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Ed eccomi qui con un nuovo capitolo..

Grazie a tutte voi per avermi incoraggiato a continuare. Grazie per i commenti. Grazie per i messaggi privatamente. Questa storia tra qualche capitolo sarà finita ed io spero di emozionarvi fino alla fine.

 Adesso basta chiacchiere vi lascio al 38 esimo capitolo. Buona lettura ragazze... Vi Adoro <3




<< Apri questa benedetta porta Giorgia, altrimenti giuro che la spacco>> gridò.

<< Vattene chiamo la polizia>> affermai in lacrime.

Sarebbe stata la scelta più giusta chiamare la polizia ma qualcosa dentro di me diceva che era una pessima idea.

I pugni sulla porta iniziarono a diventare sempre più pesanti.

Non posso mandare neanche un messaggio alle ragazze altrimenti chiameranno subito Nico. Ma un messaggio a Nate posso mandarlo.

Presi il mio telefono e andai sulla conversazione di Nate.

" Ti prego. Aiutami. Marco sta continuando a tirare i pugni sulla porta vuole che lo apro. Ho paura"

Cliccai invio.

Pensavo che avrei risolto tutto da sola. Stare via per un pò di tempo far calmare le acque. Aspettare che Marco mi dimenticasse per salvare Nico. Ma adesso inizio a pensare che sia una brutta idea. Non posso farcela da sola.

Oggi dopo aver chiuso la chiamata con Nico dicendogli che si saremo visti l'indomani. (odiavo mentirgli guardandolo negli occhi) e dopo aver salutato Matt.

Qualcuno venne a bussare alla porta in realtà pensavo fosse lui, lo avrei desiderato tantissimo invece no. Era Marco.

Avevo lo sguardo rabbioso, aveva gli occhi pieni di sangue e puzzava, puzzava di alcool.

Al solo ricordo iniziai a tremare di nuovo.

Si buttò addosso iniziandomi a toccare e baciare da tutte le parti del corpo. Desideravo che qualcuno venisse a salvarmi ma quel qualcuno in quel momento non c'era. Ero sola contro tutto.

Quando riuscii a liberarmi da lui mi disse che aveva capito tutto. Aveva capito che volevo stare con Nico e non con lui. Non so come riuscii a trascinarlo fuori casa.

Adesso mi ritrovo per terra affianco al divano con le gambe al petto e le lacrime che scendono come un fiume. 
Sapevo che sarebbe entrato prima o poi. Presi di nuovo il cellulare in mano dovevo salvarmi in qualche modo:" ragazze lui è qui. Ubriaco ha tentato di..... vi prego correte". Cliccai invio.

La porta di colpo si apri ritrovandomelo davanti cercai di alzarmi in piedi e stargli il più lontano possibile.

<< Sei una puttana di merda>> gridò serrando la mascella.

Lui era li a pochi passi da me.

<< Che diavolo vuoi da me Marco? Non puoi volermi con te con le tue forze>>

<< No, tu sei già mia. Ma ti sei innamorata di quella merda dovevano morire tutti quel giorno con i loro genitori>>

Quando finii la frase rimase a fissarmi per qualche istante forse si aspettava una mia relazione per questa notizia sconvolgente.

<< Volevo dire>> iniziò a mettere insieme qualche parole per rimediare.

<< volevi dire quello che hai detto. Hai ucciso i suoi genitori perché lo hai fatto? Perché?>> gridai puntandogli il dito contro.

Fece dei passi indietro andando a sbattere con la schiena contro il muro quasi arrenderndosi. Almeno speravo...

<< Perché hanno ucciso mio padre, quelle persone sono dei mostri non io>> disse indicandosi.

Era arrivato il momento di dirgli la verità quella verità che gli è stata nascosta per troppo tempo.

<< Tuo zio ha ucciso tuo padre>>

A quella mia affermazione rimase con gli occhi puntati su di me, ma questa volta con occhi più cattivi.

Prese il telefono dalle mani << tu hai ucciso mio padre? Tu sei l'assassino? >> gridò tirando un pugno alla parete. Sobbalzai dallo spavento.

<< Io sono qui, muoviti>> disse infine.

Suo zio stava venendo qui? Iniziai a tremare.

<< tra poco quello che hai detto lo dovrai ripetere davanti a mio zio>> disse gridando diminuendo sempre di più lo spazio creato tra noi.

<< Hai capito? Dopo verrai via con me andremo in un posto lontano. Solo io e te>> disse accarezzandomi la guancia.

Mi spostai di colpo. << Non mi toccare, io non verrò mai da nessuna parte con te>> dissi a denti stretti.

Di colpo un pugno mi colpii al centro dello stomaco mi piegai in due dal dolore. Subito dopo me ne arrivò uno dritto in faccia prendendomi per i capelli.

"Non piangere Giorgia sii forte" continuavo a ripetermi.

" C'è la puoi fare, tra poco qualcuno verrà".

Mi ritrovai le sue labbra sulle mie d'istinto gli morsi il labbro, mi ringrazio tirandomi un altro pugno in pieno viso iniziai a sentire il sangue in bocca, mi ritornò in mente quando il suo fratellastro fece lo stesso ma dietro la nuca.

<< tieni a mente quello che succederà stronza >> gridò sputandomi addosso.


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Lasciati odiare, StronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora