two.

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«Allora?» mi chiede Perrie, curiosa come sempre. Si blocca di scatto e corre indietro.
Da dentro l'ufficio di Zayn sento solo la voce della mia migliore amica che urla.
«Io mi chiamo Perrie, sono la migliore amica di Veronica, piacere.» scoppio a ridere per la stupidità della mia amica e mi do una sberla in testa, che figure.
«Possiamo andare.» dice soddisfatta e mi prende a braccetto, continuando a camminare fino all'uscita del museo.
«Comunque, sperando non mi licenzi già per colpa tua, devo iniziare domani!» esclamo contenta. A prima vista Zayn, nonché il direttore, mi sembra un uomo parecchio ricco, quindi spero vivamente che mi paghi bene.
«Ottimo! E posso venire con te?» mi chiede e scuoto la testa.
«Non penso ci sia Zayn cara amica mia.» le dico e uno sbuffo esce dalla sua bocca.
«Ti faccio compagnia al bar?» chiede poi, mi sto autoconvincendo che in realtà queste attenzioni siano per me e non per il mio capo, per cui la mia amica ha ormai perso la testa.
«Tranquilla, non sarò sola, ci sarà Ashton a fare il turno con me.» dico e un sorrisetto fa capolinea sulla sua faccia.
«Uh, solo voi due, capito capito.» mi fa l'occhiolino.
«Prendiamo un frappè nel frattempo?» chiedo cambiando discorso, mi fermo davanti ad una gelateria e lei annuisce seguendomi. Ordiniamo i nostri frappè e proseguiamo il nostro percorso fino a casa.

The next day..

