30 Gennaio 2032
Aris scese dall’auto di fretta. Corse verso la scuola. La piccola Sakura aspettava impaziente davanti al cancello, insieme ad una sua compagna di classe e il padre.
«Sakura!» urlò Aris avvicinandosi, «perdonami, mi hanno trattenuto in ospedale.»
Si accovacciò vicino a lei e la abbracciò forte. Lei portò le sue piccole manine coperte da un caldo paio di guanti intorno al collo di Aris lo salutò.
La prese in braccio;
«Grazie mille, Massi, per aver aspettato con lei» disse rivolto a Massimiliano, padre dell’amichetta di Sakura, che dietro alla sua sciarpa in lana sorrise ad Aris. Indossava un bellissimo giubbotto in pelle color camoscio e sfoggiava dei luccicanti occhi neri.«Non c’è problema, Aris» gli sorrise. «Buona giornata.»
Si voltò e con la figlia per mano si perse nelle strade gelate di Milano.«Non pensi sia bello il papà di Chiara?» chiese Sakura stringendosi al collo di Aris.
Lui non prestò attenzione e sussurrò:
«Ha il suo fascino» rise.Portò una mano al viso della piccola e le tirò su la sciarpa, stringendola forte tra le braccia.
«Andiamo a casa che si gela.»In macchina, Aris allacciò la cintura alla piccola e iniziò a guidare. Dopo averle chiesto come avesse passato la giornata ed essersi divertito nell’ascoltare le storie della piccola, si fece triste;
«Mi dispiace così tanto, Sakura. Vorrei passare più tempo con te. Sono sempre chiuso in ospedale.»
«Ora devi tornare in ospedale?»Aris osservò la piccola seduta sul suo seggiolino dallo specchietto retrovisore. Vide nei suoi occhi la voglia di stare un po’ con il padre.
Gettò gli occhi sulla strada.
«No» mentì, «oggi voglio stare tutto il giorno con te» sorrise.
«Andiamo a fare merenda.»
___«E vissero tutti felici e contenti» disse Aris, compiaciuto. La piccola Sakura stava in ascolto irrequieta, accoccolata a fianco al padre sotto le coperte.
«Ma papà» fece lei con la sua vocina dolce, «perché finiscono sempre così queste storie?»
Aris chiuse il libro e strinse forte la piccola.
«Abbiamo tutti bisogno di un lieto fine. Ci piace leggere di cose belle quando siamo tristi.»
«Anche tu sei triste?»«Siamo tutti tristi» gli tornarono alla mente le parole di Nico.
«Non c’è nulla di male nel sentirsi tristi. Capita a tutti, anche a me, ma non quando sono con te. Tu mi rendi felice» rispose.
Le fece il solletico sorridendo. Lei scoppiò a ridere divincolandosi nel letto.
«Anche io sono felice. Secondo te avrò un lieto fine anche io?»
«Certo che lo avrai» disse lui con voce decisa. La guardò nei suoi piccoli occhi a mandorla e le accarezzò la guancia. «Promettimi una cosa però» proseguì Aris, «promettimi che non smetterai mai di credere al lieto fine. Mai.»
«Te lo prometto» disse emozionata.
Tirò fuori la piccola manina dalla coperta, che vicino a quella di Aris sembrava la zampetta di un cucciolo, e sventolando il mignolo, cercò quello del padre. Si strinsero le dita con un'occhiata di intesa. Aris le fece l'occhiolino.«Ora dormi» disse poi alzandosi.
«No papà aspetta» lo tirò lei per il braccio.
«Sakura, devi andare a dormire, è tardi.»
«Ancora una storia. Oggi ho trovato questa» disse allungandosi verso il comodino a fianco al letto. Gli porse una foto che lo ritraeva con Francesco.
«Sei tu quello, vero?»
Aris annuì.
«Eri così giovane. E questo ragazzo chi è?» chiese incuriosita.
Aris rimase in silenzio per qualche istante. Prese la cornice e la accarezzò con la mano destra. Sorrise.
«Una persona davvero importante» disse, «ma è una storia troppo lunga. Te la racconterò domani.»
«Ti prego!» sbottò Sakura, mettendosi in ginocchio davanti al padre; gli fece gli occhi dolci.
«Ah, va bene» sospirò Aris intento a scrutare quella foto. «Si chiamava Francesco o, come lo chiamavo io, Liko. Ci siamo conosciuti quando avevo 19 anni, quindi tanto tempo fa» rise, «e… ci siamo innamorati» fece una pausa, cercando la reazione della piccola; lei se ne stava in silenzio, concentrata e con gli occhi che le brillavano.
«E poi?» interruppe il silenzio.
«Purtroppo… non c’è più. È andato in un posto migliore.»
La piccola si fece triste e si rannicchiò a fianco del padre i cui occhi brillavano ardenti.
«Ci sono persone, tesoro mio» incominciò Aris, «che amano persone come loro. Un giorno anche tu ti innamorerai di qualcuno, non importa chi, l’importante è che ti farà stare bene»
«È per questo che non ho una mamma?» chiese con una vocina flebile.
Aris annuì.
«Oh, lo avevo capito» fece la bambina.
«Ah sì?» chiese Aris confuso.
«La maestra ha detto che l’amore non è solo tra una bambina e un bambino. Ha detto che è tutto ed è tra tutti.»
Aris le sorrise. «La maestra ha proprio ragione.»Sakura rimase in silenzio, a pensare.
«Quindi potrei avere due papà?»
«Purtroppo no, Sakura. Il mio cuore apparterrà sempre a Liko» disse e si fece triste, dispiaciuto di infrangere le aspettative della figlia.
«E vabbè. Anche se secondo me tu e il papà di Chiara state bene insieme» disse lei, notando i suoi occhi tristi.Aris scoppiò a ridere.
Sakura si tirò su e si avvicinò al padre; gli accarezzo la guancia. «Avrei tanto voluto conoscere Liko»
«Sarebbe stato un padre fantastico e ti avrebbe amato con tutto il cuore.»
Sakura prese gentilmente la foto dalle mani del padre;
«Era bellissimo. Anche tu, eri così giovane.»Aris si tirò su e sorrise. I suoi occhi si fecero lucidi. Strinse forte la piccola.
«Cos’hai papà?» chiese lei tra le braccia del padre.Lui si asciugò gli occhi e si ricompose.
«Niente, piccola. Ogni tanto mi manca davvero tanto…. Ma non quando sono con te. Hai qualcosa negli occhi, mia dolce Sakura, che mi ricorda lui. Entrambi vedete la bellezza in tutto, siete così intelligenti e fate sentire tutti meglio. Finché sono con te, non ho bisogno di altro.»
Sakura sorrise entusiasta.
«Ora mettiti a letto» disse Aris prendendola in braccio. La infilò sotto le coperte; «magari un giorno ti verrà a trovare in un sogno e per qualunque cosa, puoi contare sempre su di lui. Ci sarà sempre.»
«Anche per te, papà.»
«Certo. Ci starà sempre accanto. Proprio qui» si indicò il cuore, commosso. «Buonanotte mia dolce Sakura, sogni d’oro.»
«Buonanotte, papà.»
___Aris rimase solo con i suoi pensieri; i ricordi assopiti si risvegliarono tutto ad un tratto. Parlare di Francesco aveva riaperto le sue ferite e allo stesso tempo gli aveva lasciato una strana e malinconica gioia. Quanto tempo era passato dall’ultima carezza, dall’ultimo attacco di panico, dall’ultima volta in cui sussurrò il suo nome sotto la pioggia? Anni, o solo attimi? Era tutto così distante, sbiadito, ma sembrava essere successo poche ore prima. Ricordava tutto e allo stesso tempo ne aveva perso le tracce. Tutto quell’amore, tutto quel dolore, tutta la tristezza che gli aveva sporcato la pelle, dov’erano finiti?
Si sciacquò il viso e si mise a letto, inqueto. Ripensò alle parole con cui aveva descritto il suo Francesco alla piccola Sakura;
«Amore mio…»Si mise in piedi, quei pensieri non gli permisero di riposare. Passeggiò per la stanza, avanti e indietro senza fare rumore.
Vide il suo viso riflesso nello specchio della camera e si sorrise; tutte quelle linee che gli segnavano il volto, tutto quel dolore che gli aveva appesantito le gote era lì insieme a lui, a tenergli compagnia. Ma, a dire il vero, per la prima volta, si vedeva bello, si vedeva completo. Ed era vero, il dolce viso di Aris era sbocciato nel fiore più bello che si fosse mai visto e splendeva di luce propria; finalmente, aveva ripreso a vivere.
Si avvicinò allo specchio e con un lento movimento scostò la morbida maglietta che indossava, scoprendo il costato. Lì, sulla sinistra, un piccolo tatuaggio, una semplice parola:
Liko.

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Romance[COMPLETA] Amore, morte, dolore e cambiamento. Le linee guida della vita di un animo fragile, un ragazzo dolce che ha imparato ad amare e si è visto portare via, tutto d'un tratto, ciò che di più importante aveva al mondo. Un viaggio catartico, una...