Cap.39

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G: ?? M: ?, H: ??.??

Eren

Provai a sedermi, rendendomi presto conto che stavo fluttuando sospeso nel nulla.

Mi guardai intorno, notando ben presto che non c'era nessuno scenario attorno a me. Solamente bianco, luce e silenzio.

Sospirai.

Non appena produssi quel lieve suono tutto il nulla attorno a me parve muoversi, come una vibrazione.

- Salve.- azzardai.

Altra vibrazione.

Corrugai le sopracciglia. Cavolo. Era così strano.

Improvvisamente le vibrazioni attorno a me si plasmarono attorno a delle parole che potevano venire da ogni direzione:- Sei morto.

Inarcai un sopracciglio, sforzandomi di non pensare a Levi:- Che informazione utile.

La voce non sembrò cogliere il sarcasmo:- Ti trovi ovunque e da nessuna parte, dove tutto nasce e muore.

Lasciai ondeggiare le braccia nel vuoto:- Figo. Un'altra informazione molto utile.

La voce replicò:- Come sei nato?

Arrivato a quel punto non riuscii a trattenere una faccia abbastanza interdetta:- Beh, se è questo che devo spiegare... Quando una donna ed un uomo si vogliono tanto bene...

- No!- vibrò la voce - Non così. Sei nato mortale? Umano? Demonio?

- Oh.- sussurrai - Quello.

Allora risposi alla domanda, con aria cupa:- Sono nato umano, mortale come tutti. Solo dopo un demone ha preso possesso del mio corpo.

- Hai accettato questo demone?

- No. Mai. Lo odio.

Per un attimo ci fu silenzio, poi la voce riprese:- Ricordiamo della lite tra un angelo e un demone. Si perseguitano da allora. Capiamo cosa è avvenuto.

Per un momento fui tentato di avanzare una pessima battuta, ma poi chiesi solamente:- "Voi" chi siete? Dio?

La voce replicò:- Noi siamo ogni cosa che c'è di immateriale: emozioni, fantasia, fato, destino, speranza, anime. Ed è per questo che siamo ovunque e da nessuna parte. Che nasciamo e muoriamo in continuazione.

Ero colpito. Rimasi un attimo zitto ad osservare quel bianco, poi chiesi ancora:- Capisco perché abbiate voluto scoprire qualcosa su di me, è perché sono anomalo. Perché dentro di me c'è anche un demone. Ma io non ho mai smesso di combatterlo. E mi chiedevo, non c'è nulla che posso fare per riparare le cose nel mio mondo?

La risposta ginse subito:- Cosa vuoi cambiare?

Ripensai a tutti i fatti avvenuti là, ed elencai:- Vorrei che Armin possa lasciare il posto dove è bloccato e diventare un'anima, vorrei che nessuno sapesse più niente del disastro all'ospedale psichiatrico, che nessuno ricordasse i nomi di coloro che sono fuggiti dai cittadini, me compreso.

Presi un respiro profondo:- E vorrei tornare indietro, da Levi. Ma senza il demone. Non voglio lasciarlo solo ancora.

- Ti divideremo dal demone. Dopo di che, si vedrà cosa fare di te e della tua vita precedente.

Annuii, avvertendo subito, all'improvviso, una leggerezza incredibile, il respiro più aperto, la mente più libera.

Fu un gesto automatico: mi guardai le mani.

Ed erano semplici mani, dalle dita lunghe, la carnagione appena dorata.

Non c'era del sangue sopra. Ricordavo ancora quel giorno, certo. Ma sapevo che non ero io.

Lo sapevo non solo razionalmente. Ora potevo sentirlo.

La voce mi distolse dai miei pensieri:- Quanto al tuo amico, si può fare. Lui ha portato a termine il suo compito e può tornare qui. Riguardo tutto il resto, dovrai essere disposto ad un ultimo sacrificio.

Annuii:- Vi ascolto.

- Per tutta la tua vita sei stato innocente, nessuno degli avvenimenti negativi attorno a te è stato a causa tua. Hai un animo puro al 100%. Ed è per questo che sarai libero di avere quanto hai richiesto, ad una sola condizione:

Tutti coloro che hanno inseguito te, il tuo amato e la vostra amica, tutti coloro che sapevano della vostra esistenza come individui pericolosi, dimenticheranno ogni cosa. Scambiando voi con persone mai esistite. E voi potrete ricominciare come vorrete. Ma in cambio tu dovrai lasciare a noi tre parti positive del tuo passato.

- Lo farò. Mi basterà pensarle, no?

- Esattamente. Poi tornerai automaticamente da dove sei venuto.

Giunsi le mani, intrecciando le dita, soprapensiero:- Un ultima cosa. Quando tornerò... Quanto tempo sarà passato?

Quasi, mi sembrò di vedere la strana materia bianca sorridere comprensiva:- Quello che basta. Nulla di più. Nulla di meno.

Presi un respiro profondo, senza farmi troppe domande e congetture sulle parole della voce:- Grazie. Allora vado.

Richiusi gli occhi.

Tre parti del mio passato, positive.

Lentamente, iniziai ad avvertire quel senso di vuoto tipico dei sogni, mentre nella mia mente prendeva colore un ricordo tanto lontano quanto positivo.

L'erba fresca sotto la mia schiena, le nuvole nel cielo azzurro, e due voci vicino a me, che sognavano di un viaggio al mare.

Subito dopo, in una successione veloce, vidi mia madre, intenta a fasciarmi un ginocchio sbucciato, mentre mi rimproverava per non aver fatto attenzione.

Ed infine, un paio di occhi grigi, seri e affilati, ma allo stesso tempo capaci di guardarmi con l'amore di cui avevo bisogno. In seguito il nome della persona a cui appartenevano quegli occhi mi sfuggì. Mikasa Ackerman.

Poi, scivolai via, con la mente più libera di prima.

Ed una sola frase, che, ne fui consapevole in quel momento, aveva detto Levi al mio corpo momentaneamente senza anima:

- Eren. Si chiama amore, quando decidi di morire per qualcuno.

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