cap.23.

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24 gennaio, 23.08

Levi

- Lo sarà.

Eren scattò avanti e mi abbracciò, nascondendo la testa sul suo braccio, come la prima volta che l'aveva fatto, in quello spiazzo, che sembrava essere accaduto secoli prima:- Grazie.- disse solamente, nel mio orecchio.

E, come allora, appoggiai le mani sulla sua schiena. Ma questa volta con una sicurezza nuova:- Non c'è nulla per cui tu abbia bisogno di ringraziarmi, Moccioso.

Prima che avesse il tempo di rispondere, con tutta la delicatezza che avevo, lo allontanai da me, sciogliendo l'abbraccio.

Di fronte alla sua espressione perplessa, ricordai che lui non poteva capire quello che volevo fare. Era stato rinchiuso in una cella per tutta la sua adolescenza, in fin dei conti.

Ma ormai non potevo nemmeno contemplare l'idea di fermarmi, attratto come una calamita da quelle labbra arrossate e gonfie, e da quella pelle liscia frammentata dalle mille cicatrici sottili, che custodivano ricordi e dolori orribili.

Così gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra,accompagnato da un sussurro:- Fidati di me.

Anche se già sapevo che lui si fidava. Lo faceva ciecamente. Anche a costo di seguirmi all'inferno, lui si sarebbe fidato di me.

Sfilai la maglia lasciandola cadere alle mie spalle con un fruscio leggero, dopo di che spostai nuovamente le mani sull'elastico dei suoi pantaloni, in modo da farlo scorrere in basso.

Sfiorando così la pelle tiepida delle gambe, fino alle caviglie.

Appena misi le dita sulla stoffa dei boxer, Eren chiese:- Ma che stai...?

Alzai lo sguardo per vedere la sua faccia, ora un po' più rossa, leggermente scioccata che mi fissava.

Sentii un sorriso a metà tra malizioso e comprensivo salirmi alle labbra:- Beh? Ti vergogni?

Lui girò lo sguardo da un lato, mentre quella sfumatura rossa si estendeva, dandogli un'aria assurdamente dolce:- È che... Io non so come...

- Hey,- lo interruppi - non pensarci. Lascia fare a me, ok?

Con una mano feci in modo che voltasse lo sguardo su di me, per poi ripetere:- Ok?

Lui mormorò un "Ok" che, però, venne interrotto a metà da un mio bacio voglioso.

Pochi attimi dopo Eren mi assecondò e le mie mani persero a muoversi quasi da sole per slacciare i miei pantaloni che stavano diventando un po' troppo stretti e sfilarli senza mai interrompere quel bacio che stava diventando qualcosa di più di un semplice contatto.

Facendo leva sulle ginocchia poggiai la schiena di Eren nuovamente contro il muro, avvertendo i brividi che corsero sulla sua pelle al contatto con la parete fredda.

In contrasto con il suo corpo che, poco a poco, si stava facendo bollente.

Lui mi mise una mano sulla schiena e l'altra tra i capelli, non come se avesse paura che potessi allontanarmi da un momento all'altro, ma come se non fossi abbastanza vicino.

Fu questione di poco tempo prima che l'intimo si ritrovasse disperso tra le ombre del pavimento ed io sentissi la sua erezione contro la pancia.

Mentre portavo una mano attorno alla sua lunghezza lo spinsi ancora contro il muro. Il letto cigolò, ed Eren emise un gemito sottile, soffocato dalle mie labbra contro le sue.

Mossi le dita stuzzicando la punta dell'intimità e, subito, lui emise un gemito più forte.

Con una calma che stava diventando disarmante anche per me, feci scorrere le dita dalla base alla cima.

Psycho || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora