12 gennaio, 19.40
Eren
Allora pensai che ne fosse valsa la pena.I tagli, la depressione, la confusione... ne valeva la pena solo per sentire le sue labbra sulle mie, fredde ma delicate e gentili.
Mi ci volle meno di un secondo a muovermi contro di lui in un incastro perfetto che non sembrava possibile.
Levi si staccò un momento sussurrando sulle mie labbra:- Si chiama amore, Moccioso.- e riprese a baciarmi piano, come se avesse paura di farmi male.
Sentii che stavo per sciogliermi.
Ecco cos'era: Amore.
Quella parola, che solo ora sembrava così ovvia e semplice mi rimbombò in testa.
Mi vennero in mente alcune cose, che avevo sentito dire, per esempio che i maschi dovrebbero stare con le femmine, e che dovrebbero avere la stessa età o quasi... ma non me fregava nulla.
Mi lasciai stringere da lui, ricambiando il suo bacio, che ad un certo punto si trasformò una sequenza di brevi bacetti dolci.
- AAAWWW! Che carini!- sobbalzai quando una voce alle mie spalle ci interruppe.
Levi rimase impassibile:- Sul serio, Quattrocchi? La prima cosa che dici dopo tutto questo casino è: "Che carini"?
Hanji fece spallucce.
Per la prima volta pensai di qualcuno "è pazza".
...
Levi
- Dovremo trasferirvi, ma servono misure di sicurezza per il ragazzino instabile.Hanji annuì, tranquilla:- Certo certo, ma non ce ne sarà bisogno. Abbiamo già la nostra "misura di sicurezza".
- Sarebbe?- l'uomo in divisa inarcò un sopracciglio.
Hanji si voltò verso di me, sorridendo:- La più efficace della storia, meglio anche delle catene: Levi Akermann.
Lui incrociò le braccia, squadrandomi da capo a piedi, con gli occhi assottigliati in un'espressione critica:- E lei sarebbe?
Mi alzai dalla panca interna dell'ambulanza, lasciando la mano di Eren e posizionandomi con il mio sguardo più tagliente di fronte all'uomo che, evidentemente preso alla sprovvista, abbassó lo sguardo.
- Levi Akermann, conosciuto dai civili come il soldato più forte dell'umanità, capitano della squadra principale della ormai sciolta legione esplorativa, braccio destro del comandante Erwin Smith.- snocciolai rapidamente - Le suona familiare?- conclusi, freddo.
L'uomo sgranò gli occhi, dopo di che si irrigidì in un saluto militare, portando il pugno destro al petto:- Mi scusi caporale, signore!
Sentii Hanji ridacchiare alle mie spalle, mentre il poliziotto aggiungeva:- Allora non ci sarà alcun problema, caporale, signore! Lascio il ragazzo in sua custodia, caporale, signore!
Sorrisi, soddisfatto:- Bene.- gli lanciai uno sguardo gelido - Puoi anche rilassarti.
L'uomo distese le spalle, dopo di che, al cenno con la mano che gli rivolsi, si voltò e sparì tra le luci blu e rosse.
- Ah! Levi! È stato fantastico!- la Quattrocchi scoppiò a ridere guadagnandosi un mio sbuffo.
Roteai gli occhi e risalii sull'ambulanza, mi sedetti di fianco ad Eren e ripresi la sua mano, lo vidi socchiudere appena gli occhi e mormorare:- Hey... stai con me?
Strinsi la sua mano tra le mie:- Sì, Eren, sempre.
- Grazie.- e si addormentò.
Era dannatamente carino, con le labbra appena dischiuse, l'espressione tenera e dolce, quasi angelica, estremamente in contrasto con le bende che gli fasciavano quasi tutto il corpo.
Ripensai al luccichio negli occhi di Isabel, ed allora capii. Loro se ne erano accorti.
Si erano accorti che non mi stavo solo affezionando, mi stavo anche innamorando.
Dopo tutti gli anni che avevo passato a repellere ogni singola forma di vita che tentasse di approcciarsi a me, andavo a perdere la testa per un moccioso.
Ma in fondo mi andava davvero bene così.
Eren era incredibile per essere così giovane, ed aveva nello sguardo quella luce che io avevo perso, o che forse non avevo mai avuto il privilegio di avere.
Qualcuno doveva controllare lui, ed io avevo bisogno di lui.
Dei suoi occhi.
Delle sue labbra.
Di lui.
Semplicemente di lui.
L'ambulanza partì alla volta dell'ospedale e nessuno osò dirmi di scendere.
Forse perché avevano paura di Eren, forse perché avevano paura di me, o forse perché non importava a nessuno.
L'importante è che rimasi con lui.
Tutto il viaggio, fino al suo letto, in una stanza d'ospedale vuota, fatta eccezione per il mio letto dato che ormai ero diventato "una misura di sicurezza indispensabile".
Ma andava bene così.
Potevo avere Eren con me? Allora era tutto ok.
Bastava lui, e per quanto l'inferno fosse stato attorno a me, potevo sentirmi lo stesso in paradiso.
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Psycho || Ereri ||
Fanfiction~Insieme?~ ~Certo, Moccioso. Insieme. È una promessa.~ --- Levi Akerman era come un angelo nato all'inferno, eternamente perseguitato dallo stesso demone spietato. Eren Jeager, invece, aveva l'inferno dentro: un demone pronto ad uscire per esercitar...