«Ashtoooon!» urlo correndo verso il mio amico, il quale prontamente mi afferra tra le sue braccia.
«Veronica pensavo non tornassi più.» dice lui scompigliandomi i capelli.
«Ho avuto parecchio da fare.» dico e indico con lo sguardo Bradley, che sta entrando nel museo con lo sguardo fisso davanti a sè.
Ashton e Bradley si salutano calorosamente e ridacchio ripensando a quando c'era quella specie di competizione tra i due per riuscire a conquistarmi.
«Come va?» ci chiede poi, sorridiamo.
«Bene dai, tu? Il lavoro come procede?» lui sbarra gli occhi e guarda un punto oltre di me, mi giro di scatto e trovo Zayn Malik camminare verso di noi con passo spedito.
«Veronica Evans, grazie al cielo sei tornata al lavoro.» esclama allargando le braccia al cielo.
«Sì, a proposito, mi scusi davvero ma ho avuto tantissime cose da fare e non sono riuscita a venire.» provo a spiegare, lui fa un sorrisetto verso Bradley.
«Ed immagino che queste "cose" centrino con il signorino qui accanto a me.» Bradley sorride imbarazzato.
«Vi lascio al lavoro! Veronica sono contento che tu sia tornata.» dice e così ritorna sui suoi passi e se ne va.
«Escono ancora dal quadro?» chiede Bradley spezzando il silenzio che si era formato in quella sala.
Ashton annuisce.
«Proprio ora.» esclama.
Mi giro e tutti escono dai loro quadri, alcuni corrono verso Bradley, evidentemente non l'hanno ancora dimenticato, altri si fanno gli affari propri, d'altronde com facevano anche prima.
«Da quanto tempo Bradley Simpson! Perché non sei più nel quadro? Ora che sei libero canti ancora? Potresti cantarci qualche canzone?» una signora che tiene per mano il suo bambino inizia a riempire di domande il mio povero fidanzato. Rido osservando la scena del riccio completamente spaesato.
«Umh no, non canto, ma mi piacerebbe creare una band.» dice. So che lui e mio fratello si stanno iniziando ad organizzare per mettere su una band, Bradley sa fare un po' di tutto, canta e suona molti strumenti, Tris invece ha un modo fantastico di suonare la batteria, è veramente incredibile tutta la passione e la carica che ci mette nel suonarla, ogni volta che suona qualcosa non posso fare altro se non emozionarmi.
«Una band come i Five Second of Summer, ci cerchi pure su YouTube.» dice Ashton, certe cose non cambiano mai, continuerà sempre a menzionare la sua band in ogni minuto.
La signora se ne va e sparisce tra le sale, ormai affollate, del museo.
«Cosa vuoi fare per passare il tempo?» mi chiede Bradley mentre si siede vicino all'entrata del museo. Mi siedo accanto a lui e poggio la testa sulla sua spalla. Lui afferra la mia mano e strofina il pollice sul dorso di essa, sorrido, ha delle mani così morbide.
«Ti amo.» gli dico, anche se non c'entra con la domanda precedente e lui sorride.
«Ti amo anch'io.» sorride. È davvero bello, sono fortunata ad averlo nella mia vita.
«Questi occhiali ti danno un'aria intelligente.» dico osservando i suoi occhiali da vista neri.
«Vorresti dire che senza sono stupido?»
«Umh, sì è quello che voglio dire.» lo stuzzico e lui mi prende in braccio e mi fa sedere in braccio a lui.
«Ammetti che sono figo comunque.» dice poi, mordendosi il labbro.
«Non ho mai detto il contrario.» gli sorrido.
Mi stringe i fianchi e circondo il suo collo con le mie braccia stringendolo in un forte abbraccio.
«Però mi manca stare qui dentro e fare i miei concertini ogni tanto.» dice poi guardando verso la sala dove si trovava il suo quadro.
«Non dirlo nemmeno, in quei momenti nemmeno pensavo fossi reale, poi mi facevi confondere vosì tanto che non ne hai idea.» gli dico e lui ride. Ha una risata così bella.
È tutto perfetto quando si parla di lui.
«Mi piaceva vederti venire qui, quando cantavo lo facevo principalmente per farmi notare da te.»
«Bhe direi che ci sei riuscito alla grande no?»
«Direi di sì, ho raggiunto il mio scopo.» mi fa l'occhiolino.
«James suona la chitarra.» dico poi.
«E cosa centra ora?» chiede confuso.
«Se ti servisse un chitarrista per la tua band.» alzo le spalle e guardo il pavimento. Mi manca un po' l'amicizia che avevo con James.
