Sono ancora a terra e sento due forti braccia circondare il mio esile corpo rannicchiato sul pavimento. Bradley lascia un bacio sulla mia guancia e mi aiuta ad alzarmi. Senza pensarci gli butto le braccia al collo e lui mi stringe a sè.
Inizio a piangere silenziosamente e lui posa la mano sulla mia testa, accarezzandola dolcemente. Perrie ci raggiunge. Non dovrebbe importarmene, non dovrebbe dispiacermi, eppure perché mi sento così debole e triste?
Mi sciolgo dall'abbraccio e mi passo una mano nei capelli, le lacrime non smettono di scendere dai miei occhi.
«Tesoro.» la mia amica mi circonda le spalle con il suo braccio e mi attira a sè, lasciandomi un bacio sulla fronte.
Vado a sedermi sul divano e continuo a fissare la porta d'ingresso. Tornerà, e gli spiegherò tutto, anche se so benissimo che non lo farà, e che quella porta non verrà aperta ancora per molto. La mano di Bradley afferra la mia e la stringe. Si siede accanto a me e appoggio la testa sul suo petto, rannicchiandomi totalmente vicina a lui. Mi lascia un bacio tra i capelli e poi mi sorride dolcemente.
«Vedrai che si sistemerà tutto, gli spiegheremo tutto e tornerete amici.» dice e so che qualcosa in quel che ha detto non é vero, so che non tornerà tutto come prima. James mi amava, si fidava di me, ero come un suo piccolo gioiello da custodire.
Ma poi è arrivato questo presuntuoso e bellissimo ricciolino e mi ha completamente mandato il cervello a quel paese.
«Mi odia, non mi perdonerà mai.» dico poi, scuotendo la testa. Perrie sparisce in cucina e la sento accendere i fornelli e prendere delle tazze.
«Sì che ti perdonerà, e se non vorrà farlo, bhe, meglio, almeno ti avrò tutta per me. Quello che ci perde è lui.» dice e mi fa un occhiolino, lo guardo male, in momenti come questi la sua gelosia riesce comunque ad avere la meglio.
«Sì ma, non voglio perdere James, tengo a lui più di me stessa, è come se fosse mio fratello. Sono cresciuta con lui.» Bradley asciuga le lacrime sul mio viso e mi lascia un bacio sulla guancia.
«Dai piccolina, non pensarci ora ok? Domani lo chiamerai e sistemerete tutto, ed io sarò con te qual'ora ne avessi bisogno. Ora fammi un bel sorriso, non mi piace vederti piangere.» dice e lo accontento, gli sorrido e lui mi lascia un dolce bacio sulle labbra.
La mia migliore amica ritorna in salotto con tre tazze fumanti. Le appoggia sul tavolino, ha fatto la cioccolata calda, mi conosce troppo bene.
"La cioccolata calda ti aiuta a risolvere i problemi." Ha sempre detto Perrie, e chissà, magari ha ragione.
Afferro la mia tazza e la tengo con entrambe le mani, soffio sul liquido e poi ne bevo un goccio.
«Perrie.» mi giro verso di lei, si alza in piedi e annuisce sorridendo.
«Sì, vado a prenderti la panna tesoro.» dice e corre in cucina, come ho appena detto, mi conosce troppo bene.
Bradley ridacchia e soffia sulla cioccolata, Perrie ci porta la panna e subito mi affretto a prenderla in mano. Ne spruzzo una buona quantità nella tazza e Bradley ride, mentre scuote la testa. Ha una risata davvero bella. Rimarrei ad ascoltarla per ore.
Gli sorrido anche io, poi prendo una manciata di panna e gliela metto sulla faccia, lui spalanca gli occhi e poi cerca di pulirsi. Mi sporca anche lui il naso con la panna e poi scende sulla bocca, sporcandola tutta.
«Oh sei tutta sporca..» si avvicina a me, le nostre labbra a pochi millimetri di distanza «qui.» esclama poi e passa la lingua sul mio labbro, ridacchiando.
Sentiamo un verso di disgusto da parte di Perrie e scoppiamo a ridere.
«Mi fate schifo, vado a chiamare Zayn. Buon divertimento.» ammicca maliziosamente e poi corre in camera sua. Bradley mi guarda e si passa la lingua sulle labbra, prima di avventarsi sulle mie. Schiudo di poco lo bocca e le nostre lingue si uniscono.
Non baciavo qualcuno in questo modo da anni, e devo ammettere che Bradley bacia piuttosto bene.
Lascio la mia cioccolata sul tavolino per avere le mani libere e le metto sulle guance di Bradley, continuando a baciarlo. Lui lascia anche la sua cioccolata e poi si stende sopra di me, senza mai lasciare le mie labbra.
«Sai che ti amo vero?» sussurra sulle mie labbra, sorrido e gli accarezzo le guance. Annuisco e lui traccia con le dita dei cerchi immaginari sul mio petto.
