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Pov's Sascha

Sento qualcosa sbattere e apro gli occhi, tutto intorno a me è buio, come al solito, perché le hanno fatte senza nemmeno uno spiraglio di luce non lo so, ma non è quello il problema principale.

Accendo il fuoco dalle mie mani e mi guardo intorno, e subito vedo qualcuno che mi corre addosso e mi abbraccia talmente forte che cado con lui addosso.

So benissimo chi sia, l'ho riconosciuto dal suo profumo, sempre rimasto lo stesso.

Le nostre mani si intrecciano e le nostre labbra si uniscono in un bacio pieno di passione, di voglia, di gioia, di tutti quei sentimenti che mi sono stati tolti da quando sono qui.

Continuiamo per diversi minuti, continuiamo ad abbracciarci, a baciarci e a guardarci negli occhi, sdraiati nel pavimento sporco di questa gabbia.

Quanto mi è mancato, le sue labbra, i suoi occhi, lui in tutta la sua essenza.

Non mi sono lasciato andare perché pensavo a lui, è stata la mia ancora, in tutti i momenti di dolore pensavo a te, Stefano, a noi due insieme felici, quando correvamo e giocavamo ad acchiapparella, che anche se è un gioco per bambini ci faceva divertire da matti, alle notti passate solo con la nostra compagnia, ai nostri primi baci.

"Ti hanno fatto del male?"
Mi chiede quando si stacca dal bacio e vedo che cerca il mio viso con lo sguardo.

Accendo con la mano sinistra una piccola fiamma per permetterci di guardarci senza sforzarci.

"Per oggi no, te come stai? Come mai sei qui?"
Gli domando guardandolo negli occhi, quel color nocciola mi è mancato da morire.

"Sono entrato per ottenere delle informazioni, sono sotto copertura"
Mi risponde alzandosi da sopra di me e si mette seduto di fronte a me, con le gambe incrociate, così anche io mi posso alzare e mi metto seduto, e con la mano destra gli afferro la sua mano, stringendola.

"In che senso per oggi no?"
Mi chiede con sguardo preoccupato, stringe la mia mano con forza e tiene lo sguardo fisso su di me, ancora non mi sembra vero che sia qui, di fronte a me e che gli sto stringendo la mano.

"Mi fanno degli esperimenti, ancora non so a cosa servano, ma provo molto dolore, e molte volte mi addormentano con dell'anestetico, e quando mi risveglio ho sempre dei dolori forti dappertutto"
Quando finisco Stefano mi abbraccia e mi stringe a sé, io sorrido e appoggio per qualche secondo la testa sulla sua spalla e gli do un leggero bacio sul suo collo.

"Comunque ho scoperto una cosa sconvolgente qualche giorno fa"
Gli confesso e lui mi stringe la mano facendo un cenno con la testa, per incitarmi a continuare il discorso.

"Una guardia è venuta e mi ha portato in una stanza, era quella del loro capo, ed è mio padre"
Gli racconto e lui rimane a bocca aperta, la mia stessa reazione quando l'ho visto.

"Ma non era morto?"
Mi chiede con un tono di voce sorpreso, ed è normale, per un bel po' mentre stavamo parlando ero convinto che fosse qualcuno che aveva fatto un incantesimo per assomigliare a lui.

"Anche io non ci credevo, ma mi ha raccontato delle cose che solo lui poteva sapere su di me"
Dico tirando un sospiro.

Sono contento che sia vivo, è pur sempre mio padre e sapere che non è morto mi ha reso felice all'inizio.

"Mi ha detto che mi ha fatto rapire perché non voleva che mi facessero del male quando ci sarà la guerra, molto gentile se non mi facesse fare questi esperimenti"
Dico con una piccola risata sarcastica, Stefano rimane in silenzio.

"Mi ha raccontato che il giorno in cui lo avevano ucciso la mattina era andato da un suo amico vampiro, non mi ha detto il motivo, e gli aveva fatto bere una bevanda che aveva un sapore strano. Quando si è svegliato dopo quello che era successo, era di fianco a questo suo amico, e gli ha detto che aveva bevuto del sangue di vampiro e per questo era vivo, e che in quel momento era un vampiro, e decise che non sarebbe potuto tornare nel mondo dei demoni, visto che ormai non lo era più"
Finisco il racconto e Stefano mi stringe a sé, anche io lo stringo e rimaniamo così per un po', finché Stefano non si stacca.

"Tra un po' verrà un vampiro che mi porterà da tuo padre per vedere se mi farà rimanere qui, e se vuole qualsiasi informazione dovrà tirarti fuori di qui, che poi, perché ti lascia qui, in una cella?"
Mi chiede e io sorrido per la sua affermazione, sempre pronto a fare di tutto per il mio bene, e questa è uno dei motivi per cui lo amo.

"Mi ha detto che per un po' deve tenermi qui perché sennò i vampiri lo accuserebbero di favoritismi, già è riuscito con dei raggiri a far rapire me e non un altro demone a caso"
Gli dico con una piccola risata, e non perché sia divertente come cosa, ma perché prima non si fa vivo per anni, nemmeno una lettera o qualsiasi cosa per farmi sapere che fosse vivo, e poi mi rapisce per proteggermi.

E io che pensavo che fosse un po' strano quando ero piccolo.

"Che ne dici se ci coccoliamo un po' prima che debba andare?"
Mi domanda Stefano con un sorriso talmente grande che mi chiedo se gli faccia male la bocca.

"Non so quanto possiamo stare comodi su un pavimento in pietra, ma va bene"
Dico ridendo, questa volta per davvero, per poi essere avvolto dalle braccia di Stefano, e ci sdraiamo per terra.

Ora non voglio fare nulla se non stare tra le sue braccia.

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