Aris entrò nell’appartamento pensando ancora a quello che era accaduto.«Hey Aris!» il fratello. «Che ci fai qui?» disse.
Aris rimase sorpreso, non pensava di trovare qualcuno a casa.
«Ehm…» balbettò, «Non mi sentivo molto bene. Ho preso il pomeriggio libero.»
«E’ successo qualcosa?»
«No, no. Giusto un po’ di mal di testa, mi sta uccidendo. Tu come mai sei a casa?»
Il fratello credette alla sua bugia.
«Questa settimana in ufficio non c’è molto da fare. Ultimamente finisco presto.»
«Capisco,» disse Aris assorto. «Vado a stendermi un po’. Magari passa.»
«Vuoi una pastiglia?» chiese il fratello premuroso.
«No grazie. Ora mi passa.»Aris si incamminò verso la stanza, grato che il fratello non avesse fatto altre domande riguardo la situazione. Si sdraiò sul morbido letto, togliendosi a mala pena le scarpe e chiuse gli occhi.
«Aris, scusa se ti disturbo» disse Marco pochi minuti dopo, avvicinandosi al letto. «Nico mi ha chiesto di chiederti se vuoi andare a ballare con lui stasera. So che non ti senti bene ma vorrebbe che andassi con lui. E’ una serata importante.»
Aris fece una smorfia.
«Proprio stasera?» chiese agitato. «I-io…»
«Fallo per lui. Ha detto che era molto importante» disse.Il ragazzo abbassò lo sguardo. Non voleva dare buca a Nico ma non sapeva dove trovare le forze per andare.
«Ascolta,» proseguì Marco. «Se non te la senti, posso venire con voi. Non mi fido tanto di Nico. Tende a bere un tantinello di troppo» disse ruotando un dito intorno la tempia e ridendo.
«Lo faresti davvero?» disse Aris rinfrancato. La presenza del fratello lo avrebbe tranquillizzato.
«Ma certo! E poi vorrei festeggiare anche io» aggiunse.
«E’ successo qualcosa?» sul viso di Aris si palesò un cenno di curiosità.
«Volevo dirtelo in un altro momento ma…» disse Marco guardando Aris negli occhi.
«Sono stato promosso a manager di una nuova impresa!» disse tutto contento.
«Oh Marco» esclamò Aris alzandosi dal letto e correndo incontro al fratello per abbracciarlo. «Sono così contento!» disse. Era vero; la felicità di Marco era una delle priorità assolute per Aris.Marco lo strinse a sua volta lasciandosi scappare un sorriso orgoglioso.
«C’è un solo problema» disse a bassa voce. «La sede è a Mantova.»
Il cuore di Aris perse un battito. Deglutì rumorosamente.
«Aris» proseguì, «Io non me la sento di lasciarti in questo momento, ci saranno altre occasioni...»
«Non puoi perderti un’occasione del genere! Devi andare» la voce di Aris si fece leggermente amara.
«Ne ho già parlato con Nico. Potrai stare con lui per quanto vorrai.»
«Ah bastardo!» disse Aris per sdrammatizzare. «Lo hai detto prima a lui che a me?!»Si scambiarono una risata nonostante quella di Aris celasse preoccupazione. Non voleva che il fratello se ne andasse proprio in quel momento, proprio quando tutto sembrava crollargli addosso di nuovo. D’altra parte negli ultimi tempi si era finto più tranquillo, si era chiuso in sè e avrebbe potuto far credere al fratello di stare meglio. Doveva pensare a Marco; non avrebbe mai e poi mai tarpato le sue ali.
Lo abbracciò di nuovo.
«Quindi saremo di nuovo separati?» chiese poi con voce dolce.
Marco non rispose. Si fece triste.
«Ohi!» sussurrò Aris afferrando la guancia del fratello. «Ti prometto che verrò a trovarti e ci sentiremo tutti i giorni, non è così distante. E’ il tuo più grande sogno e finalmente si sta realizzando. Non ti devi preoccupare di nulla. Solo che, mi mancherà vederti tutti i giorni. Ma so come fare.»
«Ti voglio bene, Aris» disse Marco con voce tremolante.
«Anche io.»
___«Aris! Svegliati!» gli urlò Nico all’orecchio salterellando intorno a lui.
Aris si era addormentato dopo la conversazione con Marco e ormai la sera stava calando inesorabile.

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Romance[COMPLETA] Amore, morte, dolore e cambiamento. Le linee guida della vita di un animo fragile, un ragazzo dolce che ha imparato ad amare e si è visto portare via, tutto d'un tratto, ciò che di più importante aveva al mondo. Un viaggio catartico, una...