«Ti amo.» gli dico poi e mi lascia un bacio sulle labbra. E tutti i pensieri legati a James, dopo questo bacio, svaniscono.
«Cosa sarebbe successo se non fossi mai venuta a lavorare al museo?» chiede poi lui, accarezzandomi i capelli. Scuoto la testa.
«Chi lo sa, magari saresti rimasto nel tuo quadro per sempre» alzo le spalle e gli lascio un bacio sul naso «O magari avresti trovato un'altra ragazza che ti avrebbe fatto uscire, come ho fatto io.» gli dico.
«Ma io avrei voluto comunque te.»
«Ma se io e te non ci fossimo mai conosciuti, non ti saresti mai innamorato di me.» dico ridacchiando, è così bello in questo momento che lo riempirei di baci.
«In un qualche modo ci saremmo conosciuti, e sicuramente mi sei innamorata di te, impossibile non farlo.» appoggia la testa sul mio petto e poi afferra la mia mano, unendola alla sua facendo incastrare perfettamente le nostre dita. È ancora sdraiato su di me.
«Sento il tuo cuore battere forte, batte per me?» chiede poi e mi sembra un bambino quando fa così, gli sorrido e gli lascio un piccolo bacio a stampo.
«Solo ed esclusivamente.» gli faccio l'occhiolino e lui ridacchia.
Ed è vero, perché da quando lo conosco il mio cuore batte per lui, ho sempre avuto un debole per lui sin dal primo giorno che ci siamo visti. Ed ora averlo tra le mie braccia, mentre sussurra parole dolci, è tutt'altra cosa, è il tipo di relazione che ogni ragazza sogna di avere.
«Sei davvero bello.» gli dico e lui ridacchia, noto che le sue guance si colorano lievemente di rosso, e la trovo una cosa davvero dolce il fatto che lui arrossisca per un complimenti. Non pensavo fosse da lui.
«Bradley Will Simpson che arrossisce ai complimenti di qualcuno? Non me lo aspettavo.» ridacchio prendendolo in giro, lui mi fa una pernacchia e mi bacia, sono stata baciata più volte in questa mattinata che in tutti i miei 22 anni di vita. Drammatico.
«Non me ne fanno spesso.» dice poi abbassando lo sguardo. E queste sue parole in parte mi colpiscono, perché mi sembra molto strano che non abbia mai ricevuto dei complimenti, è un ragazzo molto bello ed intelligente. Per lui gli elogi dovrebbero essere all'ordine del giorno. Lui pare leggermi nel pensiero.
«Non è facile ricevere complimenti, quando agli occhi di tutti sei visto come la pecora nera del gruppo.» dice alzando le spalle, gli poggio una mano sulla spalla, per fargli capire che con me può parlarne, che mai lo giudicherò.
Lui coglie questo segnale e infatti incomincia a parlare, con la sua mano stretta tra la mia.
«Sai, tornavo sempre tardi a casa, vivevo la notte, come si suol dire. Più stavo lontano da casa, meglio era, non ho mai avuto un forte legame con i miei genitori, ma solo perché non gliel'ho permesso io. Non sono mai stato un tipo sdolcinato, da veri momenti tra figlio-genitore. Ma ai miei genitori andava bene così, non osavano lamentarsi o tirare fuori l'argomento, sapevano che non era un discorso ben apprezzato.
Sono sempre stato molto duro, mia mamma si è sempre divisa in due per far contenti me e mia sorella, mio papà un po' meno. Ha avuto diversi problemi con la nostra famiglia, e con mia mamma in primis, ma lei lo ha sempre perdonato, e sempre lo farà.
Andavo a scuola giusto perché dovevo, avevo una media pessima, ma nonostante questo sono riuscito a diplomarmi. Mia mamma quel giorno ha pianto molto, era così felice, pensa che nemmeno lei avrebbe mai pensato di vedermi prendere il diploma. Come d'altronde tutti in quella famiglia ci avevano rinunciato.
Il mio punto di forza in quella casa, era senza alcun dubbio Isabella, è sempre stata lei. E continuerà ad esserlo, due anni fa, prima di venire rinchiuso nel quadro ci siamo fatti questo» abbassa il colletto della sua maglietta e mi mostra il tatuaggio che porta sul petto, all'altezza del cuore e sorrido «Sono due mani unite, le nostre mani.» mi dice e con la mano libera gli accarezzo la guancia. È un ragazzo così prezioso.
«Purtroppo ero finito in una brutta cerchia di amici, persone poco raccomandabili davvero. Poi quando sono sparito, ho visto che nessuno in realtà si era preoccupato della mia assenza, ho visto che in realtà nessuno teneva a me, così come io non tenevo realmente a loro. Erano semplicemente il mio passatempo, solamente perché non avevo altri amici.» spiega, ed una domanda, che non c'entra molto con il contesto, mi viene in mente.
