cenno con il capo di entrare e lo faccio, e subito dopo mi chiude la porta dietro, lasciandomi da solo con il loro capo, nonché il padre di Sascha.

Ha un'area possente, è seduto nella sedia dietro la scrivania, le braccia muscolose erano poggiate nei manici della sedia, il suo sguardo è penetrante e freddo, uno di quelli che guardi e ti fa accapponare la pelle.

"Allora tu saresti l'angelo che vuole allearsi con noi"
Dice più come un'affermazione che come una domanda, io rimango in silenzio aspettando che continui a parlare.

Poi mi indica una delle due sedie davanti alla sua scrivania, senza dire niente mi siedo davanti a lui.

"È una cosa insolita che un angelo si voglia alleare con i vampiri, nella storia è accaduto solo una volta, ed era secoli fa, se non sbaglio nel sedicesimo secolo"
Mi dice con uno sguardo che non riesco a decifrare, ma che mi incute paura.

"Sì, come penso le abbiano detto sono stato esiliato dal mio popolo e mi hanno addirittura messo una taglia per catturarmi, e proprio ieri mi hanno dato la caccia cercando di uccidermi, solo perché ho una relazione che per loro non va bene"
Prendo una pausa guardandolo, lui rimane fermo per aspettare che io continui a raccontare.

La storia me la sono preparata mentre aspettavo che Lydia mi chiamasse per darmi il microfono e per farmi installare l'app per mettermi in contatto con loro.

Alla fine non era tanto diversa dalla realtà, metà della storia è vera, il resto non è stato difficile pensarlo, ho pensato diverse volte come sarebbe potuta finire se il mio capo avesse deciso di non credermi e di uccidermi, quindi ho optato di raccontare la prima scena che mi ero immaginato, mentre eravamo con lo stregone che aveva chiamato Marina per farci entrare con un portale nel palazzo degli angeli.

"Voglio che tutti quelli del mio popolo muoiano, devono soffrire, non si può essere angeli, che teoricamente dovrebbero essere dalla parte dell'amore e della pace, se poi lo impedisci ai tuoi simili solo perché secondo te tra angeli e demoni non ci deve essere nulla. Voglio che li sconfiggiate così che io possa vivere in serenità con la persona che amo"
Concludo guardandolo negli occhi, ha uno sguardo pensieroso, rimane in silenzio per qualche secondo poi si alza.

"Ti riferisci a mio figlio giusto? Sascha"
Mi chiede con un tono tranquillo, quasi con tono dolce.

Io annuisco e lui mi scruta attentamente, non pensavo di dover mai incontrare i genitori del mio ragazzo, e di sicuro non mi aspettavo di incontrarlo così.

"Ti credo, perché sono sicuro che se mio figlio vuole bene a qualcuno e si fida, significa che è una buona persona, lui è sempre stato bravo a scegliersi gli amici"
Mi dice facendo qualche passo dietro la scrivania.

"Tuttavia devo essere sicuro che le tue intenzioni siano veritiere, quindi se vuoi veramente rimanere qui, ti dovrai trasformare in un vampiro"
Lo guardo esterrefatto, io non voglio trasformarmi in un vampiro, ma per mantenere la copertura sono costretto ad accettare.

"Se vuoi pensarci su ti posso dare un po' di tempo, una volta che lo fai non puoi più tornare indietro, e so qual è la sensazione"
Mi dice con un tono caloroso, lo so che anche lui non è nato vampiro, era un demone prima.

"Accetto, ma a una condizione"
Rispondo e lui con lo sguardo mi incita a proseguire la frase.

"Voglio che farai stare me e Sascha in una stanza e non in una cella"
Dico sostenendo il suo sguardo, che ora non mi impaurisce più di tanto.

"Penso sia un accordo più che ragionevole"
Risponde e mi tende la mano, io mi alzo e gli stringo la mano, per sugellare il nostro accordo.

"La tua trasformazione sarà tra tre giorni, se ti serve qualcosa puoi chiedere a chiunque di portarti da me e sarò lieto di aiutarti"
Io gli sorrido in risposta e mi accompagna alla porta.

Mi ha creduto e finalmente toglieranno Sascha da quelle celle, ma a che costo?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 19, 2020 ⏰

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