27 Agosto 2019
«Hai già scelto la specializzazione, Aris?» chiese Marco scarabocchiando alcuni numeri su un modulo.
Aris stava seduto al suo fianco, giocando con il telefono.
«Non sono ancora sicuro» disse prestando poca attenzione al fratello.Lui si girò tirandosi su gli occhiali che portava sulla punta del naso e lo fissò.
«Lo sai che ti laurei tra qualche mese, vero?»
«Finalmente! Ci ho messo vent’anni» rise.Marco restò ad osservarlo in silenzio, pensieroso.
«Già» aggiunse.Aris mise in pausa il gioco;
«C’è qualcosa che non va?»
«No, io sono a posto ma non pensi di dover preparare la tesi? Non lo so, come fai ad essere così tranquillo?»
«Ma c’è tempo! Sono venuto a trovare mio fratello, chissenefrega della tesi. Non ci vediamo da un mese, voglio stare con te» disse Aris sorridendo.
«Come sei cambiato Aris» affermò Marco abbassando lo sguardo e facendo un mezzo sorriso, «sempre con la testa fra le nuvole eh, per carità. Però sei così… tranquillo ora.»Aris sorrise, «Liko sarebbe contento se mi vedesse così. Mi diceva sempre che dovevo prendere la vita con più tranquillità, che dovevo vedere la Bellezza. Non sono mai riuscito a capire a cosa si riferisse, e ora è ovvio. La Bellezza è essere qui con te, nonostante siamo distanti, o quest’anello» alzò la mano sinistra osservando disincantato il suo anulare, «che mi ricorda sempre mio marito. Fra poco tempo sarò un medico. Salverò la vita delle persone, potrò dare speranza a qualcuno. Non lo so… mi sembra che tutto abbia un ordine ora. Ricordi quando ero da te a Milano e Liko mi ha chiamato a telefono?»
«Quando era incazzato nero?» chiese Marco nostalgico.
«Sì» rise Aris, «me ne ha dette di tutti i colori. Gli avevo perso dei documenti importanti e mi aveva detto: “Quando troverai un minimo di ordine fammi un fischio, perché così non ce la faccio.” Vorrei tanto che mi vedesse ora, magari gli farebbe piacere.»Marco si fece triste, si avvicinò al fratello e lo strinse forte.
«Lo sai che lui ti vede sempre. Sono certo che è fiero di te e di tutto quello che hai fatto.»
«Marco,» lo interruppe. «Io non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto. Mi hai salvato la vita ancora e ancora. Forse non te lo dico spesso, di sicuro non abbastanza ma,» abbassò lo sguardo, «grazie, grazie di tutto. Mi hai insegnato tutto ciò che mi porto dentro e non potrò mai dirti grazie abbastanza.»
«Lo sai che avrei fatto qualunque cosa per te» disse Marco commosso. «Mi mancherà prendermi cura di te, ormai non ne hai più bisogno.»«Nah. Ho sempre bisogno di te. Sai che sono un disastro.»
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23 Ottobre 2019I mesi erano già volati via mentre le foglie stavano ancora diventando rosse. Aris indossava il suo vestito più elegante, regalato da Nico, ovviamente. Nella piccola sala da congressi, esponeva la sua tesi sulla medicina di urgenza e il possibile uso di nuove tecniche in grado di gestire pazienti in fin di vita.
Aveva scelto in cosa specializzarsi, aveva trovato il suo scopo nella vita; avrebbe salvato delle persone.
Nella piccole sedie in tessuto rosso sedevano tutte le persone che gli erano state accanto: Marco, in prima fila, agitatissimo e pallido in viso, che si mangiava le unghie e si sventolava con un pezzo di carta; Nico, che era arrivato con circa mezz’ora di ritardo, sedeva a fianco della sua futura sposa, Annie; Gianluca e Arianna dietro con il piccolo Cristian, ormai grande, che si divincolava dalle braccia del padre, per uscire a giocare.
Erano tutti riusciti ad essere lì per Aris, anche se dall’altra parte del mondo o in qualche altra regione d’Italia.
Tutti. O quasi.
«Dopo aver visto l’importanza dell’ortopedia e della traumatologia d’urgenza nella medicina di primo intervento, passiamo ad illustrare queste nuove proposte che vengono da diversi studi in tutto il mondo come l’ibridazione, l’utilizzo di stampanti 3D che permettano di sostituire il prima possibile organi lesi o anche, dall’ultimo studio inglese, le nuove macchine, a bassa emissione radioattiva che permettono di vedere subito le condizione del paziente» deglutì e proseguì la sua presentazione.
La testa gli faceva particolarmente male e non vedeva nulla al di sotto della pedana.
«In conclusione, secondo queste stime, il numero di morti in pronto soccorso, raggiungerebbe il minimo storico. Lotteremo contro il tempo. Nessuno verrà più chiamato nella notte; la Medicina d’urgenza, permetterà di riabbracciare i proprio cari per l'ultima volta.»
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Romance[COMPLETA] Amore, morte, dolore e cambiamento. Le linee guida della vita di un animo fragile, un ragazzo dolce che ha imparato ad amare e si è visto portare via, tutto d'un tratto, ciò che di più importante aveva al mondo. Un viaggio catartico, una...