«Cosa significa quell'altro tatuaggio?» chiedo, quando mi ha mostrato quello della sorella ne ho notato un altro, con una frase in spagnolo, lingua che io non capisco, e con una T.
«Theresa.» si passa la mano sul tatuaggio e sorride, forse ricordando i bei momenti.
«Vuoi sentire anche questa storia?» chiede e io prontamente annuisco, ormai la curiosità ha preso il sopravvento su di me.
«Theresa, una ragazza fantastica, l'ho conosciuta tre anni fa, ad una specie di festa di scuola. A primo impatto mi era sembrata una ragazza asociale, una di quelle ricche e perfettine che mai avresti portato sulla brutta strada.
Decisi di provarci con lei, lei non si lasciava corteggiare, era un osso duro, ero affascinato da lei. Ogni giorno trovavo una scusa diversa per andare a trovarla, continuai così per un mese circa, finché anche lei non cadette ai miei piedi, ero veramente innamorato di lei, e pensavo che anche lei lo fosse di me. Era la persona più bella che avessi mai visto, fino ad allora. Ci mettemmo insieme, avevamo un legale speciale, quasi magico, un giorno però la trovai con un mio amico, uno di quelli poco raccomandabili citati prima, lui l'aveva in qualche modo trascinata dalla loro parte, circoli di droga, prostituzione e giochi d'azzardo. Ero afflitto, cercavo in tutti i modi di proteggerla, di farla uscire da quel giro, ma niente. Lei ormai si era fissata, non le importava più di niente. Nemmeno del suo fidanzato, che cercava di riportarla sulla strada giusta. L'ultimo giorno che la vidi, mi disse che ormai non mi amava più, che avrebbe condotto vita migliore. Provai a farla restare, dicendole che qualsiasi problema ci fosse stato, noi l'avremmo risolto insieme, ma lei non ne voleva sapere, aveva già deciso.
Pensavo che sarebbe scappata da qualche parte con questo mio amico, invece no, la droga l'aveva distrutta, in tutti i sensi possibili. Portandola all'unica drammatica soluzione, il suicidio.
Quando scoprii dell'accaduto faticavo a crederci, l'amavo, con tutto me stesso. E perderla in questo modo, per me, è stato piuttosto doloroso. Per questo avevo pensato che facendomi un tatuaggio io l'avessi in un qualche modo portata sempre con me, non l'avrei dimenticata mai. Dopo di Theresa, non sono mai stato capace di amare nessun altro, mi sono chiuso in me stesso, ho alzato tutti i muri che mi difendevano, senza dare la capacità a nessuno di aiutarmi. Ma ora sono guarito, e sono una persona migliore, e non permetterò mai a nessuno di passare quello che ha passato quella povera ragazza.» finisce di parlare e noto che entrambi abbiamo le lacrime agli occhi, lo stringo in un abbraccio e sento i suoi singhiozzi scuotermi. Non avrei mai immaginato una cosa del genere.
Bradley, con ancora gli occhi rossi e gonfi, si asciuga velocemente le lacrime, affermandomi le mani.
«Pensavo che non mi sarei mai innamorato di nessuno dopo di lei, ma invece eccomi qui, su un divano, tra le braccia della persona che attualmente amo più di quanto potessi immaginare.» dice e un sorriso spunta sulle mie labbra.
«La ami ancora?» azzardo a chiedere.
«Il suo ricordo rimarrà sempre nel mio cuore, ma non la amo più in quel senso Veronica, non preoccuparti, è una storia passata.» dice e mi stringe le mani. E da questo suo racconto, ho capito che non abbandonerò mai Bradley, e che gli darò tutto l'amore che in questi anni di vita non gli è stato concesso.---
Aloha! :')
Capitolo decisamente super lunghissimo ma scusate, mi sono fatta prendere da questo accaduto di Theresa che ho perso la condizione del tempo giuro ahaha.
Spero vi sia piaciuto, a me personalmente è piaciuto molto, iniziano a scoprirsi alcuni demoni del passato di Brad, e inizia a venir fuori il motivo per cui è stato rinchiuso nel quadro, e quindi i motivi per cui è diventato la persona che era in passato. *vi avviso che i motivi non sono finiti, c'è dell'altro che più avanti verrà a galla*
Detto ciò, spero vivamente vi sia piaciuto, lasciate qualche commento qui sotto, mi piacerebbe sapere la vostra reazione a questo capitolo. Un bacio.
-fede
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Il ritratto di Bradley Will Simpson.
Fanfic«Regola fondamentale per lavorare qui: non dare confidenza a nessuno. Assolutamente a nessuno. Ciò che potresti vedere potrebbe lasciarti leggermente scossa, ma vedrai che ci farai l'abitudine.» *la trama è stata inventata da me, vi prego di non cop...