La chiave della vita è accettare le sfide - B. Davis

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Lo chalet era immerso nella natura, ad un'altitudine non troppo elevata, e per arrivarci era necessario lasciare la strada che attraversava il piccolo paese per percorrere un sentiero in terra battuta di larghezza appena sufficiente per transitare con un'utilitaria.

I ragazzi erano arrivati da poco e quello che si erano trovati davanti li aveva sorpresi: la baita, tutta in legno e pietra, era completa di un bellissimo portico e circondata da un giardino pianeggiante pieno di arbusti, i quali erano riusciti a sopravvivere nonostante le rigide temperature invernali di quelle zone. Tutt'intorno sembrava non esserci nulla per chilometri, anche se in realtà il paesino si trovava solo a qualche centinaio di metri.

La soffice magia della neve ammantava quel luogo, rendendo ancora più ovattati i pochi suoni che giungevano fino a lì.

Il gruppo era entrato e si era liberato in fretta dei cappotti, passando poi a sistemare le provviste in cucina, mentre il piccolo Ivan aveva giocato sul grande tappeto che copriva il pavimento del soggiorno. Marja lo aveva tenuto d'occhio dalla cucina, per essere sicura che non rompesse nulla.

Adesso i pallavolisti stavano provando, senza molto successo, ad accendere il fuoco nel camino, sotto gli sguardi scettici e divertiti delle donne, che si godevano lo spettacolo a braccia conserte.

<<Meno male che non siamo nella Preistoria, o saremmo già morti di freddo!>> li prese in giro Betty.

<<Non è così semplice, la legna è umida>> spiegò Juan.

<<Tra poco sarà buio>> fece loro notare Sara.

<<Dici che ce la faranno prima di allora?>> chiese Betty all'allenatrice.

A quel punto Vladimir si girò verso di loro con uno sguardo di sfida.

<<Donne, se credete di riuscire a fare meglio fatevi avanti>>

Anche Juan, Nikola e Goran interruppero i tentativi di accensione e si voltarono verso le ragazze, aspettando di vedere se avrebbero raccolto la provocazione.

Alessia scambiò uno sguardo con Betty, poi domandò:

<<E qual è il premio se vinciamo la sfida?>>

<<La nostra riconoscenza>> rispose subito Goran.

Betty però aveva in mente qualcosa di molto più interessante.

<<Se riusciremo ad accendere il camino dovrete rispondere a qualunque domanda vi faremo, un quesito a testa>>

Alessia vide i ragazzi allarmarsi: tutti ormai sapevano che le domande della bionda potevano essere estremamente scomode. Sorrise; quella situazione stava iniziando a divertirla.

Dopo un breve consulto, i ragazzi accettarono le condizioni e si sedettero sui divani, in attesa di vederle all'opera.

Sara afferrò il suo cappotto.

<<Vado a cercare della legna più asciutta>>

Fece per uscire, ma Betty la fermò.

<<Non ce n'è bisogno>>

Così dicendo aprì un mobiletto della cucina e ne estrasse alcuni ceppi perfettamente asciutti, mentre Alessia strappò alcune pagine di un vecchio giornale abbandonato da qualche precedente ospite.

<<Ehi, come sapevi della legna?>> chiese Juan alla sua ragazza.

<<L'ho vista mentre stavamo sistemando il cibo>> rispose lei stringendosi nelle spalle.

<<Però così non vale!>> protestò Vladimir.

Le due amiche si avvicinarono al camino e vi adagiarono la legna e la carta di giornale. Alessia afferrò l'accendino dalle mani di Nikola e con la fiamma diede fuoco ad un pezzo di carta; in pochi secondi, tutte le pagine del giornale stavano bruciando e anche i ceppi stavano cominciando ad ardere.

<<Anni di scoutismo non si dimenticano facilmente>> affermò Alessia, battendo il cinque all'amica.

Udì Sara e Marja applaudire e il piccolo Ivan dire al padre:

<<Papà, hai perso! Zia Alessia è stata più brava>>

Sentirsi chiamare così le fece uno strano effetto, ma non poté rimuginarci sopra, perché Vladimir stava tentando di invalidare la sfida.

<<Non ci avevate detto di essere state negli Scout! Questo è barare!>> protestò.

Alessia stava per rispondere, ma dall'altro lato del soggiorno giunse la voce di Marja.

<<Zitto, Vladi. Hai perso. Dai il buon esempio a tuo figlio e accetta la sconfitta>>

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