«So che suona la chitarra, prima che succedesse quell'episodio che ha fatto sì che lui mi odiasse per sempre, molto spesso suonava la chitarra con me, e Connor suonava con noi ogni tanto.» spiega.
«Posso conoscere Connor?» gli chiedo. Lui rimane un po' interdetto dalle mie parole.
«Non è molto raccomandabile, dovevi conoscerlo qualche anno fa, a quei tempi era sempre solare e tirava fuori battute ogni due minuti.»
«Cos'è cambiato?»
«È cambiato che da quando suo papà se n'è andato via, lui ha cercato in tutti modi di fare dei soldi per aiutare la madre in casa, arrivando persino allo spaccio, si ricava molto da quel "lavoro". Purtroppo la vita non è stata generosa con lui, la madre si ammalò e servivano dei soldi per un'operazione importante.
Connor contattò subito il padre, che cercò comunque di mandare qualche soldo per la madre, mentre lui continuò a spacciare a volte a fare pure delle piccole rapine, voleva a tutti i costi trovare quei soldi capaci di curare sua madre.
Il padre lo scoprì e gli impose di smetterla di fare tutto ciò che stava facendo, così lui dopo un bel po' di tempo gli diede ascolto.
Nonostante l'operazione la madre non riuscì a salvarsi, e morì. Connor pensa tutt'ora che la colpa della morte di sua madre sia sua, non riesce a perdonarsi il fatto di non essere riuscito a trovare i soldi giusti per la cura di sua madre. Ora vive solo con il padre, hanno ripreso i rapporti, ma Connor è ancora leggermente arrabbiato con lui, per non avergli concesso di salvare la madre, anche se in modo sbagliato.» racconta e sento di avere le lacrime agli occhi. Le caccio indietro e lo guardo, sul suo viso un sorrisetto triste.
«Man mano sta tornando il Connor di prima, ma manca ancora qualche tassello per fare tornare il suo animo vivace e sempre allegro come quello di un tempo. Ma ti posso assicurare che è tutt'ora ancora uno dei miei migliori amici, nonostante ciò che ha fatto, io non riesco ad avercela con lui, so com'era distrutto. Diciamo che eravamo il gruppetto con dei grossi problemi in famiglia, e tentavano di consolarci a vicenda.» gli sorrido. Dopo questo suo racconto sono ancora più determinata a voler conoscere Connor.
«Mi dispiace molto per ciò che ha passato.» dico poi, ancora a corto di parole.
«Vabbhe, se lo vuoi conoscere non c'è problema, possiamo uscire un giorno di questi.» dice poi lui sorridendo. Annuisco.
«Torniamo da Ashton?» chiedo poi e lui subito annuisce, la storia di Connor deve avergli lasciato un segno indelebile.
«Ragazzi menomale che siete arrivati, un bambino continuava ad importunarmi.» dice lui impanicato mentre si passa una mano tra i capelli.
Scoppiamo a ridere e sono sollevata nel vedere che anche Bradley ride spensierato, senza pensare più alla storia precedente.
Parliamo un po' anche con Ashton e ci racconta cosa ha fatto in questi giorni, come va il lavoro e delle sue, sfortunate, vicende amorose.
«La tua amica bionda, è disponibile?» chiede poi, rido.
«Le ho messo gli occhi addosso da un po'.» dice poi e Bradley scoppia a ridere.
«Chi non lo ha fatto mi chiedo.» dice quest'ultimo, lo guardo male.
«Ti tiro un pugno in faccia giuro.»
«Tu sei più bella piccolina mia.» e anche se so che Perrie è decisamente più bella di me, con le sue parole invece mi convinco del contrario, e per un attimo mi sento veramente bella come lui dice.
«Comunue no, ha una mezza storia con il nostro capo.» alzo le spalle ridendo.
«Oh ma che sfiga, perchè tutte a me!» esclama afflitto. Io e Bradley nel frattempo continuiamo a ridere.
«Troverai la persona giusta anche tu Ash.»
«Tu non sei più disponibile purtroppo..» esclama e sbarro gli occhi.
«Emh Ashton..»
Bradley lo guarda male.
«Ma chi parlava di te, io parlavo di Bradley, tesoro.» ah ok.
«Eh?» il moro si gira di scatto verso Ashton e scoppia a ridere.
«No ok non sono gay, scherzavo solamente.» dice, ho degli amici proprio stupidi devo dire.
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Il ritratto di Bradley Will Simpson.
Fanfiction«Regola fondamentale per lavorare qui: non dare confidenza a nessuno. Assolutamente a nessuno. Ciò che potresti vedere potrebbe lasciarti leggermente scossa, ma vedrai che ci farai l'abitudine.» *la trama è stata inventata da me, vi prego di non cop...