cap.24

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25 gennaio 07.54

Eren
Aprii gli occhi al ticchettio leggero delle gocce di pioggia che battevano sui vetri.

Levi era seduto sul bordo del letto, in controluce.

Mi accoccolai tra le coperte:- Ehi.

Lui si voltò, l'iride argentea brillò nell'oscurità creata dalla sua ombra:- Buon giorno, Moccioso.

Passarono pochi secondi prima che aggiungesse:- Devi farti una doccia, sai?

A quelle parole sbuffai, seppellendo la faccia sotto la trapunta calda:- Ma non voglio...

Lui ripeté, in un tono molto più minaccioso:- Vai. A. Fare. Quella. Doccia. Poi dobbiamo parlare con la Quattrocchi.

Con un sospiro provai a scendere dal letto, ma non feci in tempo a muovermi di un solo centimetro che una fitta acuta mi scosse la spina dorsale, partendo da... Merda.

Pensai alla sera prima e mugolai un:- Ahia...

Levi ridacchiò, guadagnandosi una mia occhiataccia offesa:- Che ridi tu? Fa male!

In tutta risposta lui disse:- Muoviti. Non ci sono andato così pesante, in fin dei conti.

Mi stampai in faccia l'espressione più offesa del mio repertorio e, ignorando più che potevo le fitte che parevano volermi spaccare a metà, mi avviai verso il bagno, fermandomi a raccogliere i vestiti sparsi sul pavimento.

Ero quasi alla porta, quando:- Ah, Eren?

Senza voltarmi risposi:- Sì?

E lui disse:- Non camminare mai più nudo davanti a me, se ci tieni a quel culo. Ora vai.

Quasi fuggii nel bagno, con la faccia in fiamme.

...

09.36

-Quattrocchi, dobbiamo parlare.

La donna alzò lo sguardo dal disordine della scrivania e si aggiustò gli occhiali sul naso:- Spara.

Levi, con una velocità inumana afferrò il bordo della mia maglietta e lo tirò verso l'alto, lasciandomi spiazzato:- HEI!

Come se non avessi parlato puntò il dito della mano libera sul mio petto:- Questo. È un tatuaggio.

Hanji ghignò:- Questo lo vedo. Sarebbe interessante sapere come tu l'abbia scoperto...

- Fatti i fattacci tuoi, Quattrocchi di merda.- rispose lui - Dicevo. È probabile che lo abbia da prima di essere arrivato all'ospedale psichiatrico.

Lei tornò seria, fissando il tatuaggio, pensierosa:- Ma chi farebbe un tatuaggio ad un bambino di sei anni? A meno che... Non serva a qualcosa.

Levi lasciò ricadere l'orlo della mia maglia ed incrociò le  braccia:- Deve servire a qualcosa. Eren?

- Sì?- risposi.

- Devi dirci tutto quello che ricordi della tua vita prima dell'arrivo del demone. Qualsiasi cosa.

Prima.

Cosa facevo prima?

Era la prima volta dopo anni che mi ponevo quella domanda.

Appena ci pensai altre migliaia di domande si affollarono nella mia testa: andavo a scuola? Avevo degli amici? Che tipo era mia madre? E mio padre? Alla mattina bevevo latte o ? Le pareti di camera mia erano colorate? Che giochi avevo? Casa mia era grande? Era un quartiere isolato o in città?

E ancora...  Aveva due piani?

C'era un giardino?

Avevamo la soffitta?

E il seminterrato?

...Sì.

Avevamo il seminterrato.

Ne fui sicuro appena quell'incognita si presentò nella mia testa.

Ma io non potevo andarci... "Perché?" mi chiesi da solo.

E la miglior risposta che riuscì a recuperare il mio cervello fu il flashback di mio padre che impugnava una siringa ed io che tentavo di fermarlo.

.
.
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- Devi farlo per me, Eren. Fallo per noi. Un giorno dovrai tornare qui. Capito?

L'ago della siringa scintillò alla luce debole di una lampadina vecchia ed io tesi le mani:- Papà? Papà, fermati! Che stai facendo?

E lui urlò:- Eren! Smettila subito! Sei l'unico che mi resta, non posso sbagliare!

- PAPÀ!

L'ago affondò nella mia carne.

Un urlo inumano squarciò l'aria.
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- Eren... Dio, non ora...

La voce arrivò ovattata alle mie orecchie. Avevo la visuale coperta di pallini neri.

Mi resi conto dopo poche frazioni di secondo che non stavo più respirando e annaspai in cerca d'aria, mentre mi raddrizzavo dalla posizione sdraiata che avevo assunto.

Subito due braccia forti mi sorressero:- Cazzo, Moccioso, vuoi farmi morire...

- Levi... - Mi aggrappai alle sue spalle mentre prendevo aria e la vista mi si snebbiava, mostrandomi la sua espressione preoccupata.

Appena sentii il battito del mio cuore rallentare, e la respirazione tornare regolare, cercai Hanji con lo sguardo.

Era accucciata poco più indietro di Levi:- Avevamo un seminterrato. Ma io non potevo andarci. E mio padre mi ha detto che ci sarei dovuto tornare, un giorno, e poi mi ha iniettato qualcosa.

Entrambi rimasero a fissarmi per un attimo, poi Hanji prese la parola:- Dobbiamo trovare la tua vecchia casa.

- Shiganshina.- dissi, quasi senza pensarci - È lì. In quel quartiere periferico.

Levi strise un pugno:- È lontano, merda. Per arrivarci ci faremo notare. E pare che, con ogni civile contro, non potremmo fare gran ché.

- Ci arriveremo. Con le buone o con le cattive. Ma lo faremo.- un sorriso folle si allargò sulle labbra di Hanji.

Angolo patata arcobaleno:

Ehiiiii!
Allora allora, vi informo che dal prossimo aggiornamento, che sarà il 26 giugno, la pubblicazione dei capitoli tornerà frequente!

*parte We are the Champions*

Beneh! Detto ciò mi eclisso.

Shiau

Psycho || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora