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Pov's Sascha

Mi svegliai nel letto da solo, e appena aprì gli occhi mi vennero in mente le immagini del nostro bacio, il nostro piccolo bacio, un bacio a fior di labbra, con regnante la mia insicurezza, non me lo sarei mai aspettato in quel momento quel bacio, non che mi sia dispiaciuto, perché è stato fantastico e anche io lo volevo baciare, solo che avevo troppa paura per farlo, ho avuto troppa paura da troppo tempo, e Stefano si è riuscito a sbloccare prima di me e a fare il primo passo, che sarà solo il primo di un lungo cammino, almeno se quello che prova Stefano verso di me è la stessa cosa, perchè io ne sono convinto, mi sono innamorato di Stefano, la stessa persona che ho conosciuto quando si é lasciato con la sua ragazza, la stessa persona con cui dovrei essere in guerra, la stessa persona che dovrei odiare e uccidere solo perché è un angelo, ma lui per me era come un angelo demoniaco, il mio angelo demoniaco, e io solo per lui sarà il suo demone angelico, sarò la sua metà pronto a sostenerlo nel momento del bisogno, sarò quello che lui vorrà, se lo vorrà

I miei pensieri vennero interrotti dalla suoneria del mio cellulare, per un momento speravo fosse Stefano ma ovviamente mi sbagliavo, era Salvatore:

Hanno stabilito un incontro tra tutti i demoni per l'attacco alla fabbrica, ci vediamo lì così mi racconti cos'è successo realmente?

Bene, non posso neanche capire se tutto quello che provo è ricambiato o meno, perché me ne devo andare, perfetto

Ok, arrivo tra una mezz'oretta

Presi dei vestiti puliti, andai in bagno, mi spogliai ed entrai nella doccia
Aprì il getto d'acqua che mi continuava a bagnare la testa e i capelli, donandomi una sensazione di calma, cosa che ormai non sapevo cos'era, tra Stefano che stava a casa mia, che se per caso un angelo scopriva che era qui lo avrebbero preso e ucciso, e se un demone lo avrebbe scoperto lo avrebbero ucciso e mi avrebbero ucciso, la guerra tra demoni e angeli, il dover nascondere la verità a Salvatore, tutto era diventato incasinato nella mia vita da un momento all'altro, e non avevo la minima idea di come fare ad uscire neanche da uno solo di questi problemi

Uscì dalla doccia, mi asciugai in fretta e mi vestì con una maglietta a maniche corte blu con qualche scritta inglese che non ho mai considerato e un jeans blu, uscì dal bagno e c'era Stefano vicino a me, era nel letto, non mi guardava, aveva lo sguardo fisso sul piumone verde che c'è sopra il letto, dove sotto ci abbiamo dormito la scorsa notte
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, in silenzio, senza dire niente, e lo strinsi a me, sapevo che c'era qualcosa che non andava, e ormai sapevo che lui preferisce non parlarne, così non lo feci parlare, cercai di confortarlo in quell'abbraccio

Lui si strinse a me, come se fossi la sua ancora di salvataggio, e io volevo essere la sua ancora di salvataggio, mi avvicinai al suo orecchio

Io: devo andare, tornerò tra poco, appena torno parliamo ok?

Mi staccai dall'abbraccio e lui annuì semplicemente con la testa, aveva quasi gli occhi lucidi, per quanto volessi restare con lui, a consolarlo, nel letto, accarezzarlo e confortarlo con tante parole dolci, non potevo
Andai verso la porta e prima di uscire mi girai di nuovo a guardarlo, e mi scese una lacrima guardandolo, uscì subito da quella stanza, odiavo essere visto più debole, e soprattutto da lui, non volevo
Uscì di casa, dispiegai lei ali e iniziai a volare
Mi guardai attorno, e appena mi accertai che non c'era nessuno nei paraggi iniziai a piangere, un pianto liberatorio, disperato, avevo bisogno di sfogarmi, ma non voglio essere visto debole, e per questo finisco sempre a piangere da solo, in silenzio, mentre tutti pensano che io stia bene, ma invece bene è l'ultima cosa a cui io penso, e nessuno se ne accorge, sono sempre il solito e solare sascha

Arrivai nella città dei demoni, mi asciugai le lacrime, e atterrai davanti la casa di Salvatore, e bussai alla porta
Inizia a muovere freneticamente il piede per scaricare un minimo la tensione
Lui appena mi vide mi abbracciò mi strinse a lui, però lui di solito non abbraccia nessuno, non ha contatto fisico con nessuno apparte con le sue ragazze

Sal: mi sei mancato, dove sei stato tutto questo tempo?

Mi guardò negli occhi, sembrava un'altra persona

Io: ho avuto vari impegni, sai com'è avere una casa indipendente da solo è difficile da gestire

Lui rise e anche io risi, lui uscì di casa e iniziammo a camminare verso la piazza principale, tra le strade in ciottoli che attraversavano la periferia della città

Sal: che cos'è successo in fabbrica? So che tu lavori in fabbrica

Io: è successo tutto velocemente, sono entrati e hanno iniziato ad uccidere tutte le persone che si trovavano davanti, io sono riuscito a scappare, ma mi hanno morso alla caviglia

Lui mi guardò e mi abbracciò, ancora mi sembra strano che lui mi abbracci, lo ha fatto pochissime volte da quando ci conosciamo, ma di sicuro non rifiuto un abbraccio

Sal: mi spiace

Arrivammo in piazza dove c'erano almeno un altro migliaio di demoni, la piazza era interamente piena, e al centro c'era Alec

Alec: volevo ringraziare tutti voi per essere qui, allora, sapete tutti che c'è stato un attacco alla fabbrica delle armi, abbiamo scoperto che sono stati i vampiri, non ci sono stati molti sopravvissuti, solo una decina di persone sono sopravvissute, é stato un totale massacro, e faremo di tutto per non far accadere niente di tutto questo di nuovo

Delle persone iniziarono ad urlargli contro, in molti erano arrabbiati, disperati, e non sono in pochi

Alec: so perfettamente che tutto questo non doveva succedere, ma vi garantiremo che uccideremo uno per uno quei luridi pipistrelli che hanno ucciso tanti dei nostri simili, non ne rimarrà nemmeno uno, e da questo momento in poi, io dichiaro lo stato di guerra verso i vampiri e verso gli angeli

Tutti urlarono di nuovo, ma non era rabbia questa, questo era il sentimento di vendetta, tutti volevano una vendetta, tutti iniziarono a muoversi, e non capisco che diamine stiano facendo, ma non mi interessa, mi girai e iniziai a camminare, seguito subito dopo da Salvatore
L'unica cosa che voglio adesso è andare da Stefano

Io:devo andare, ci sentiamo

Spiegai le ali e non lo lasciai rispondere, volando verso casa mia
Stefano sto arrivando

















Ed eccomi qua, sono ritornato, e questa storia diventerà una vera e propria bomba, nessuno di voi si aspetterà quello che ho progettato, e ringrazio tutti quelli che hanno aspettato che io aggiornassi di nuovo, vi ringrazio veramente di cuore, non Sara no aggiornamenti regolari, ma una volta ogni tanto finchè il periodo "sfondiamoli di verifiche tanto sono loro a dover studiare" finirá
Comunque per farmi perdonare questo capitolo è lungo più di 1000 parole ;)
Sam

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