Torno in salotto e James non c'è più, guardo Perrie che mi corre subito incontro.
«Tutto bene?» chiede e io annuisco, poi sposo lo sguardo verso Bradley che sta venendo nella mia direzione.
Involontariamente indietreggio.
«Tu e James vi conoscevate già!?» esclamo, lui preso alla sprovvista mi guarda spaesato, poi abbassa la testa e annuisce.
«E così te l'ha detto?» rotea gli occhi al cielo e incrocia le braccia al petto. Io annuisco e lui si siede sul mio divano sbuffando.
«Potete renderci partecipi?» chiede poi Perrie, Tristan ridacchia e annuisce insieme a lei.
«Brad potevi dirmelo tu. Senza che lo scoprissi da un altro.» allargo le braccia in aria, gesticolando, non sono arrabbiata, voglio solamente spiegazioni.
«Pensavo non fosse rilevante come cosa Veronica! Fa parte del mio passato, ora mai e poi mai farei una cosa del genere.» dice e lo sguardo di Perrie si sposta in continuazione tra me e il riccio.
Alza le spalle e prende il suo telefono, anche se so che sta comunque ascoltando tutto ciò che ci stiamo dicendo.
«Mi ha detto di sua sorella. Hai fatto una cosa oscena.» gli dico e lui mi prende la mano. Vorrei solamente andare a dormire, possibilmente con lui di fianco a me.
«Lo so diamine! Ma ero piccolo e ubriaco, stavo con quei ragazzi che erano più grandi soltanto per potermi sentire come loro, per provare l'adrenalina del pericolo. Purtroppo per Sophia, a me non interessava di lei, era una delle tante, a lei piacevo ed ero amico con James e volevo fare qualcosa di carino per renderla felice.» spiega e Tristan ci osserva attento.
«E io Bradley? Io sono una delle tante?» gli chiedo, metto le mani sui fianchi e noto Perrie spalancare gli occhi, afferra Tristan dalla manica della felpa e insieme spariscono in cucina, lasciandoci da soli.
«Veronica come puoi pensare una cosa così? Non sei una delle tante, tu sei l'unica. L'unica che è riuscita a stravolgermi la vita, l'unica che è riuscita ad abbattere la mia timidezza, la mia paura di non essere amato. Sei l'unica che è riuscita ad amarmi e infine sei l'unica che io abbia mai amato così tanto in tutta la mia vita. E per questo non smetterò mai di dirti grazie.» dice e gli sorrido. Afferra la mia mano e sorride a sua volta.
«Tutto quello che ha raccontato James è vero?» gli chiedo poi. Lui annuisce e io rabbrividisco.
«Perché a quella povera ragazza? Lei era innamorata di te Bradley, e tu l'hai ripagata così, facendola violentare da i tuoi amici, che poi, se eri tu a starci insieme, perché farla violentare da un'altra persona?» gli chiedo, è l'unica parte che non capisco.
«Perché non me lo sarei mai perdonato. Avevo fatto una scommessa, che consisteva nel portarmela a letto. Però era più piccola, non lasciava la presa così facilmente, perciò quando l'ho detto a Connor ha detto che se non l'avessi fatto io l'avrebbe fatto lui, ma Oliver, aveva deciso che in un modo o nell'altro avrebbe fatto sesso con lei, abolendo il tentativo di Connor.
Quel giorno non volevo portarla alla festa, volevo evitare quello che sarebbe successo dopo, ma lei insisteva a tutti costi e così alla fine l'ho dovuta portare. E l'hanno fatta ubriacare, ho provato anche a dirgli basta, non mi sembra l'ideale ma loro avevano già deciso cosa fare» alza le spalle e sembra desolato «ho smesso di parlarle, avevo paura di come avrebbe reagito James, sicuramente mi avrebbe ucciso, e mi ha picchiato infatti. Non ho reagito, solo perché sapevo di aver fatto una cavolata. Ma lei mi ha perdonato, mi avrebbe sempre perdonato, diceva che sapeva che non avrei voluto farle del male, diceva 'non è stata colpa tua, o almeno, non tutta, hai amici idioti. Ma so che tu non mi avresti mai fatto la stessa cosa.' E la cosa mi uccideva, perché lei teneva molto a me, ma io ero un cretino, prima che qualcuno potesse anche solo intravedere i miei sentimenti ce ne voleva di tempo. Ma ora sono cambiato Veronica, e so che te l'ho già detto una migliaia di volte, ma voglio farti capire che ti amo, e non sarò mai come il cretino che ero anni fa. Sei la cosa più preziosa che questa vita mi potesse donare, ho già perso Theresa, non voglio perdere anche te.» dice e si avvicina, mi lasciò abbracciare e poso la testa sul suo petto, in modo da sentire il battito del suo cuore, che riesce a farmi rilassare. E so che sta dicendo la verità, lo capisco dalla sua voce, dalla sua espressione. Ho capito che è cambiato, l'ha detto così tante volte che persino i muri l'avranno capito. Ma un conto è dirlo, un altro conto è dimostrarlo. E Bradley non solo ha detto di essere cambiato, ma me l'ha anche dimostrato. Nei suoi gesti d'affetto, nelle sue frasi dolci, nel momento del bisogno.
Mi ha dimostrato che di lui posso e potrò sempre fidarmi e che mi ama. E a me va benissimo così.
Capisco inoltre che James abbia esagerato nel racconto, ha descritto Bradley come un robot costruito per non provare emozioni, ma non ha capito che in realtà Bradley ne dimostra tante di emozioni, dalla rabbia alla gioia. Dalla felicità alla tristezza. Ma sopratutto dimostra l'amore che prova per le persone.
Gli lascio un bacio sulla guancia e lo stringo a me.
E mi fa piacere che in passato abbia sperimentato già l'amore, con Theresa appunto. Meritava qualcuno capace di trascinarlo fuori da quel suo brutto circolo, qualcuno che lo facesse ritornare in vita. Perché Bradley era come morto, passava le giornate nei locali a bere e a fumare insieme a quelli che si possono definire i suoi amici. Poi è arrivata questa ragazza e l'ha riportato in vita, ha fatto uscire fuori il bello che c'è in lui e c'è n'è molto aggiungerei. E ammetto inoltre di esserne gelosa, avrei voluto conoscerlo prima per poterlo aiutare, vorrei aver dato io la svolta alla sua vita.
«Se è quello che sto pensando, e dalla tua espressione penso proprio di sì, lasciati dire che non amo più Theresa, lei è riuscita ad aprire un piccolo spazio di luce nel mio cuore, ma tu ora l'hai reso completamente illuminato. Quindi è sopratutto grazie a te se sono quello che sono ora.» mi prende la mano e la massaggia, mi accoccolo a lui e mi accarezza le guance. Mi lascia un dolce bacio sulle labbra e poi mi guarda sorridendo.
«Ti amo.» gli dico e lui sorride teneramente.
«Anche io.»
«Domani, visto che sarà un giorno importante per la mia piccolina, ti va di passare una giornata con me al mare? Ti vengo a prendere domani mattina e poi andiamo fuori città, solo io e te. Ti va?» mi chiede dolcemente e annuisco. Domani sarà il mio ventitreesimo compleanno. Ed effettivamente neanche mi ero resa conto di essere arrivata così in fretta a questo giorno dell'anno. Siamo a metà novembre.
«Mi piacerebbe molto.» gli sorrido e lui mi abbraccia. Mio fratello e la mia migliore amica tornano in sala da noi e ci sorridono, sedendosi accanto a noi.
«Allora belle gioie, faremo finta di non aver sentito nulla della vostra conversazione quindi ehi ragazzi! Come state?» dice mio fratello facendoci l'occhiolino e ogni giorno mi stupisco di come io e lui possiamo avere lo stesso sangue. Mi batto una mano in fronte e Bradley scoppia a ridere.
«Che stupido.» Perrie gli da uno spintone sulla spalla e poi scoppia a ridere.
D'un tratto il mio cervello si illumina e mi alzo in piedi.
«Andiamo alla pista di pattinaggio a pattinare?» chiedo con gli occhi sognanti, da piccola ho fatto pattinaggio artistico per cinque anni, amavo pattinare, ma purtroppo ho smesso per una scemenza. Avrei dovuto iniziare a fare le gare e i saggi da sola, e l'idea mi terrorizzava, pensavo di non esserne all'altezza. Pensavo che facendo lo spettacolo da sola potessi sbagliare e che gli occhi di tutti si sarebbero puntati su di me, deridendomi.
Bradley spalanca gli occhi.
«Stai scherzando vero?» rido e scuoto la testa.
«Io ormai sono un professionista a furia di accompagnare lei in continuazione.» dice Tristan ridendo e Perrie annuisce, d'accordo con lui. Abbiamo fatto pattinaggio insieme da piccole per un anno, poi lei si è stancata ed è andata a cantare.
«Ti prego?» supplico Bradley e lui sorride prima di annuire. Esulto contenta e poi prendiamo i guanti e i maglioni per non morire di freddo.
Prendo le chiavi di casa, il giubbotto e la borsa e tutti usciamo di casa.
Saliamo nella macchina di Bradley e tutti insieme andiamo alla pista di pattinaggio che si trova in centro città. Mi siedo nel posto del passeggero accanto a lui e mi posa una mano sulla coscia, tamburellando le dita a ritmo di musica e sorridendo. Sussurra un 'ti amo' e continuiamo il nostro tragitto verso il palaghiacchio.---
ALOHA PEOPLE
la storia di pattinaggio è ispirata ad una storia vera e seriamente ho abbandonato per quei motivi. Ero piccola e molto insicura delle mie capacità, capitemi :')
Detto ciò, spero vi sia piaciuto questo capitolo, votate e commentate!!
Happy life, byee
-fede
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Il ritratto di Bradley Will Simpson.
Fanfiction«Regola fondamentale per lavorare qui: non dare confidenza a nessuno. Assolutamente a nessuno. Ciò che potresti vedere potrebbe lasciarti leggermente scossa, ma vedrai che ci farai l'abitudine.» *la trama è stata inventata da me, vi prego di non cop...