Decipit frons prima multos (La prima impressione spesso inganna) - detto latino

208 20 13
                                    

Juan aveva scelto di sacrificarsi sull'altare della verità e Alessia era la persona che avrebbe tenuto il destino del giovane tra le dita.

Ovviamente avrebbe dovuto evitare l'argomento "anello" e tutto ciò che poteva essergli collegato; pensò accuratamente a quale domanda porre al brasiliano e alla fine ne trovò una non troppo scomoda, ma che avrebbe potuto comunque riservare qualche sorpresa.

<<Che cosa hai pensato la prima volta che hai visto Betty?>>

Vide che l'amica si era concentrata sul ragazzo, impaziente di ascoltare la risposta. Non osava immaginare la sua reazione nel caso non le fosse piaciuta.

Juan deglutì e guardò la bionda con aria colpevole.

<<Confesso che appena ti ho vista ho creduto che fossi una di quelle ragazze tutta apparenza e poca sostanza>> la sua voce uscì debole.

Era evidentemente spaventato dalla reazione di Betty.

<<Poi abbiamo parlato e ho pensato che ci saremmo potuti divertire insieme>>

//Non è che stia migliorando la situazione...//

Betty afferrò un cuscino e lo scagliò verso Juan, ma aveva un sorrisetto sulle labbra che lasciava capire come non fosse realmente arrabbiata.

<<Ehi! Non ho finito!>> protestò l'opposto.

<<Perché? Hai qualcosa da aggiungere a tua discolpa?>> gli chiese Betty mettendo il broncio.

<<In realtà, sì>> Juan la osservò serio. <<Appena ti ho conosciuta meglio ho capito di essermi completamente sbagliato e di avere trovato una ragazza speciale>>

Alessia sorrise vedendo la bionda buttarsi sul ragazzo per abbracciarlo e stampargli un bacio sulla bocca.

Dal gruppo si levò qualche fischio e Vladimir applaudì.

Nikola lo guardò storto.

<<Fammi capire: perché loro possono baciarsi senza che tu inizi a brontolare?>> volle sapere.

<<Perché quando loro si baciano non sembra che Juan voglia procreare davanti a tutti>> rispose semplicemente il fratello maggiore, stringendosi nelle spalle.

Alessia fissò il pavimento, su cui Ivan stava ancora giocando; avrebbe voluto correre fuori e scavarsi una bella buca nella neve fresca.

Avrebbe fatto meglio a dire a Nikola di non chiedere mai più spiegazioni al fratello sul suo comportamento. In un modo o nell'altro ci andava sempre di mezzo lei.


Arrivò anche il turno di Goran.

Il ragazzo aspettava la domanda di Marja, leggermente preoccupato. Non aveva idea di cosa gli avrebbe chiesto la donna.

Guardò Alessia, che gli sorrise per rassicurarlo. In effetti, se gli fosse toccata una domanda da parte di Betty sarebbe stato molto più pericoloso.

<<Hai mai pensato di aver sbagliato strada? Che la pallavolo non fosse il tuo destino?>> finalmente Marja diede voce alla sua curiosità.

Goran rifletté su cosa avrebbe dovuto rispondere.

<<Nel corso degli anni ci sono stati alcuni momenti in cui le cose andavano meno bene e in cui avrei voluto essere più presente a casa, con la mia famiglia, e meno in giro per il mondo. Come adesso>> disse con voce pacata, pensando ai problemi di salute del padre. <<Ma non ho mai temuto di aver preso la decisione sbagliata a lasciare tutto per giocare a pallavolo>> fissò il suo sguardo deciso su Marja. <<So per certo che non avrei potuto fare nient'altro così bene e con la stessa passione con cui sto in campo. Questa è la mia vita, il mio mondo. Non conosco un altro modo per vivere veramente>>

Goran si rilassò contro lo schienale del divano. Sentì la mano di Sara posarsi sul suo braccio, così si voltò verso di lei e le sorrise.

<<Se tu ti fossi dedicato ad altro, il mondo della pallavolo avrebbe perso uno straordinario giocatore, e noi un ottimo amico>> disse Juan.

Tutti annuirono e il ragazzo si rese conto, ancora una volta, di come considerasse quelle persone la sua famiglia. Non riusciva ad immaginare una vita senza di loro.

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