Chi sa corrispondere a un favore ricevuto è un amico che non ha prezzo-Sofocle

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Erano seduti a tavola da un po', ormai, e stavano gustando le prelibatezze preparate da Marja. Le altre ragazze l'avevano aiutata, ma era stata lei a cucinare veramente.

<<Complimenti Marja, è tutto ottimo>> le disse Alessia.

<<Sei stata bravissima>> le fece eco Sara.

<<Grazie>> la donna sorrise.

<<Ecco perché l'ho sposata>> Vladimir allungò una mano e le sfiorò una spalla.

<<L'hai sposata solo perché sa cucinare bene?>> gli domandò Nikola.

Alessia colse una scintilla di divertimento nel suo sguardo; se i due fratelli avessero iniziato a stuzzicarsi non ne sarebbero mai usciti vivi.

<<Tu non ti preoccupare dei motivi per cui ho sposato Marja e pensa alla tua ragazza, che qui tutti noi vogliamo diventare zii>> ribatté il maggiore dei due.

//E adesso cosa c'entro io?//

Alessia avvampò e abbassò gli occhi. Fece però in tempo a vedere Nikola lanciare il tovagliolo verso suo fratello, che lo schivò con facilità. Udì le risate degli altri e desiderò sotterrarsi all'istante. Non aveva mai pensato ad un figlio, non ancora, e nonostante riuscisse ad immaginare di creare una famiglia con Nikola, era ancora presto.

Betty la tolse dal disagio.

<<Non è ancora arrivato il momento dei discorsi imbarazzanti. Uomini, preparatevi, perché più tardi arriverà il vostro turno>>

Alessia scorse Goran passarsi una mano tra i capelli e Juan guardarla preoccupato. Avrebbe dovuto fare il possibile per evitare che Betty rovinasse involontariamente la sorpresa che il brasiliano aveva preparato per lei.


All'interno le voci e le risate non permettevano di rispondere al telefono con tranquillità, così, quando aveva visto il nome di Clelia sul display, aveva infilato la giacca ed era uscita sul portico.

<<Scusa il disturbo, Alessia, ma avrei bisogno di sapere quando rientrerai in città>> le disse la donna.

<<Sarò di ritorno tra un paio di giorni. E' successo qualcosa?>> si preoccupò la giovane.

<<Niente di urgente, stai tranquilla, te ne parlerò al tuo arrivo. Ti anticipo, però, che dovrai occuparti dell'articolo riguardante la Coppa Italia di pallavolo. Non dovrebbe essere un problema per te, vero?>>

Alessia intuì una leggera ironia nella voce di Clelia; la donna si riferiva sicuramente alla sua relazione con Nikola. Sorrise.

<<Assolutamente>> rispose. <<Sicura che non sia accaduto nulla?>>

Le sembrava strano che l'avesse chiamata a Capodanno.

<<Certo. Goditi questi due giorni, ci vediamo presto. Buon anno. E salutami Nikola>>

<<Buon anno, Clelia>>

Alessia chiuse la telefonata e si voltò per rientrare, ma quasi si scontrò con Goran. Non l'aveva sentito arrivare.

<<Scusa. La prossima volta farò più rumore>> le sorrise.

Alessia ricambiò.

<<Avevi bisogno di una pausa dalle battute di Vladi?>> scherzò.

<<Anche quello. Ma in realtà volevo parlarti da solo>>

La giovane lo scrutò alla ricerca di un qualche segno che potesse farle capire lo stato d'animo dell'amico, ma non ne trovò.

Si sedettero sui gradini del portico e fissarono in silenzio per alcuni secondi la neve che cadeva piano.

<<Vedo che con Nik le cose vanno bene. Sono felice per voi>> fu Goran a rompere il silenzio. <<Immagino ti sia piaciuto il suo regalo di Natale>>

Alessia ripensò alla sera del concerto e sorrise istintivamente.

Colse l'occhiata che lui le lanciò, ma non provò imbarazzo. Non con lui.

<<Se sorridi così al solo pensiero, vuol dire che ti è piaciuto molto>> la canzonò.

Lei si limitò ad annuire.

<<Allora adesso vorrei darti il mio regalo di Natale>> Goran tirò fuori dal cappotto un pacchetto e glielo porse.

Fissò il dono e poi di nuovo l'amico.

<<Goran, non avresti dovuto! Non ce n'era bisogno. Io non ho preso niente...>>

Alessia si sentì in colpa: tutti le avevano fatto dei regali e lei non aveva mai ricambiato.

<<Non te lo sto dando per avere qualcosa in cambio. Anzi, diciamo che è il mio modo per ringraziarti per essermi stata accanto dopo la storia di mio padre, dell'incidente e di Sara>>

La ragazza afferrò il pacchetto, titubante, e se lo rigirò tra le mani.

<<Come sta tuo padre?>>

Lo sentì sospirare.

<<Stabile, più o meno. Il cancro non è regredito, ma nemmeno è peggiorato>>

<<Mi sembra una buona notizia, no?>>

<<Forse. Quello che mi preoccupa di più adesso è l'aspetto psicologico>>

Alessia gli posò la testa sulla spalla. Rimasero così per alcuni minuti; non c'era bisogno di parlare.

Poi, senza muoversi, lei gli pose un'altra domanda.

<<E con Sara?>>

Ultimamente li aveva visti più spesso insieme, ma non era riuscita a capire se la loro relazione fosse cambiata.

<<Ci stiamo dando del tempo. Lei è davvero carina, mi sta accanto, è paziente...>>

<<...Ma non sei ancora convinto>> terminò per lui.

<<Non si tratta di convinzione, non è una cosa razionale. La mia testa mi dice una cosa, ma non posso obbligare il mio cuore a seguirla. Sai come funziona>>

<<Sì, lo so>>

Avrebbe tanto voluto che almeno qualcosa, nella vita dell'amico, girasse per il verso giusto.

<<Ma adesso basta parlare di me>> Goran interruppe i suoi pensieri. <<Che fai? Hai intenzione di aprire il regalo o dobbiamo congelare qui fuori?>>

Lei si raddrizzò e scartò il pacchetto, svelandone il contenuto: era una mug, una di quelle enormi tazze colorate ideali per bere the, tisane e cioccolate. Solo che questa era personalizzata con una foto che la ritraeva mentre abbracciava l'amico dopo la premiazione delle Olimpiadi.

<<Chi ha scattato questa foto?>> chiese incredula.

<<Uno dei ragazzi dello staff, col cellulare. So che la qualità non è il massimo...>> si scusò il giovane.

<<E' bellissima>> lo interruppe lei.

Lo abbracciò stretto e le braccia di lui la circondarono a loro volta.

<<Grazie, grazie, grazie!>> Alessia era davvero entusiasta.

In effetti, quella era l'unica foto delle Olimpiadi in cui lei compariva. In tutte le altre era sempre stata dietro l'obiettivo.

<<Buon Natale>> le augurò Goran all'orecchio.

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