cap.21

2.5K 212 122
                                    

23 gennaio, 15.40

Levi
L'aria era carica di tensione mentre una macchina nera sportiva entrava nel parcheggio dell'ospedale e si fermava davanti a noi.

Il motore si spense e la portiera si aprì, per far uscire dall'auto l'uomo alto e biondo che era Erwin.

In quattro anni non era cambiato: postura fiera, sguardo fiducioso, movimenti sicuri.

Richiuse la portiera e avanzò fino a trovarsi di fronte a noi:- Hanji, Levi.

Lei ricambiò il saluto, io mi limitai ad un:- Tsk.

Probabilmente non l'avrei mai perdonato per i fatti accaduti al tempo della legione esplorativa.

Lui porse le chiavi della macchina e una cartella blu piena di scartoffie ad Hanji e lei la prese, firmò le carte e me la passò.

Appena finii di firmare riconsegnai la cartella a Erwin e dissi solo:- Non una parola. Con nessuno.

Lui fece un cenno quasi impercettibile con la testa, ed io dovetti sforzarmi per fidarmi della stessa persona che si era presa il tutti i meriti di una guerra solo per continuare i suoi affari.

Dopo di che presi la mano di Eren e mi incamminai verso la macchina. Lui mi seguì senza fiatare.

...

- Levi...?

Roteai gli occhi e, ignorando la risatina di Hanji, sospirai:- Che vuoi?

Eren si sporse dal sedile posteriore e appoggiò il mento sul mio schienale:- Dove andiamo?

Misi la mano destra sul cambio e ingranai la 3^:- Una vecchia base militare...

Eren venne più vicino:- Quanto manca?

Frenai ad un incrocio:- Una ventina di minuti... Salvo imprevisti.

Lui sbuffò:- Uffa, è un sacco di tempo!

Ed allora scivolò di nuovo indietro, lasciando la presa sul mio sedile.

Diedi un'occhiata allo specchietto retrovisore e dissi solo:- E mettiti la cintura.

Ricevetti un "Mmmmmmhhhhhhh" in risposta, ma un attimo dopo sentii la cintura che scattava.

Passarono addirittura cinque minuti consecutivi prima che Hanji rompesse il silenzio:- Levi...?

Schiacciai l'acceleratore:- Cosa?

La Quattrocchi si stampò un sorrisetto stupido in faccia:- Siamo arrivati?

- Dio, Quattrocchi, non ti ci mettere anche te. C'è pazienza per un solo moccioso in questa macchina. E non sei tu.

Lei scoppiò a ridere come un'idiota guadagnandosi un mio "tsk" e il sorriso solidale di Eren.

Poi Eren chiese:- Facciamo qualcosa?

Hanji si raddrizzò sul sedile:- Accendi la radio?

Allungai una mano sfoderando la mia migliore espressione esasperata e accesi la radio:- Ecco.

Un momento dopo non seppi se essere contento o meno di averlo fatto.

La voce da giornalista di una donna annunciava:- Alcuni movimenti di estremisti religiosi hanno preso in mano la situazione e si sono diretti all'ospedale ormai noto per la presenza di Eren Jeager, decisi a "fare giustizia". Solo in seguito si è scoperto che molti di loro fossero armati.
Molti civili si sono uniti agli estremisti, riportando alla luce con fonti sconosciute alcune immagini della tragedia all'ospedale psichiatrico.
Le domande che ci poniamo sono: Che genere di giustizia vogliono i cittadini? Qualcuno li fermerà?

Spensi la radio e guardai la Quattrocchi, lei mi guardò a sua volta:- Non lo troveranno là. Vorranno sapere dov'è.

Strisi la presa sul volante:- Dobbiamo muoverci.

Premetti sull'acceleratore e l'auto scattò avanti.

Avevo i nervi tesi come corde di violino, pareva quasi che se la tensione fosse aumentata ancora avrei potuto spezzarmi. E forse era la verità.

Merda.

Ci avrebbero cercati.

Quelle persone volevano uccidere Eren.

Il mio Eren.

Dio, quanto era stupida la gente.

La sua voce, alle mie spalle, chiese:- Perché mi vogliono uccidere?

Aveva un che di triste, come una nota spezzata.

Puntai lo sguardo sull'asfalto: la strada era deserta, circondata solo da campi e qualche cartello stradale di tanto in tanto:- Perché non capiscono un cazzo.- sputai fuori in risposta.

Lui replicò:- E se avessero ragione?

Mi sentii sprofondare.

Cosa?

Come poteva quella gente avere ragione?

In qualche modo il mio cervello    riordinò le parole in una risposta:- Non hanno ragione.

- Ma forse sarebbe veramente meglio se il demone non ci fosse più, no?

Strinsi il volante così forte che le nocche sbiancarono:- Io ti voglio qui.

- Ce la farai anche senza di me, Levi.

Inchiodai di colpo.

"Ce la farai anche senza di me, Levi."

La macchina scivolò sulla strada con uno stridio acuto per qualche metro. Hanji cacciò un urletto di sorpresa.

"Ce la farai anche senza di me, Levi."

Mi slacciai la cintura senza aspettare che l'auto si fermasse ed infine, una volta fermi, scesi dal posto dell'autista.

Sentivo la testa esplodere.

"Ce la farai anche senza di me, Levi."

Quella frase mi rimbombava in testa sovrapponendo la voce di Eren a quella di mio zio, poi a quella di Farlan, poi a quella di Petra... No.

Non potevo farcela.

Non un'altra volta.

Non così.

Aprii lo sportello di Eren e puntai gli occhi nei suoi:- No. Scordatelo.

Lui si sganciò la cintura:- Ma...

Mi lanciai dentro la macchina, spingendolo disteso sui sedili ed interrompendo la sua frase:- No. Ho bisogno di te. Anche se me lo chiedessi in lacrime non lascierei che ti uccidano. Devi smetterla.

Chiusi gli occhi sentendoli bruciare dietro le palpebre:- Sta zitto, Moccioso, e smetti subito di dire stronzate.

Lui distolse lo sguardo per un momento:- Ma perché...

- Perché,- lo interruppi -ho una ragione più che egoista per volerti vivo. Qui.

Non gli diedi nemmeno il tempo di fare una qualsiasi domanda. Solo mi abbassai, fino a raggiungere il suo orecchio e sussurrare quasi impercettibilmente:- Perchè ti amo.

Appena mi tirai su Eren restò a guardarmi per un momento, poi si sporse quel che bastava per appoggiare le labbra alle mie.

In un solo gesto silenzioso, quasi timido, che valeva più di mille parole.

Psycho || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora