Ci si può drogare di cose buone.Una di queste è sicuramente lo sport-A.Zanardi

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Eccoli di nuovo lì. Un anno dopo erano di nuovo in campo, a lottare per difendere lo Scudetto. La squadra era sostanzialmente la stessa dell'anno precedente, solo un paio di giocatori erano arrivati a rinforzare alcuni reparti.

Vincere era stato difficile, ma confermarsi lo sarebbe stato ancora di più. Ecco perché il loro allenatore li aveva sottoposti ad una preparazione pre-campionato massacrante.

La prima partita li avrebbe visti contrapposti a Piacenza, team sulla carta da metà classifica, ma Juan sapeva bene che ogni match poteva nascondere delle insidie.

Durante il riscaldamento osservò Nikola e Goran e pensò a quanto fosse fortunato ad averli in squadra: la loro intesa sul campo era superata solo dal loro rapporto al di fuori di esso.

Cercò tra le tribune le ragazze e scorse Betty mentre parlava con Alessia. Le salutò con la mano e loro ricambiarono il gesto.

Dopo pochi minuti la partita iniziò. Il primo set fu abbastanza combattuto, entrambe le squadre volevano iniziare nel migliore dei modi il campionato. Alla fine però prevalse la grinta di Cuneo. Nei parziali successivi Piacenza si disunì e loro riuscirono a vincere agevolmente.

Al termine della partita si avviò verso Betty, che lo stava aspettando per salutarlo. Era vestita con dei semplici jeans e una maglia nera, ma era comunque bellissima. Non era mai stato un paladino delle relazioni serie, nel corso degli anni aveva avuto vari flirt e si era divertito con le ragazze, ma da quando l'aveva incontrata era cambiato tutto. Il suo carattere solare e a volte un po' ingenuo, quasi trasparente, lo aveva colpito subito. Ormai era innamorato perso.

Con quei pensieri ancora in mente, la strinse e la baciò.


Il campionato era iniziato anche per loro e si preannunciava complicato.

Trattandosi di una squadra neopromossa, il loro obiettivo stagionale era evitare la retrocessione. Erano arrivate un paio di ragazze nuove, ma per il resto erano ancora le giocatrici dell'anno precedente. E lei era ancora capitano, per volere di Beppe.

Il primo incontro in calendario era sfociato in una sconfitta per tre set a uno, nonostante il fattore campo a loro favore. Le avversarie erano state eliminate nella semifinale dei play-off promozione la stagione prima ed erano, quindi, una delle squadre più accreditate per il passaggio di categoria. Alessia e le sue compagne avevano lottato, ci avevano provato, ma la maggiore esperienza delle avversarie aveva prevalso. Alla fine, comunque, la ragazza era abbastanza fiduciosa: non tutte le altre squadre sarebbero state così forti e avrebbero potuto giocarsi le loro chance.

Dopo aver fatto la doccia e aver salutato le altre ragazze, uscì dalla palestra e raggiunse Nikola, Goran, Juan e Betty. Ormai la loro presenza era una costante, sempre che non fossero impegnati con la loro società. Alessia doveva ancora abituarsi agli sguardi curiosi delle sue compagne ogni volta che vedevano i tre giocatori e, soprattutto, ogni volta che Nikola le si avvicinava.

<<Ciao>> le disse lui prima di baciarla sulla guancia.

Lei sorrise e poi salutò gli altri.

<<Mi dispiace che abbiate perso>> le disse Betty con aria triste.

Alessia si strinse nelle spalle.

<<Sono state oggettivamente più brave loro. Ci rifaremo>> rispose con convinzione.

<<Così si parla!>> esclamò Goran sollevando una mano.

Alessia gli batté il cinque.

Mentre stavano ancora chiacchierando, il cellulare di Goran squillò e Alessia lo vide rabbuiarsi. Non se ne sarebbe accorta se non lo avesse conosciuto così bene. Il ragazzo si allontanò per rispondere e a lei non rimase che chiedersi che cosa avesse potuto fargli cambiare stato d'animo così repentinamente.

Guardò Nikola con la coda dell'occhio, ma stava parlando con gli altri e non sapeva se avesse colto la preoccupazione dell'amico. Sempre che di preoccupazione si trattasse.

Decise che avrebbe cercato di capirne qualcosa di più nei giorni seguenti. Non voleva essere invadente, ma se Goran aveva qualche problema lei voleva essergli d'aiuto.

//Dopotutto, è questo che fanno gli amici//

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