thirty-five

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Sono passate ben due settimane dall'ultima volta che ho visto Bradley, due settimane da quando ha deciso di voler prendersi una pausa.
Due settimane passate in casa, a piangere sotto il cuscino, continuando a controllare il telefono, in attesa di una nuova notifica da parte sua.
Quando mi ha raccontato di Marinette, non ho avuto la forza di arrabbiarmi, avrei voluto urlargli contro, ma non l'ho fatto, mi mancavano le forze, in quel momento l'unica cosa a cui pensavo era alla persona più importante della mia vita che mi aveva abbandonata.
Sto entrando nel museo, dopo molto tempo, entrare in questo posto dove io e Bradley ci siamo conosciuti non è del tutto facile stando alla situazione in cui siamo ora.
Presumo che ormai non abbia intenzione di voler tornare con me, è ben chiaro che si trovi bene con Marinette, ma va bene così, evidentemente lei ha qualcosa che io non sono riuscita a trasmettergli.
Mi siedo dietro al bancone e poggio i gomiti su di esso, sospirando affranta.
«Ehi, ben tornata al lavoro, ci sei mancata.» Ashton si siede vicino a me, accogliendomi con un sorriso raggiante. Annuisco, incapace di mostrargli un sorriso degno di essere definito tale.
«Vuoi parlarne?» scuoto la testa.
«Forse è meglio che tu torna a casa.» poggia una mano sulla mia spalla e scrollo le spalle.
Ho effettivamente solo voglia di sdraiarmi a letto e dormire, per mettere a tacere i miei pensieri.
«Mi accompagni?» gli chiedo, lui guarda l'entrata e annuisce, afferra le chiavi e la sua giacca e ci dirigiamo verso l'ingresso. Chiude il portone alle sue spalle e mi fa entrare in macchina.
«Riposati Veve, ritorna non appena ti sentirai pronta, pronta veramente.» mi stringe in un abbraccio e mi abbandono a quei pochi secondi di tranquillità.
Entro in casa e mi siedo sul divano, fissando il televisore davanti a me.
«Ehi come mai già di ritorno?» chiede Perrie uscendo dalla cucina con una tazza di camomilla in mano.
«Non mi andava di rimanere lì.»
«Ehi» mi accarezza la schiena «Sai che sono qui, in caso tu volessi parlarne.» mi dice dolcemente e annuisco.
«Quando finirà?» lei fa per parlare ma la interrompo.
«Quando questa tristezza andrà via? Quand'è che inizierò a superarlo?» sospiro.
«Purtroppo non decidiamo noi quando smettere di soffrire Ve, il dolore è una cosa comune a tutti gli esseri umani, è stato fatto per essere vissuto. Passerà vedrai, devi essere pronta tu a superarlo, devi essere tu a dire "ora basta piangermi addosso, devo riprendere in mano la mia vita". Non passerà da solo, forse con il tempo lo supererai, ma non puoi rimanere chiusa in camera a piangere fino al giorno un cui tutto sarà passato.» non parlo, proprio perché so che ha ragione.
«E ti prego, voglio vederti di nuovo sorridere, mi manca la mia migliore amica.» mi prende la mano e la stringe con la sua.
Vorrei dirle che sono sempre io, ma non ci credo nemmeno io.
Voglio tornare a sorridere di nuovo, senza più pensare a Bradley.
Annuisco, tentando un sorriso, cosa che da parecchio non era più presente sul mio volto.
«Ehi perché domani mattina non vai a fare un giro? Potresti chiamare Luke.» mi dice, e in quel momento mi ricordo del biondino che passò la sua serata ad ascoltare le mie vicende e consolarmi.
Mi piacerebbe rivederlo.
«Domattina lo chiamerò.» le dico e lei annuisce sorridendo.
«Niente più depressione ok?»
«Niente più depressione.»

