Ciò che è la vertigine per il corpo, è l'imbarazzo per lo spirito - L. Borne

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<<Non so proprio cosa fare!>> esclamò Juan disperato, portandosi una mano alla tempia.

Si accorse che la ragazza lo stava osservando con tenerezza, ma non si vergognò. Era troppo esausto per provare qualunque tipo di imbarazzo. Avrebbe soltanto voluto riuscire a decidere e tornarsene a casa.

Con l'aiuto di Alessia, e dopo tre giri dell'intero centro commerciale, aveva perlomeno ristretto la scelta tra due modelli. A lui sembravano identici, ma lei gli aveva assicurato che c'era una grande differenza tra un diamante a goccia e uno tondo.

<<Juan, rilassati. Sono sicura che a Betty piacerà qualunque cosa tu scelga>>

<<Ma io voglio trovare quello perfetto>> si lamentò il brasiliano.

Li studiò con la massima concentrazione, passando da uno all'altro, mentre la commessa si scambiava delle occhiate divertite con l'amica.

Dopo alcuni minuti sospirò.

<<Ho deciso>> annunciò fiero. <<Prendo questo>> indicò l'anello con la pietra dal taglio rotondo.

<<Ottima scelta>> concordò la commessa.

Alessia gli batté una mano sulla spalla e lo lasciò pagare, aspettandolo fuori dalla gioielleria.

Quando la raggiunse si sentì prosciugato di tutte le forze. Come faceva Betty ad amare lo shopping?

Si incamminarono verso l'uscita; Juan scalpitava per rivedere finalmente il cielo grigio di dicembre.

<<Grazie per essere venuta in mio soccorso. Sarei impazzito senza di te>>

<<In realtà sono contenta di averti aiutato>> gli sorrise lei.

<<E scusa ancora per averti telefonato a quell'orario assurdo. Spero di non averti disturbato>> la guardò con aria colpevole.

Si accorse che era arrossita.

<<Ehm, no, figurati...>> balbettò.

<<Davvero, di solito non sono così ansioso, ma questa storia dell'anello mi ha fatto uscire di testa. Meno male che almeno eri libera e mi hai raggiunto>> la fissò e si rese conto che era ancora rossa in volto. <<Non stavi facendo niente di importante, vero? Perché altrimenti non me lo perdonerei mai...>> continuò l'opposto.

La vide scuotere la testa.

<<Eravamo solo a letto...>>

La ragazza si ammutolì di colpo.

//"Eravamo"?//

<<Non eri da sola?>> ragionò Juan ad alta voce. <<C'era Nikola?>>

Se prima Alessia era imbarazzata, ora stava letteralmente andando a fuoco.

<<Stavamo dormendo...>> ripeté continuando a non guardarlo.

Ma adesso Juan stava mettendo insieme i vari pezzi del puzzle: le varie chiamate perse, il fatto che non fosse da sola e che l'avesse richiamato solo dopo un bel po' di tempo, il suo evidente imbarazzo...

Si fermò di colpo e la prese per un braccio.

<<Oddio! Non dirmi che tu e Nikola... Che voi... Che vi ho interrotto mentre...>> non riuscì a terminare la frase.

Adesso era lui quello in imbarazzo.

Alessia non rispose, tenendo lo sguardo fisso a terra.

<<E' così!>> realizzò l'opposto. <<Mi sentirò in colpa a vita!>>

Alessia si liberò dalla presa e ricominciò a camminare, borbottando qualcosa di incomprensibile.

Lui la seguì, promettendo a sé stesso che quello sarebbe stato l'ultimo shopping della sua esistenza.


<<Dai, Ale, stai tranquilla. Non hai motivo di preoccuparti>> Goran le toccò un braccio.

Alessia annuì.

<<Non essere gelosa. Neanche ti conosceva a quel tempo>> anche Betty cercò di rassicurarla.

Ma vedere che Nataša si era ripresentata dopo l'allenamento e aveva nuovamente bloccato Nikola non le piaceva per niente.

<<Non sono gelosa del suo passato. Mi chiedo solo cosa ci faccia lei qui ora, nel presente. Mi chiedo che cosa voglia>>

Sentiva su di sé gli sguardi degli amici, ma lei riusciva solo a fissare la scena che si stava svolgendo pochi metri più in là.

<<Effettivamente me lo chiedo anche io>> concordò Goran.

La giovane non disse nulla, aspettando pazientemente che Nikola si liberasse della mora.

<<E' molto bella>> notò d'un tratto.

Chissà perché non se ne era mai accorta?

<<Tu sei molto più bella>> le disse Juan con convinzione.

<<Sì, non è niente di speciale>> gli diede ragione Betty.

Alessia sorrise, triste e grata agli amici per i loro tentativi di risollevarle il morale. In realtà Nataša era davvero splendida: alta, con lunghi e ricci capelli neri e le movenze sinuose.

Goran l'abbracciò e le sussurrò all'orecchio:

<<Nik è pazzo di te, su questo non ho dubbi. Ma forse è arrivato il momento di far capire a Nataša come stanno le cose>>

Alessia si scostò per osservarlo; poi fissò di nuovo la mora e Nikola.

<<Forse hai ragione>>

Si allontanò con passo svelto dal gruppo e raggiunse il palleggiatore. Era stanca di vederla intorno a lui come un'ape intorno al miele.

Non si curò di presentarsi; si mise tra i due, dando le spalle alla donna, e baciò Nikola con tutto lo slancio di cui era capace. Lo sentì immobilizzarsi per la sorpresa, ma poi lui ricambiò il bacio, stringendole la vita e incollando il corpo al suo. Alessia gli buttò le braccia al collo e si sollevò il più possibile.

In circostanze normali un comportamento del genere non le sarebbe mai passato per la testa, ma era ora di porre fine a quella storia.

Percepì gli occhi di Nataša perforarle la schiena, ma non si sarebbe arresa.

Abbassò le mani fino ad aprire la zip della giacca di Nikola e gli accarezzò il torace, continuando a baciarlo appassionatamente. Lui non sembrò particolarmente imbarazzato, perché, per tutta risposta, scese a toccarle le cosce e poi la sollevò e lei gli cinse la vita con le gambe.

Anche se si trovavano in pubblico ed era tutto nato per rimettere Nataša al suo posto, Alessia rischiò di dimenticarsi degli amici che li stavano sicuramente fissando, dei fan ancora presenti e persino della ragazza mora dietro di lei.

Fu solo quando sentì il rumore dei suoi passi allontanarsi che riuscì a staccarsi dal ragazzo.

Lui la rimise per terra e chiuse gli occhi, il respiro corto e un sorriso divertito sulle labbra.

Lei inalò a fondo, cercando di riportare la propria temperatura corporea a livelli normali, poi lo prese per mano.

Quando Nikola aprì gli occhi e la guardò, il suo cuore fece una capriola.

Tornarono dagli altri in silenzio.

Alessia vide che Goran e Juan stavano sorridendo; invece Betty la stava osservando con gli occhi sgranati.

<<Chi sei tu? E che cosa ne hai fatto della mia migliore amica?>>

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