«Il cielo è stupendo» disse Francesco, fissando in lontananza l'orizzonte con aria assorta.
Aris si girò verso di lui, contemplando il suo profilo illuminato dal tramonto del sole, gli sorrise e annuì.
«E’ stupendo quasi quanto te» aggiunse con tono dolce.
Aris divenne viola in viso. Sorrise felice e abbassò lo sguardo senza dire nulla. Francesco avvicinò la mano ai suoi capelli e li accarezzò ridendo per le gote di Aris che andavano a fuoco.
Si mise più vicino.«Mi sembra quasi che il cielo sia più blu, da quando ti conosco» Affermò quasi sotto voce, con tono tranquillo e un mezzo sorriso sul viso.
Aris si voltò sereno, verso il tramonto, guardando le onde che si infrangevano ostinate sugli scogli.
Un vento freddo cullava i due amanti, sfiorando i loro corpi immobili.
«Lo amo» pensò compiaciuto il ragazzo prima di tirarsi su le maniche del largo maglione in lana che indossava. Si raggomitolò su se stesso e appoggiò la testa sulla spalla di Francesco.«E’ tutto perfetto. Non sono mai riuscito a guardare le cose in questo modo» disse poi con tono commosso.
«Certe volte abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci insegni a guardare nel modo giusto. Io ho te» rispose Francesco.Aris sorriso sereno, con gli occhi che si velavano di un sottile strato di commozione. Spesse volte la Vita non fu gentile con lui in passato, ora sembrava volersi sdebitare. Sembrava volergli mostrate tutte le sue sfumature, tutte le sue bellezze. I colori si erano fatti più vividi da quando Francesco era entrato nella sua vita, i profumi più intensi, i sensi più affini. I due erano convinti di aver trovato ciò che li avrebbe salvati dalle bruttezza della vita: l'amore. Quello vero. L'amore dell'anima, l'amore per le piccole cose, per la bellezza.
Sotto un cielo di un semplice blu, Francesco, posò un bacio delicato sulle labbra di Aris, che, silente, ricambiò con trasporto.
La sera calava inesorabile, e il celeste del giorno si tramutava in intenso blu oltre mare, poco prima preceduto da sfumature rosate e color pesca.
Aris e Francesco rimasero sugli scogli, al freddo, senza dire una parola, finché il sole non fu tramontato del tutto. La calma più totale prese il posto dei rumori del giorno, accompagnata dal rumore delle onde e degli uccelli che si preparano per la notte.
«Ti amo» azzardò Aris, facendo eco al silenzio.
Da qualche mese a questa parte sentiva questo sentimento nel profondo del suo cuore, ma non aveva ancora trovato il coraggio di viverlo a fondo. Era terrorizzato da come avrebbe potuto reagire Francesco. Non avrebbe potuto sopportare un rifiuto, ma sentiva che quello fosse il posto e il momento giusto per farlo.
Francesco si voltò lentamente verso di lui è guardandolo negli occhi disse:
«Ti amo anche io.»Sorrisero entrambi, guardandosi fissi negli occhi. Francesco appoggiò la sua fronte su quella di Aris, senza interrompere il contatto visivo. Ci fu un bacio veloce, quasi rubato.
Il cielo terso della sera osservava muto i due amanti, promettendo giornate di sole.
«Forse dovremmo andare» disse poi Francesco. «Si sta facendo buio.»
«Ho bisogno ancora di qualche minuto. Voglio ricordare questo momento» disse Aris accoccolandosi fra le braccia del suo amato.
«Okay» rispose sorridendo. Lo strinse forte a sé, portandogli un braccio intorno alle spalle e l’altro intorno al torace. Si poggiarono sul forte scoglio in arenaria su cui erano seduti e si lasciarono cullare dal rumore delle onde del mare.«Scusi? Si sente bene?» disse una voce davanti ad Aris.
«È tornato» disse lui.
«Ma chi? Senta io vorrei solo un caffè macchiato. Sono di corsa.»Aris aveva sognato ad occhi aperti.
Aveva rivissuto un loro momento, un loro ricordo; lì dentro, nella caffetteria, era come se fosse su quella scogliera genovese. Rimase di stucco per qualche attimo.
«Scusi. Glielo faccio subito» rispose al cliente che aveva assistito alla scena.
Era davvero successo? Un attimo prima era al bancone, un attimo dopo era con Francesco. Eppure sentiva ancora la brezza fredda del mare primaverile, la lana ruvida sulla pelle e le braccia calde del suo Liko. Era certo di aver rivissuto tutto una seconda volta. Nella sua testa si accalcavano disordinati quei pensieri e, del tutto distratto dal suo tumulto interno, toccò, per sbaglio, la bocchetta del vapore della macchinetta, bruciandosi il dito.
«Porca bagascia!» esclamò forte.
«Oh, signur» disse invece il cliente spazientito.Aris andò in panico; portò di corsa il caffè al signore e corse a chiudersi in bagno. Si bagnò la faccia e il dito con acqua fredda e si mise ad osservare il suo viso riflesso nello specchio.
Lo aveva davvero dimenticato? Cosa era successo? Le visioni si erano fermate. Non lo sentiva più sulla pelle. Non ricordava più il suo profumo. Ciò che lo preoccupava maggiormente era il fatto che, da quando non sentiva più Francesco, le cose erano migliorate. Aveva ripreso a mangiare, dormiva meglio, si sentiva di nuovo se stesso.
Poi quel ricordo.
Il respiro gli si fece irregolare. Tutto stava succedendo di nuovo. La testa tornava a girargli e le mani tremavano ancora.D'improvviso sentì una sensazione strana, come se il suo corpo fosse completamente bagnato, come stesse sognando. La stanza si era fatta buia e il neon incominciò a sfarfallare.
Aris era terrorizzato.
«Dove Sono?» si chiedeva. «Dove Sono? Devo andare alla fermata dell’autobus, devo alzarmi da questa pozzanghera.»
Il suo cuore batteva a mille. Chiuse gli occhi per un attimo e risentì il cielo distruggersi come in quella notte di Luglio. Si portò le mani alla testa afferrandosi con forza i capelli, riaprì gli occhi.
Tutto era tornato normale. L'acqua del rubinetto schizzava sulla sua maglia che si era inzuppata tutta, ricordandogli quella sensazione di bagnato; la luce era tornata normale e si trovava ancora nel bagno della caffetteria. Tirò un sospiro di sollievo e chiuse l’acqua. Si guardò le mani, che tremavano ancora per lo spavento, poi, alzò lo sguardo allo specchio.
Era lì.
Era dietro di lui. Questa volta ne era sicuro. Era Francesco. Si voltò di scatto. Nulla. Se lo era immaginato un'altra volta.
Crollò sul pavimento del bagno e divenne parte integrante del vuoto che lo circondava. Si raggomitolò sotto il lavandino e strinse forte le ginocchia al petto.
«Sto diventando pazzo» sussurrò mentre la vista gli si annebbiava di lacrime.
«Perché mi fai questo, Liko?»
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Любовные романы[COMPLETA] Amore, morte, dolore e cambiamento. Le linee guida della vita di un animo fragile, un ragazzo dolce che ha imparato ad amare e si è visto portare via, tutto d'un tratto, ciò che di più importante aveva al mondo. Un viaggio catartico, una...