💙💙💙

«Ciao, Veronica giusto? Mi fa piacere sentirti.» risponde Luke dall'altra parte del telefono.
«Ciao, mi chiedevo, per caso ti va di fare un giro? Non mi va di rimanere chiusa in casa.» chiedo timidamente e lo sento ridacchiare.
«Certo perché no, a Central Park?» gli comunico l'orario e lo saluto.
Mi farà bene uscire con qualcun'altro, senza impegnarmi troppo, non voglio innamorarmi per poi finire come con Bradley, che tra l'altro amo ancora.
Perché sì, nonostante tutto, nonostante siano due settimane che non si fa vivo, io lo amo, lo amo perchè è riuscito a darmi tutto, lo amo perché c'è sempre stato.
Lo amo ancora perché l'amore è così, strano.
«Ciao.» Perrie fa il suo ingresso in casa con due frullati in mano.
«Kinder e biscotto, come piace a te.» me lo porge e la ringrazio.
«Tra un po' esco con Luke.» le dico d lei batte le mani contenta.
«Poi fammi sapere eh!» rido e annuisco, so già non succederà nulla. Voglio semplicemente un amico con cui passare il tempo, cercando di dimenticarmi della rottura con Bradley.
[...]
«Ciao.» saluto timidamente il biondo, lui mi sorride e si sporge per abbracciarmi. Ricambio questo abbraccio, totalmente inaspettata e gli sorrido.
«Allora...come stai?» chiede in modo gentile.
«Ho avuto giorni migliori.» mi stringo nelle spalle, lui annuisce.
«Ha scelto lei?» lo vedo in imbarazzo, è evidente il fatto che non sappia come comportarsi, ha paura di dire qualcosa di sbagliato.
«Non lo so, non lo sento da parecchio, voglio dire, a questo punto mi sembra chiaro l'abbia scelta, solo vorrei mi avesse avvisata. Non dico che lo avrei accettato - come potrei - ma saremmo giunti a compromessi.» alzo le spalle, Luke annuisce ancora.
«Sei davvero forte.»
«Non lo sono per niente, ma ti ringrazio comunque.»
«No, dico sul serio, è una situazione complicata, e direi che la stai gestendo in modo maturo. Io al tuo posto penso gli avrei già rigato la macchina, o sarei andato dritto da Marinette a farle un discorsetto, non molto carino presumo.» ridacchia a quelle parole e riesce a strapparmi un sorriso.
«Se con maturo intendi passare quattordici giorni nel proprio letto a piangere, okey, sono stata decisamente matura.» ride ancora e scuote la testa.
«Sei ancora innamorata di lui?»
«Come potrei non esserlo Luke, è stata la persona migliore che la vita abbia potuto darmi in questi anni, e lo è ancora. D'altronde, non posso mica dimenticarla una persona così, mi ha dato tanto.»
E in questo momento mi manca terribilmente, ma cerco di convivere comunque con questo pensiero, senza abbandonarmi troppo alla tristezza.
Chissà se a lui manco, non faccio altro che chiedermelo da due settimane a questa parte.
«Gli hai più mandato qualche messaggio? O l'hai chiamato?» scuoto la testa.
«Oh avanti, che aspetti allora, chiamalo!» esclama e lo guardo inarcando le sopracciglia. Scuoto la testa, ridendo.
«Non ho intenzione di rendermi ridicola in questo modo, dai...»
«Non ti stai rendendo ridicola, tentar non nuoce.» annuisco, in fondo, ha ragione.
Compongo il suo numero, che oramai so a memoria, e aspetto che risponda.

Bradley's pov.

Sento il telefono squillare in tasca, lo afferro e non appena leggo il suo nome una sensazione strana fa capolinea nel mio stomaco.
Il cuore prende a battere più velocemente, esco velocemente dalla palestra, accettando la chiamata.
«Veronica, ciao, va tutto bene?» chiedo, mi chiedo per quale assurdo motivo mi abbia chiamato.
Ma da una parte sono felice lo abbia fatto, in un certo senso, mi era mancata.
«Emh, sì. Sì tutto bene, diciamo, e tu?» sento molto imbarazzo da parte sua, e conoscendola, posso dire che sta mentendo.
«Molto bene grazie.» mento anche io.
La verità è che non mi sento più lo stesso, mi manca terribilmente averla al mio fianco, mi manca scompigliarle i capelli per darle fastidio, mi manca svegliarmi la mattina nel mio letto e trovarla accanto a me, mi manca stringerla in un abbraccio.
Ma sono troppo orgoglioso per dirglielo, difatti, non lo saprà.
«Ok, ciao.» sta per riattaccare ma una voce lì accanto a lei la blocca, è una voce maschile.
«Chi c'è lì con te?»
«È Perrie.»
«Era chiaramente la voce di un maschio.»
«Oh, sai che c'è? Fanculo Bradley, ora fai anche la sceneggiata di gelosia? Vorrei ricordarti che hai fatto tutto tu? Ebbene sì, sono insieme ad un ragazzo, fa male vero? Sapere che la propria fidanzata è con un'altra persona eh?» non parlo, proprio perché so che ha perfettamente ragione, solo che non può averla vinta lei, non voglio che sia in giro con altri ragazzi che non siano me. Non può aver già superato la rottura, non può andare tranquillamente in giro con un ragazzo, non può innamorarsi di lui.
«Ti sbagli Veronica...» dico, faccio una pausa, in cui riesco a sentire chiaramente i suoi sospiri.
«Io e te non siamo più fidanzati. Non ti amo più.» taglio corto. Sta per dire qualcosa ma chiudo la chiamata.
Guardo il telefono davanti a me e sospiro. La amo, la amo da morire.
Il telefono inzia ad illuminarsi, segno che stanno arrivando parecchi messaggi. Leggo cosa c'è scritto.
"Io so che tu mi ami."
"Non puoi smettere di amare una persona da un momento all'altro."
"Vorrei urlarti contro che ti odio, ma non ci riuscirei..."
"Sei uno stronzo."
Sospiro, penso proprio di meritarmelo.

ALOHAAA
Comunque, il nome per Marinette l'ho scelto mentre guardavo LadyBug con mia cugina lol.
Volevo darvi una bad news, ovvero che questo sarà il penultimo capitolo, penso proprio che il prossimo sarà l'epilogo. Ho già in mente il finale, anzi sto già scrivendo l'ultimo capitolo.
E NULLA UN'ALTRA STORIA GIUNTA AL TERMINE MA IO VOGLIO PIANGERE.
No ok, ho già nelle bozze due nuove storie che so scrivendo ahaha.
Detto ciò, spero vi sia piaciuto il capitolo, ci vediamo al prossimo, ed ultimo.
-fede

Il ritratto di Bradley Will Simpson. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora