cap.31

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27 gennaio, 20.13

Eren

Da allora fu come sognare, anche se di sotto fondo mi rendevo conto di ciò che stavo facendo in realtà, pur avendo gli occhi chiusi.

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- Eren, ascoltami bene. Oggi è una giornata importante.

Il bambino osservò suo padre, incuriosito, mentre l'uomo continuava:- Ho bisogno del tuo aiuto per un lavoro difficile.

Eren, per un momento, fu quasi felice di sentire quelle parole, ma poi ricordò quella notte orribile, il sangue sulle pareti e l'urlo agghiacciante di Mikasa.

Le notti a seguire altre urla arrivarono da quel seminterrato, ed ogni mattina qualche famiglia versava le lacrime sulla tomba del proprio figlio.

Per molto tempo Eren aveva tentato di convincersi che fossero coincidenze, che non poteva davvero essere che il suo papà facesse delle cose così orribili.

Voleva convincersi che quello di Mikasa fosse stato un incidente, come aveva detto Grisha.

In fondo, era soltanto un bambino che voleva un papà e una mamma buoni.

Ma, purtroppo, non era così.

Fu proprio in quel momento, che il campanello suonò.

Grisha girò solamente la testa mentre Carla andava ad aprire la porta, rivelando la mamma di Armin, sulla soglia, in lacrime.

La donna crollò subito tra le braccia dell'amica, mormorando con voce spezzata:- Me l'hanno ucciso, me l'hanno ucciso. Il mio bambino...

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