Nikola si guardò intorno alla ricerca di Alessia, non trovandola da nessuna parte. Eppure la palestra si era quasi svuotata. Con ancora Matija in braccio, si diresse poco lontano, verso Betty e Juan. Percepì Nataša seguirlo, ma non si curò di lei.
<<Dov'è Alessia?>> domandò ai due amici.
Loro fissarono prima la riccia, poi il bambino e, infine, lui.
<<Goran l'ha riaccompagnata a casa. Non voleva disturbarti>> gli rispose Betty.
Ma il tono della bionda non era sicuro e frizzante come al solito: stava nascondendo qualcosa. Tuttavia non avrebbe indagato oltre, non con Nataša lì presente. Il fatto che fosse la madre di suo figlio non implicava che dovesse necessariamente venire a conoscenza di ciò che succedeva tra lui e Alessia.
Si voltò verso di lei e le porse il piccolo, il quale tornò volentieri tra le braccia della madre.
Poi salutò gli amici e si diresse verso lo spogliatoio. Era ora di andare.
<<Perché non mi parli e non mi guardi?>>
Goran stava pazientemente tentando di far confidare l'amica, ma questa volta l'impresa sarebbe stata ardua.
La giovane si fissò le mani, appoggiata al tavolo del soggiorno, e mormorò:
<<Non c'è niente da dire. Non è successo nulla>>
<<Saresti più credibile se mi guardassi dicendolo>>
Dato che Alessia non accennava a parlare ed evitava ancora di guardarlo, Goran si alzò dal divano e la raggiunse. Sapeva che qualcosa di quello che aveva visto al palazzetto l'aveva turbata; e sapeva anche che quel qualcosa aveva a che fare con Nikola, o con Nataša. O con entrambi. Le bloccò le mani e parlò di nuovo.
<<Sai che con me puoi parlare di tutto. Sfogati, ti sentirai molto meglio>>
<<Non mi merito di sentirmi meglio>>
La voce della giovane era stata appena un sussurro, ma non gli era sfuggita.
<<Che vuoi dire?>> la esortò.
Finalmente Alessia sollevò gli occhi su di lui. Goran non riuscì a decifrare la sua espressione.
<<L'ho visto prendere in braccio il bambino e ho visto come sorrideva a Nataša, e mi è mancato il respiro. Ci sto male. E mi odio per questo, perché dovrei stargli accanto ed essere felice per lui, perché voleva creare un rapporto con suo figlio e ci sta riuscendo. Invece cosa faccio? Scappo>> non aveva mai distolto gli occhi dai suoi mentre parlava. <<Mi sento in colpa, ed è giusto così>> concluse.
Goran rimase di sasso. Aveva immaginato che lei stesse soffrendo, ma non aveva mai pensato che potesse sentirsi in colpa per quella sofferenza.
Le circondò la vita con le braccia e l'attirò a sé. Lei non oppose resistenza, ricambiando l'abbraccio e appoggiando la testa contro il suo petto. Rimasero così per alcuni istanti, poi lui parlò.
<<Non devi sentirti in colpa, Ale. Nikola sa che per te non è facile. E non preoccuparti di Nataša, quello che c'è tra lei e Nik esiste solo per via del bambino. Lui non potrà mai amarla, perché ama te>> le accarezzò la schiena, continuando a parlare. <<Vi serve solo un po' di tempo lontano da qui per rilassarvi e stare un po' insieme>>
La ragazza si allontanò leggermente per guardarlo in faccia.
<<Stai proponendo una vacanza? Sai meglio di me che non è possibile, finché il campionato non sarà terminato>>
<<Una vacanza sarebbe meglio, ma hai ragione, non è possibile. Vi dovrete accontentare di una lunga trasferta>>
Adesso Alessia lo fissava incuriosita e perplessa.
Goran scoppiò a ridere.
<<Non guardarmi così, non sono impazzito! Ho saputo che la moglie del nostro addetto stampa partorirà la prossima settimana e lui ha chiesto alcuni giorni di permesso per poter assistere al parto. Quindi non potrà venire con noi nella doppia trasferta di Latina e Perugia. Ho chiesto alla società e puoi sostituirlo, se vuoi>>
Lei sembrava incredula.
<<Ecco dove eri sparito prima!>>
Il ragazzo rise ancora, passandosi una mano tra i capelli.
<<Beh, sì>>
Questa volta fu Alessia ad abbracciarlo.
<<Grazie, Goran>>
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Finish Line
RomantiekSECONDO VOLUME - Alessia e Nikola sono più uniti che mai e lei è circondata dai suoi amici. Ma cosa succederà quando un nuovo personaggio entrerà in scena?