«Buon lavoro tesoro! Salutami Zayn.» la mia amica mi fa l'occhiolino e sorrido ringraziandola. Entro dentro il museo e mi avvicino alla caffetteria, dove trovo un ragazzo biondo dentro il bancone.
«Ciao, sei Ashton?» chiedo e lui annuisce.
«Piacere Veronica.» allungo la mano verso di lui e gliela stringo. Lascio la borsa dietro al bancone e mi lego i capelli.
«C'è molta gente nel museo?» chiede Ashton passandomi un grembiule. Lo indosso e aggiusto i capelli.
«Non molta, ma qualcuno dovrà pur venire a prendere qualcosa da bere o da mangiare.» dico, mi siedo sullo sgabello e appoggio le braccia sul bancone.
Lui annuisce e prende il suo telefono, iniziando a giocare.
«Salve.» una signora si avvicina a noi e ci saluta.
«Vorrei un frappuccino al caramello.» ci dice e annuisco, Ashton lascia il suo telefono e si avvicina a me.
«Ti faccio vedere io.» prende il bicchiere e ci versa all'interno un po' di caffè seguito da del gelato. Ci mette la panna montata sopra e poi versa un po di caramello e cioccolato come ultimo tocco.
Mette il coperchio e la cannuccia e consegna l'ordine alla signora, che lo ringrazia e mi lascia i soldi.
Ci saluta e va via. Afferro il mio telefono e controllo le notifiche, niente di interessante. Blocco di nuovo il telefono e mi giro verso il biondo accanto a me.
«Ashton, il bagno?»
«Qui non c'è, devi andare per forza nel museo.» dice e annuisco.
«Arrivo subito.» esco dal bar e mi dirigo verso i bagni del museo.
«Che ci fai qua?» una voce roca e profonda mi richiama, mi giro di scatto per trovare Zayn Malik, il mio capo, davanti a me.
«Sto andando al bagno, al bar non c'è perciò devo andare qui.» dico indicando le porte a pochi metri da noi.
«Va bene, buon lavoro cara!» esclama il mio capo sorridendo, lo ringrazio e mi chiudo in bagno.
Esco e mi do una sistemata al grembiule rosso, mi lavo le mani ed esco. Guardo l'orario sul mio orologio: 20.45
Tra non molto il museo chiuderà, e il bar pure.
Quando torno al bar vedo che di è formata una fila di gente, non molta, ma Ashton essendo da solo va aiutato.
«Scusa il ritardo Ash! Arrivo. Ditemi.» apro la cassa accanto alla sua e alcune persone si spostano da me.
«Caffè americano con un po di panna e cioccolato.» chiede un uomo, annuisco e mi giro per preparo il caffè, ci aggiungo la panna, come ha fatto prima Ashton e do al signore il suo ordine. Mi ringrazia e paga.
Prendo le altre ordinazioni e le consegno ai clienti.
Una volta finito chiudiamo il museo e il bar.
«Vado a chiudere.» dico e mi avvio verso il museo.
Da lontano vedo un gruppo di persone riunite in cerchio, a parlare.
Ma la gente non vede il cartello all'ingresso? Sono le ventuno, dovrebbero già essere andati via.
«Emh, scusate? Il museo è chiuso, vi chiedo gentilmente di uscire che devo chiudere.» mi avvicino a loro e quando capisco chi sono quelle persone per un attimo non sento la terra sotto ai miei piedi.
In mezzo al cerchio ci sono due ragazzi che si baciano, e come non riconoscerli. Dovrebbero essere nel quadro, lei con dei lunghi capelli mori e il vestito azzurro, lui con una giacca marrone. Il bacio di Hayez. Rimango a fissarli con la bocca spalancata. Attorno a loro riconosco altre persone che qualche ora prima si trovavano nei rispettivi quadri.
«Ashton!» senza pensarci due volte in più mi ritrovo ad urlare in preda al panico.
Il ragazzo corre verso di me e quando vede la scena davanti a lui ci mette qualche minuto a mettere a fuoco ciò che sta succedendo.
«Voi.. loro..oddio..non dovrebbero essere nel quadro appeso al muro?» sussurra. Nel frattempo i ragazzi continuano a baciarsi, e qualche persona passa accanto a noi guardandoci in modo strano.
«È quello che credevo fino a poco tempo fa.» lo prendo per mano e lo porto con me verso la porta del museo, chiudo bene a chiave e poi mi giro verso di lui.
«Spero che questa sia un'allucinazione e non sia realtà.» esclamo incredula e mi guardo attorno. Il museo pupula di gente, che cammina tranquillamente, come se niente fosse.
«Lo spero anche io Veronica.» dice Ashton, tra il divertito e lo spaventato.
«Torniamo al bar?» chiedo io e lui annuisce, e senza farselo ripetere due volte sta già camminando in direzione opposta per raggiungere il bar.
Appena arrivo mi metto dietro il bancone e osservo davanti a me.
«Sembra un branco di zombie, gente che va, gente che viene, neanche si accorgono della nostra presenza.» dico, osservando donne, uomini, e bambini intendi a passeggiare tranquillamente per il museo.
«Puliamo che è meglio, così ci distraiamo.» risponde poi Ashton e afferra un panno. Faccio lo stesso e do una pulita al bancone.
Ashton passa per i tavoli e sistema le sedie.
Spengo le macchine per il caffè e chiudo la cassa. Prendo la scopa e la passo sul pavimento.
Una volta finito di sistemare mi siedo e Ashton mi raggiunge.
«Non so se voglio tornare di là. Ma com'è possibile?» chiedo, ancora scossa dell'accaduto di prima. Ashton alza le spalle.
«Ti ricordi quel film di parecchi anni fa? "Una notte al museo" mi sembra di viverci dentro.» esclama poi Ashton. Annuisco.
Poi mi scappa un sorriso.
«Però quello era un film, questa è la realtà.» dico io e mi giro verso di lui. Lui scuote la testa.
«Ne sei sicura?» mi chiede poi. Aggrotto le sopracciglia, perché non dovrei esserlo?
Annuisco.
«A meno che, non ci siano telecamere nascoste, magari adesso salta fuori qualcuno con un cartello con su scritto 'sei su scherzi a parte', poi ci facciamo una sana risata e poi torniamo al lavoro, sarebbe la cosa più consona da fare.» Ashton annuisce alle mie parole.
«Nulla è sano in questo caso, forse nemmeno noi.» le sue parole in parte mi colpiscono, io sono sana, così come lui. Perché non dovremmo esserlo?
Magari abbiamo visto male, magari abbiamo confuso quelle persone per dei semplici visitatori che finivano il loro turno. Perché no?
Una melodia si spande per tutto il museo, controllo il mio telefono, falso allarme, Ashton fa lo stesso con il suo, ma non é nemmeno quello.
«Da dove proviene?» chiede quest'ultimo, scuoto la testa e mi alzo di scatto.
«Seguiamo la musica, vediamo cos'è che suona.» dico e ci incamminiamo verso la melodia, devo anche ammettere che é una bella melodia.
Quando arrivo in una sala rimango a bocca aperta. C'è una piccola folla davanti a qualcuno che sta suonando una chitarra, non riesco però a capire di chi si tratti. Mi avvicino a mi faccio spazio tra la folla, Ashton fa lo stesso e mi segue.
La scena che mi si presenta davanti a me mi lascia ancora più scossa. Guardo fissa il ragazzo davanti a me con la bocca spalancata. Quest'ultimo sembra notarmi, tantochè si avvicina a me, con ancora la chitarra in mano.
Sto per parlare quando mi fermo, non riesco ad emettere parola.
«Ciao! Io sono Bradley Will Simpson, cantante e musicista. Ma tu puoi chiamarmi Brad.» allunga la mano verso di me e la guardo ancora incredula.
Lo guardo.
Mi guarda.
Ci guardiamo.
E poi, senza rendermene conto, mi ritrovo ad urlare senza sosta.

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ALOHA PEOPLE
Spero vi stia piacendo questa storia, anche se siamo ancora all'inizio ahah.
Votate e commentate, un bacio.
-fede

Il ritratto di Bradley Will Simpson. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora