Amicizia vuol dire confidenza - L. Pirandello

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I ragazzi avevano perso il primo set e, in quel momento, erano radunati intorno al coach, intenti ad ascoltare i suoi consigli per cercare di rimettere il conto dei set in parità. Il parziale successivo, in quel di Trento, sarebbe iniziato a minuti.

Alessia si tormentava le mani, lanciando occhiate indecise all'amica. Le aveva chiesto di trovarsi per vedere insieme il match e per potersi confrontare con lei, ma non sapeva da che parte cominciare.

<<Allora? Ti decidi a parlare o vuoi aspettare la fine della partita?>> domandò la bionda, senza neanche staccare gli occhi dallo schermo.

Alessia sobbalzò; evidentemente le sue occhiate non erano passate del tutto inosservate.

<<Ecco, io...>> balbettò.

Betty si girò verso di lei, con gli occhi sgranati.

<<Deve essere grave se ti fa persino balbettare>> disse, con un mezzo sorriso divertito.

Lei chinò la testa, imbarazzata. Tuttavia sapeva di avere bisogno dell'amica.

<<Non è semplice. Si basa tutto su delle sensazioni>>

<<Tutto cosa?>>

La giornalista le raccontò della visita notturna a casa di Nataša da parte di Nikola e di come, da quel momento, lei avesse il timore che lui non le avesse detto tutta la verità.

<<Non ti tradirebbe mai, se è quello che stai pensando. Ci metterei la mano sul fuoco>> la confortò Betty con decisione.

Lei scosse il capo.

<<Lo so. Non è questo. Sento che c'è qualcos'altro dietro>>

Nel frattempo il match era ricominciato e le due compagini si stavano dando battaglia. Le due ragazze seguivano distrattamente l'andamento della gara, più concentrate sul discorso che avevano intrapreso.

<<Hai paura che la strega stia architettando qualcosa?>>

Un sorriso involontario spuntò sul suo viso, non appena sentì il nomignolo che l'altra aveva affibbiato a Nataša.

<<Non lo so, Nik non mi dice niente>>

<<Ma tu glielo hai chiesto?>>

<<No>>

<<E perché?>>

<<Non voglio essere invadente, mi fido di lui. Voglio che sia lui a parlarmene>>

Betty sospirò, appoggiandosi al bracciolo del divano e osservando per alcuni secondi lo schermo davanti a lei.

I ragazzi avevano strappato a Trento il secondo set e si apprestavano a disputare il terzo.

<<Non voglio mettere in dubbio quello che dici, ma non ti sarai immaginata tutto?>> chiese cautamente la bionda, continuando a fissare la televisione.

Alessia non rispose subito. Lei stessa se lo era domandato spesso e, ogni volta, ne era uscita più insicura della precedente. Eppure c'era un altro elemento che non le permetteva di stare tranquilla.

Betty era tornata a guardarla e la stava studiando con attenzione.

<<No, Betty, purtroppo ne sono abbastanza sicura>> si fissò le scarpe, cercando le parole giuste per proseguire. <<Ora mi prenderai per pazza>>

L'altra tentò di stemperare l'atmosfera.

<<In questi anni non ti ho mai preso per pazza. Non comincerò di certo adesso>> le fece l'occhiolino.

Nonostante tutto, Alessia le sorrise. Poi, però, tornò a scurirsi in volto.

<<C'è un'altra cosa... Da quella sera, Nik... Lui...>> non riusciva proprio a dirlo.

<<Ale, non costringermi a farti tirare fuori le parole una a una, per favore. Sai che ne sono capace>>

La giovane prese un respiro profondo e sparò:

<<Lui non mi ha più toccata>>

Percepì il calore dell'imbarazzo farsi strada sulle sue guance: era l'ultimo argomento di cui avrebbe voluto discutere, ma era troppo importante ricevere un'opinione dalla sua migliore amica. Non poteva tenerglielo nascosto.

<<Ma se l'ho visto coi miei occhi abbracciarti dopo la gara di domenica!>> esclamò Betty, incredula.

<<Mi ha abbracciata, è vero. E mi ha anche baciata, ma si è sempre fermato, evitando di andare oltre>> spiegò, sconfortata, Alessia.

Incrociò lo sguardo dell'altra, notando come le sue parole avessero zittito l'amica.

<<Magari è solo stanco, coi playoff e tutto il resto>> ipotizzò Betty, ma capì che non ne era convinta neanche lei.

<<Non è mai successo, prima>> si lasciò andare contro lo schienale del divano. <<Sta succedendo qualcosa>> concluse.

In silenzio, le due giovani tornarono a guardare la televisione, giusto in tempo per assistere alla vittoria di Trento.

Di lì a tre giorni, ci sarebbe stata la gara decisiva.

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