Ho sempre creduto alla favola del vissero tutti felici e contenti, ho sempre desiderato avere una storia così.
Ho sempre voluto avere un cavaliere che mi salvasse da un mostruoso drago, così come ho sempre desiderato essere una bellissima principessa.
Crescendo ho poi capito che nessuno ti salva da niente, e che per salvarti devi fidarti solo di te stessa.
Prendete Rapunzel, è risaputo che a farla uscire da quella torre sia stato il suo principe, che in realtà era un ladro, se ci pensate non è così, lei stessa ha utilizzato i suoi capelli per farlo, quindi avrebbe potuto salvarsi lei da sola in qualunque momento.
Non appena la sua matrigna usciva, avrebbe potuto calarsi dalla torre con i suoi capelli e fuggire, non aveva bisogno di un principe.
Poi è una storia per bambini e quindi doveva finire così.
Ma la morale è che solo noi siamo in grado di salvarci, siamo noi che vogliamo essere salvati da qualcuno, che sia il nostro migliore amico piuttosto che il ragazzo di cui siamo innamorata, forse l'essere salvate da qualcuno rende tutto più principesco. Ma di questi tempi, bisogna tirare fuori il carattere e prendere in mano la nostra vita, senza fare troppo affidamento sugli altri, e pensare al fatto che se c'è pensiero, una cosa si è in grado di farla anche senza l'aiuto di qualcuno.«Non mi interessa cos'hai da fare, se c'è qualcuno di più importante di me in casa, se è un brutto momento o chissà quale altra stronzata, dobbiamo parlare, ora.» invio il messaggio dopo il bip, naturalmente partita la segreteria telefonica.
Apro la porta di casa furiosa e mi dirigo verso casa sua, spero abbia delle spiegazioni intelligenti e non inizi a tirare fuori cose stupide.
«Veve aspetta!» la mia migliore amica mi raggiunge, mi giro verso di lei, non voglio perdere tempo.
«Miraccomando, non complicare la situazione.»
«Sinceramente? Non mi interessa, in questo momento potrebbe anche sparire dalla mia vita.»
«Fatti spiegare almeno.» annuisco solamente ed esco di casa, ho bisogno di spiegazioni prima che mi venga un esaurimento nervoso.
Busso alla porta e nessuno arriva ad aprire, sbuffo pesantemente, ancora un altro minuto qui e butto giù la porta.
Busso ancora, ma nessuna risposta, affetto il telefono e chiamo Bradley, appoggio l'orecchio alla porta e come immaginavo dall'interno dell'appartamento sento il suo telefono suonare, mi batto una mano in fronte. Sento anche una risata, probabilmente di quella ragazza con cui è da due giorni, è chiaramente in casa.
«Bradley vaffanculo!» urlo furiosa e sbatto i pugni contro la porta. Decido di lasciar perdere, mi giro e ritorno sui miei passi.
«Veve, è tutto okay?» sento sussurrare dietro di me. Spingo indietro le lacrime e mi giro verso Bradley.
Mi avvicino a lui.
«Mi chiedi anche se è tutto okay? Niente è okay Bradley lo capisci? È da due giorni che mi eviti, è da due giorni che cerco di parlare con te ma non me lo permetti, e per di più sbuca anche una nuova ragazza che ti porti dietro ovunque, non credi sia il momento di spiegarmi se a te è tutto okay, nel tuo cervello?» chiedo e lui sospira, abbandonandosi ad un piccolo sorriso, che cerca di nascondere subito.
«Non facciamo queste scenate qui per strada, possiamo parlarne domani?»
«Perchè non posso entrare in casa? Oh certo, sarebbe difficile discutere con la tua ragazza sotto gli occhi attenti della tua nuova amichetta.» rispondo acida.
«È una storia molto lunga...»
«Raccontamela, ho tutto io tempo del mondo.» allargo le braccia, esasperata, mi stringo nella mia giacca di jeans e sospiro.
Lui annuisce, apre la porta e afferra la sua giacca ed esce.
«Andiamo.»
Gli faccio cenno di continuare e lui prende un respiro profondo.
«Parecchi anni fa, quando non ero ancora rinchiuso nel quadro, c'era una ragazza, di cui ero segretamente innamorato, il suo nome era Marinette, aveva origini francesi, era semplicemente bellissima.
Eravamo veramente innamorati, era riuscita a togliere la cattiveria che c'era dentro di me» nemmeno iniziato il discorso che sono già in lacrime, Bradley lo nota ma non fa niente per fermarlo.
«Un giorno lei sparì, dal nulla, man mano ritornavo ad essere lo stronzo di turno, e dopo poco arrivò la notizia della sua morte. Ero distrutto, la ragazza di cui ero innamorato era morta, non riuscivo nemmeno a realizzarlo.
Ripresi a chiudermi in me stesso, a riversare la mia rabbia, il mio dolore, su qualsiasi persona mi capitasse davanti.
Due giorni fa, finito il tuo turno, mia mamma chiamò per dirmi appunto che Marinette era tornata, non potevo crederci, la ragazza di cui ero sempre stata innamorata era viva, ed era a casa mia ad aspettarmi.» così gli faccio una domanda, di cui ho paura di sentire la risposta.
«Sei ancora innamorato di lei?»
«Non lo, certamente il rivederla ha smosso in me qualcosa, ma io amo anche te. Ho solo bisogno di pensare un po' a cosa fare.» dice lui, abbasso lo sguardo sui miei piedi, sento le lacrime minacciare di voler uscire dai miei occhi, ma mi convinco di non dover piangere.
«Quindi mi stai lasciando?» chiedo in un sussuro, con la voce spezzata, lui porta la mano sulla mia guancia, accarezzandola dolcemente.
«È solo una piccola pausa, il tempo per pensare a cosa sia giusto fare. Ricordati però che ti amo, e che sei la persona più importante della mia vita.»
«E allora perché ci stiamo prendendo una pausa? Io ti amo e tu ami me.» gli stringo la mano.
«Ed è appunto per questo che ho bisogno di riflettere, amo te, ma devo capire se provo ancora qualcosa per Marinette.» sento il cuore frantumarsi in mille pezzi.
«Quindi...è un addio?» chiedo oramai in un bagno di lacrime.
«Vedilo come un arrivederci.» mi dice e vedo che anche lui non può fare a meno di trattenere le lacrime.
Non capisco la logica di queste cose, "amo te, ma ho bisogno di una pausa." non ha effettivamente senso, cioè è come dire "ho studiato alla perfezione, ma non vengo all'interrogazione."
Voglio dire, se hai, in questo caso, studiato alla perfezione, cosa ti costa prenderti il rischio di farti interrogare? Comunque sia le cose le sai.
Se mi ami, se sei innamorato di me, cosa ti impedisce di stare insieme a me? Non sei veramente disposto a correre il rischio pur di stare insieme alla persona che ami?
«Mi hai sempre detto di correre il rischio Bradley, mi hai anche scritto una canzone dove me lo hai fatto capire, ora perché stai mollando?» chiedo in un sussurro, non ho più fiato, avrei solamente voglia di piangere per il resto della giornata.
«Sto correndo il rischio, prendendo questa pausa c'è il rischio che possa perderti, o che possa perdere Marinette, non posso permettere di perderci entrambe, devo solo capire per chi sono disposto a rischiare di più.» lascia la frase in sospeso, e vorrei tanto essere io quella persona, vorrei che tornasse da me dicendo "sono innamorato follemente di te, l'idea di prenderci una pausa è stata più che stupida, non avrei mai dovuto lasciarti."
Annuisco e giro i tacchi, andandomene da lì il prima possibile, non riuscirei a gestire ancora per molto il suo sguardo.💔💔💔
«Ehi, com'è anda-» Perrie si blocca non appena mi vede, il volto rigato dalle lacrime, e lo sguardo triste, senza dire niente corre verso di me e mi stringe in un abbraccio. Mi lascio cadere a terra e lei si siede accanto a me, ancora avvolta nel mio abbraccio disperato.
«Ci siamo lasciati.» piango disperatamente sulla sua spalla, lei mi accarezza la guancia e mi stringe a sè.
Ho bisogno di mio fratello in questo momento, quando ero giù di morale ho sempre chiamato lui.
«Puoi chiamare Tristan?» le chiedo e lei subito annuisce, portandosi il cellulare all'orecchio.
Dopo pochi minuti bussano alla porta, Perrie apre la porta e mio fratello corre subito in casa, venendo verso di me, mi stringe in un abbraccio e io divento piccola piccola tra le braccia di mio fratello.
Noto alle sue spalle la presenza di James, non abbiamo più parlato granchè dopo la nostra rottura, ma so che lui ora è fidanzato e felice con un'altra, quindi non potrei non essere felice per lui.
D'altronde è sempre stato come un fratello per me.
Mi guarda tristemente e abbozza un sorriso, mi avvicino a lui e lo stringo in un abbraccio.
«Pace?» gli chiedo io. Lui annuisce, stringendomi tra le sue braccia.
«Mi dispiace per te e Bradley.» dice e so che lo sta dicendo veramente, e non solamente per compassione.ALOHAAA
Big aggiornamento oggiii
votate e commentate :')
-fede
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Il ritratto di Bradley Will Simpson.
Fanfiction«Regola fondamentale per lavorare qui: non dare confidenza a nessuno. Assolutamente a nessuno. Ciò che potresti vedere potrebbe lasciarti leggermente scossa, ma vedrai che ci farai l'abitudine.» *la trama è stata inventata da me, vi prego di non cop...